L’attore oggi, tra monade e coro. Parte Santarcangelo

Da domani al 17 luglio, la 41esima edizione del Santarcangelo Festival. Diretta da Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, indaga la figura dell’attore e le sue trasmutazioni nella contemporaneità. Così si chiude il progetto triennale di direzione plurale iniziato nel 2009.

Giunto alla sua 41esima edizione, il Festival di Santarcangelo, storica manifestazione dedicata al teatro contemporaneo, sceglie di soffermarsi sulla figura dell’attore e sulle sue possibili declinazioni all’interno della contemporaneità. Un argomento fortemente sentito dalla direttrice artistica della nuova edizione del festival, Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, che, con la sua curatela, chiude il progetto triennale iniziato nel 2009 con la direzione artistica di Chiara Guidi della Socìetas Raffaello Sanzio e proseguito, l’anno successivo, con Enrico Casagrande dei Motus. Tre anni in cui Santarcangelo, affidato alle differenti prospettive creative degli artisti, ha saputo riscoprire la sua vocazione di festival internazionale.
Per volontà degli stessi direttori artistici – supportati dal coordinamento critico-organizzativo composto da Silvia Bottiroli, Rodolfo Sacchettini e Cristina Ventrucci – l’evento si è costituito come una sorta di opera autonoma, un oggetto artistico, una pièce teatrale le cui diramazioni drammaturgiche si snodavano per le viuzze dell’antico borgo medioevale, tra scalinate e torri, balconi, abitazioni, centri commerciali e piazze. “Non il teatro nella città ma la città nel teatro”, dichiarava il sindaco di Santarcangelo, Mauro Morri.

O. Hirata Tokyo Notes L’attore oggi, tra monade e coro. Parte Santarcangelo

Oriza Hirata - Tokyo Notes

Se la curatela di Chiara Guidi era imperniata sul suono focalizzato nelle sue differenti declinazioni artistiche, e se Enrico Casagrande assemblava il suo festival analizzando l’invasione della realtà all’interno della scena teatrale, Ermanna Montanari sceglie di soffermarsi sulla dimensione umana incarnata nella figura dell’attore, al contempo scheletro e misura della scena, punto di crisi, stonatura e margine dell’esistenza. Attore come eretico e custode di un sapere che, per l’attrice del Teatro delle Albe, è prima di tutto politico.“Gli attori nell’antica Grecia erano i tecnici di Dioniso, dove il termine tecnica acquisiva il significato di arte e conoscenza”, afferma. “Più volte mi sono interrogata sul ruolo che oggi l’attore assume nella società. Ho individuato una polarità: l’attore tra monade e coro”.
Questa è la dicotomia sulla quale si costruisce l’intera programmazione del festival, che, ponendo le sue radici nell’antica città di Santarcangelo (culla di poeti come Nino Pedretti, Raffaello Baldini, Tonino Guerra e Gianni Fucci), trova la sua forza motrice nella parola poetica. Una parola verticale, capace di descrivere l’ascensionalità delle strade, delle scalinate e dei vicoli. Mariangela Gualtieri della compagnia Teatro Valdoca è il poeta “muezzin” scelto come custode di questo particolare valore della parola. Attraverso il progetto Bello Mondo, per tutta la durata del festival la poetessa canterà il suo grazie alle genti dal punto più alto della città, lasciando che la sua voce giunga alla piazza, da sempre cuore pulsante dell’evento. È da qui, infatti, che si irradiano le numerose manifestazioni e attività pensate da Ermanna Montanari.
A perpetuare questa natura verticale e ascensionale sono le monadi, figure-mondo di attori e attrici, pronte ad apparire sui balconi di Santarcangelo, nei giardini e in anfratti inattesi. Contrappunto alle monadi sono i cori, che coinvolgono i cittadini di Santarcangelo in canti gregoriani (Coro Gregoriano guidato da Elena Sartori) o nella messa in canto della vita sociale e politica contemporanea (Coro doppio guidato da Dario Giovannini/Aidoru).

Kornél Mundruczó Frankenstein Project L’attore oggi, tra monade e coro. Parte Santarcangelo

Kornél Mundruczó - Frankenstein Project

In questa variopinta superficie si incuneano le opere degli artisti nazionali e internazionali ospitati dal festival. Si parte dal Giappone con la compagnia Seinendan diretta da Oriza Hirata (8-10 luglio) che presenta due lavori di diversa dimensione: l’affresco corale Tokyo Notes e il breve e crudele The Yalta Conference, raffinati lavori sul silenzio, sul vuoto e sulla drammaturgia musicale.
Si chiama Frankenstein Project, invece, l’opera che il regista ungherese Kornél Mundruczò insieme alla sua compagnia presenta in anteprima italiana a Santarcangelo (15-16 luglio) analizzando i meccanismi che originano l’avversione per il diverso e lo recludono nel più profondo inconscio collettivo. Ancora dall’Europa giunge una selezione di artisti europei legati al progetto Intersection della Quadriennale di Praga insieme alle opere video di artisti di fama internazionale come Jerôme Bel e Marina Abramovic
Tra le più significative presenze italiane si possono annoverare Accademia degli Artefatti in scena con il “brechtiano” Orazi e Curiazi (15-17 luglio), Fanny & Alexander coinvolti nell’inaugurazione di un nuovo ibrido di teatro e radiofonia (8-9 luglio) e la compagnia Masque Teatro che, con Just Intonation + Special Coils, è pronta a guardare all’attore come corpo in divenire che sa farsi anche condutture di visioni e prometeo del fulmine.

Bizzarri gli interventi delle compagnie Menoventi e Teatro Sotterraneo. Se i primi, insieme a Daniele Ciprì, divengono attori-cavie per un cortometraggio dal titolo Perdere la Faccia, i secondi organizzano un esperimento per indagare, nella relazione attore/spettatore, i meccanismi del riso.
Una chiamata plurale, rivolta alle compagnie che hanno segnato la direzione artistica triennale 2009/2011, infine, festeggia e chiude questo percorso condiviso: Socìetas Raffaello Sanzio, Motus e Teatro delle Albe presentano i loro nuovi percorsi di ricerca autoprodotti dalle compagnie e da risorse indipendenti da quelle destinate al festival. Un momento di incontro, un dialogo fra tre differenti sguardi, distanti eppure legati da un evidente fil rouge. Chiara Guidi continua la sua riflessione sul suono e sulla trasfigurazione musicale della parola con la lettura della fiaba russa L’uccello di Fuoco, mentre Motus ritorna sull’incursione della realtà nel teatro e sull’intreccio arte e vita rievocando la carica rivoluzionaria del Living Theatre e collaborando con Judith Malina per The Plot is The revolution.

Antonia Baehr Ridere L’attore oggi, tra monade e coro. Parte Santarcangelo

Antonia Baehr - Ridere

Teatro delle Albe, infine, nel coro Eresia della Felicità, mette in scena un plotone di 200 adolescenti provenienti da tutte le parti del mondo pronti a impugnare, in gialla divisa, le parole crepitanti del poeta Vladimir Majakovskij. Così la dicotomia monade/coro sembra assorbirsi nell’elemento umano, nell’immagine di un attore (non-attore), in cui si custodisce, ambiguo e misterioso, ogni atto poetico.

Matteo Antonaci

www.santarcangelofestival.com

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