What’s on Berlinale 2013. Un’agenda ragionata

Finalmente ai nastri di partenza. Direzione Berlino, per la 63esima edizione del Festival del Cinema, con un programma fitto fitto. Richiesta puntualità tedesca. Qui vi regaliamo un’agenda per non mancare gli appuntamenti più rilevanti.

Alla 63esima edizione della Berlinale sono attesi i red carpet di Matt Damon, Anne Hathaway, Steven Soderbergh, Rupert Grint, Amanda Seyfried, Shia LaBeouf, Rooney Mara e Ethan Hawke. La giuria sarà presieduta da Wong Kar-wai, che dovrà decretare il vincitore tra le 25 pellicole in concorso. Pubblico e critica si preparano ad assistere al terzo episodio tra Jesse e Celine, il film di Richard Linklater che racconta l’evoluzione di un incontro amoroso avvenuto vent’anni prima. Terzo tableau anche per Ulrich Seidl, che approda su Potsdamer Platz con Paradise: Hope, i primi due si erano visti rispettivamente a Cannes e poi a Venezia. E ancora Hong Sangsoo, apprezzato regista sudcoreano, che presenterà Nobody’s Daughter Haewon. Ma si vedranno anche pellicole provenienti dal Portogallo, dal Giappone, dal Cile e dalla Russia su cui non mancheremo di aggiornarvi day by day.
Lo spazio dedicato aicorti è una sezione radicale e indipendente di tutto rilievo in questo festival tedesco. Spesso controversa e ai limiti della comprensione. In passato ha posto domande irrisolvibili, tesi di fondamentale importanza, ma anche drammi sceneggiati. La Berlinale esalta l’importanza dei corti, che risiede nel fatto di portare in nuce caratteristiche stilistiche e tematiche destinate a diventare il segno distintivo di un’artista.

Claude Lanzmann

Claude Lanzmann

Panorama 2013 è dedicato ai film d’autore e include nella sua audience i buyer, fungendo da ponte tra la visione artistica e gli interessi commerciali. Forum e Forum Expanded sono per il cinema così detto d’avanguardia, i lavori sperimentali, i saggi, le osservazioni a lungo termine, i reportage politici oppure i paesaggi ancora da scoprire. Documentari e film di finzione in questa finestra godono di pari considerazione. I film in questa sezione si trovano ai confini tra arte e cinema.
Anche per bambini e ragazzi c’è uno spazio deputato con Generation. Diviso in due sottocategorie secondo le età di appartenenza, offre ai più giovani la possibilità di confrontarsi in ambito critico ed estetico e propone nuove prospettive scopiche. Ci sarà poi una dozzina di film selezionati in Perspektive Deutsches Kino, che raccoglie le migliori produzioni tedesche dell’anno, mettendo in luce le tendenze tematiche e artistiche dei registi di nuova generazione. In questa categoria praticamente non ci sono limiti formali e così include spesso anche opere realizzate dagli studenti delle accademie.
All’interno di Berlinale Special c’è il cinema classico con tutti gli onori alle grandi personalità che lo hanno animato. Quest’anno in programma una retrospettiva intitolata The Weimar Touch: l’influenza internazionale del cinema di Weimar dopo il 1933, che si focalizza sui reciproci effetti, sulle trasformazioni e le influenze che il cinema tedesco di quegli anni ha avuto all’estero, soprattutto in seguito alla massiccia emigrazione di artisti di origine ebrea. Così si indagheranno i temi dello stile di Weimar dal disagio sociale al sovvertimento dei ruoli di genere, alla commedia slapstick con le arguzie verbali, le risate e brividi.

Dial M for Murder Retrospektive

Dial M for Murder Retrospektive

Da quest’anno spazio anche ai grandi classici restaurati, che saranno introdotti da una grande personalità del cinema nella loro versione digitalmente rimasterizzata. Il programma include Cabaret (Bob Fosse, Usa 1972), Dial M for Murder (Alfred Hitchcock, Usa 1954), Fronte del porto (Elia Kazan, Usa 1954), Der Student von Prag (Hanns Heinz Ewers, Germania 1913), Tōkyō Monogatari (Yasujiro Ozu, Giappone 1953).
Orso alla carriera per Claude Lanzmann che con il suo Shoa, la cui preparazione è durata quasi dodici anni, ha fatto scuola della cultura commemorativa. Principalmente giornalista, è a tutt’oggi l’editore della rivista fondata da Jean-Paul Sartre, Les Temps Modernes. Durante la Berlinale una retrospettiva completa dei suoi film-documento.
La settima edizione di Culinary Cinema, Dig Your Food – dal campo alla tavola, prevede sedici film dal 10 al 16 febbraio sul tema del cibo e dell’ambiente. Dopo la proiezione nel programma principale, alle 19.30 le stelle Michelin Nils Henkel, Michael Hoffmann, Kolja Kleeberg, Hendrik Otto e Tim Raue serviranno una cena ispirata ai film nel ristorante Gropius Mirror per la modica cifra di 85 euro.
L’iniziativa Berlinal’s Flyng Red Carpet si fermerà per sette sere di seguito in altrettanti cinema d’essai, portando i protagonisti del cinema a contatto con la gente di quartiere. Nell’ambito, invece, di Native – A journey into indigenous cinema, la Berlinale lascerà spazio al racconto dei popoli indigeni di tutto il mondo, con un gesto di apprezzamento nei confronti della specificità di questo patrimonio cinematografico.

Gmo Omg in Culinary Cinema

Gmo Omg in Culinary Cinema

In ultimo, ma non meno importante, con lo slogan Act Local, Think Global si terrà nei giorni della kermesse il Talent Campus collaterale, che nella corrente edizione si concentrerà sulle soluzioni innovative per i piccoli budget. A causa delle pressioni economiche, infatti, alcune produzioni utilizzano strategie di marketing creative che si trasformano in branding, ma ancora non esistono modelli strategici futuri e concreti.

Federica Polidoro

www.berlinale.de

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Federica Polidoro

Federica Polidoro

Federica Polidoro si laurea in Studi Teorici Storici e Critici sul Cinema e gli Audiovisivi all'Università Roma Tre. Ha diretto per tre anni il Roma Tre Film Festival al Teatro Palladium, selezionando opere provenienti da quattro continenti, coinvolgendo Istituti di…

Scopri di più