Fotografia e spiritualità nella mostra di Hans Georg Berger a Lugano

Al Museo delle Culture di Lugano 145 fotografie in bianco e nero ripercorrono la carriera di Hans Georg Berger, autore tedesco che ha coniugato arte dello scatto e ricerca spirituale

È una interessante occasione quella offerta dal Museo delle Culture di Lugano per conoscere il lavoro di grande qualità, ma non così noto al grande pubblico di area italiana, del fotografo tedesco Hans Georg Berger (Treviri, 1955). La disciplina dei sensi, questo il titolo della rassegna curata da Francesco Paolo Campione, è un’importante opportunità di mettere in luce la sua ricerca, anche attraverso la bella monografia edita da Skira.

LA MOSTRA DI BERGER A LUGANO

L’allestimento, assai raffinato, si serve di alcune efficaci accortezze, come quella di utilizzare per le sale dei piani nobili di Villa Malpensata la luce naturale. Il fotografo è nato in una storica città della Germania, quella Augusta Treverorum che ha dato i natali anche al patrono di Milano, Sant’Ambrogio. Berger, nato negli Anni Cinquanta, ha ricevuto una formazione particolare, studiando, a Monaco e negli Stati Uniti, Filosofia delle Religioni. Ha quindi fatto teatro e, a partire dalla fine degli Anni Settanta, si è dedicato al restauro dell’eremo di Santa Catarina sull’Isola d’Elba, di cui sono in mostra belle immagini, realizzate con un bianco e nero morbido, delicato e intenso al tempo stesso. L’antico convento francescano è stato da lui trasformato in un centro internazionale d’arte al cui interno c’è un giardino botanico che ospita la flora spontanea elbana.

Hans Georg Berger. Photo © Daniela Zedda

Hans Georg Berger. Photo © Daniela Zedda

LA FOTOGRAFIA SECONDO BERGER

Uno dei temi fondamentali della ricerca del fotografo tedesco è lo studio della ritualità. La sua indagine è di natura fortemente spirituale. In tal senso vanno intesi i viaggi in Laos, in Tailandia, in Iran, dove Berger è andato a cercare e ha trovato una dimensione altra rispetto a quella dell’occidente degli Anni Settanta e Ottanta in cui si è formato e in cui si trovava a vivere. Tra gli aspetti da evidenziare del cammino di Berger è la fondazione, alla fine degli Anni Novanta, dell’Archivio di Fotografia Buddhista con l’obiettivo di conservare e valorizzare un patrimonio di oltre 35mila immagini prodotte dai monaci dagli albori della scoperta fotografica sino alla fine del XX secolo.
Nel caso di Berger la fotografia è stata, come sottolineato anche da Campione, una cura di matrice esistenziale. In mostra emerge anche la storia del rapporto tra Berger e lo scrittore francese Hervé Guibert, scomparso trent’anni fa, grande appassionato di fotografia, sepolto proprio all’Isola d’Elba.

Angela Madesani

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Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

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