Il futuro dell’arte a Milano. L’editoriale di Renato Barilli

Quale sarà il futuro della scena artistica milanese? Renato Barilli riflette sulla spinosa questione del Museo del Novecento e sulle ipotesi di rilancio che potrebbero dare nuova linfa ad aree a rischio abbandono, come quella di Expo.

MILANO E IL MUSEO DEL NOVECENTO
Naturalmente il problema non è entrato nel dibattito per l’elezione del nuovo sindaco di Milano, dato che la cultura, in occasioni del genere, è pur sempre una parente povera, o caso mai si insiste sui massimi temi, nei cui confronti è possibile slittare abilmente ed evitare di prendere impegni precisi. Ma per il popolo dell’arte, a Milano, c’è una questione urgente da risolvere, e speriamo che il sindaco neo-eletto se ne faccia carico. Il Museo del Novecento è insufficiente, per aperta ammissione degli stessi suoi creatori, in quanto si ferma agli Anni Settanta, come se ormai la vicenda artistica non avesse proceduto per quasi un altro mezzo secolo, avendo proprio in Milano un centro pulsante, sia per numero di artisti che vi sono attivi, sia per la quantità delle gallerie e dei collezionisti che ne sostengono gli sforzi. Ma a tutto questo fervore il Comune ambrosiano non offre nessun sostegno, ponendosi in manifesta inferiorità rispetto alla rivale romana, assai più povera a livello di lavori in atto, con poche gallerie e scarso collezionismo privato, ma sorretta da valide istituzioni pubbliche, dal Macro al Maxxi, senza dimenticare la Gnam e il Palaexpo.

Miró. La forza della materia - installation view at MUDEC, Milano 2016 - photo Carlotta Coppo

Miró. La forza della materia – installation view at MUDEC, Milano 2016 – photo Carlotta Coppo

NUOVO IMPULSO ALL’ARTE CONTEMPORANEA
Milano doveva rimediare utilizzando allo scopo lo stabile dell’ex-Ansaldo in via Tortona, ma poi, con decisione errata, e in base a una sottovalutazione delle nuove prospettive della ricerca artistica, come se questa fosse un fenomeno del tutto trascurabile, si è deciso di porre in quella sede un inutile museo delle culture, il Mudec, che o fa da complemento alle iniziative di Palazzo Reale, vedi le mostre di Gauguin e di Miró, in genere mediocri, sottosviluppate, o tenta le vie di un nostrano Musée de l’homme, ma anche qui in modi casuali e non sistematici. Perché non ritornare all’idea iniziale di farne davvero un museo dell’arte contemporanea, così presente ed effervescente nella piazza ambrosiana? E certo ben rappresentata, per esempio dalle mostre all’Hangar Bicocca, e da iniziative prese dalla Triennale, ma in assenza del Comune.

Expo 2015 Padiglione Italia

Expo 2015 Padiglione Italia

IPOTESI EXPO
A dire il vero ci sarebbe una possibilità alternativa, consistente nell’andare a procurarsi qualche padiglione dell’Expo, nel caso che non siano stati tutti smantellati, e porvi là questa necessaria protesi della ricerca visiva. Oppure si potrebbe ragionare alla grande, visto che si dà il problema di come utilizzare quell’area enorme, decidendo di realizzare in essa un progetto architettonico degno del compito, da affidare a qualche archistar. Roma ha proceduto proprio lungo questa strada, consentendo a uno dei maggiori architetti del nostro tempo, la compianta Zaha Hadid, di realizzare un capolavoro. Milano non vuole raccogliere questa sfida?

Renato Barilli

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #32

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Renato Barilli

Renato Barilli

Renato Barilli, nato nel 1935, professore emerito presso l’Università di Bologna, ha svolto una lunga carriera insegnando Fenomenologia degli stili al corso DAMS. I suoi interessi, muovendo dall’estetica, sono andati sia alla critica letteraria che alla critica d’arte. È autore…

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