Il nuovo Photography Center del V&A di Londra. Il racconto e le immagini

Il Victoria and Albert Museum di Londra raddoppia lo spazio dedicato alla fotografia con il nuovo Photography Centre. Ecco come si articola, dalla collezione ai progetti.

Il Victoria and Albert Museum di Londra raddoppia lo spazio dedicato alla fotografia con la fase uno del Photography Centre inaugurato nei giorni scorsi. Il nuovo spazio – situato nell’ala Nord-est del museo londinese – si sviluppa su quattro nuove gallerie (in verità sono due grandi gallerie separate, grazie all’uso di diversi colori, in 4 sezioni, per un totale di circa 600 metri quadri) progettate dallo studio di architettura londinese David Kohn Architects e con un lavoro durato 10 mesi. Anche se, sinceramente, ci aspettavamo qualcosa di più incisivo.

L’ALLESTIMENTO

Quando si giunge al nuovo centro, dalla bella Leighton gallery o dalla scalinata che conduce i visitatori dal piano terra, si viene accolti da due vetrine contenenti 150 fotocamere a coprire 160 anni di fotografia, accanto alle due vetrine un utile ed originale angolo “prova”, con 7 macchine fotografiche dalla più antica fino ad una Polaroid instantanea; qui il pubblico può provare ad inquadrare (anche con fotocamere cosiddette a pozzetto) e far click.
Entrando nella prima sala si viene accolti dalle fotocamere sperimentali create da William Henry Fox Talbot, l’inventore inglese della fotografia, ma anche dalle prime stampe create sempre da Talbot e da altri pionieri della fotografia come Julia Margaret Cameron e Roger Fenton. La collezione fotografica del V&A conta oltre ottocentomila fotografie e quindi è quasi semplice riempire le sale con oltre 600 tra oggetti, documenti d’epoca e fotografie.
In occasione dell’apertura del centro fotografico il museo ha commissionato all’artista tedesco Thomas Ruff il lavoro di interpretare in chiave moderna i negativi ispirati da Linnaeus Tripe su India e Burma, realizzati nel 1850 quando era fotografo ufficiale per l’East India Company.

LA COLLEZIONE

Il risultato? Più di 20 stampe elaborate digitalmente e di formato 80x140cm che hanno affascinato sin da subito Ruff ed i curatori del V&A. Naturalmente sono esposte anche delle opere appena entrate nella collezione del V&A ed opere estratte da collezioni private donate o acquisite dal V&A, come quella di John e Judith Hillelson o come quella della collezione dei McCartney con le foto scattate da Linda, moglie di Paul, e dalla figlia Mary. Un tocco di italianità con quattro foto di Gianni Penati recentemente scomparso. Comunicante con la sala principale uno spazio dedicato alle proiezioni di filmati, denominato ‘Dark tent’ ispirato alle camere oscure itineranti dei fotografi del diciannovesimo secolo.
Recentemente la collezione fotografica del V&A è stata arricchita dal trasferimento della collezione della Royal Photographic Society, come sottolineato da Tristram Hunt direttore del V&A. Il Senior Curator del dipartimento fotografia del V&A, Martin Barnes, ha evidenziato come il nuovo Photographic Centre sia il baricentro di tutta l’attività di ricerca, archivio e collezione del dipartimento fotografia del museo ma soprattutto come ci sia una particolare attenzione a coinvolgere visitatori e studiosi di settore in tutti gli aspetti del dipartimento, attraverso accesso agli archivi, conferenze, programmi education per studenti delle scuole d’arte e tante altre iniziative. Entrambi, Hunt e Barnes han fatto riferimento alla seconda fase del Photography Centre, la cui apertura è pianificata per il 2022, e che prevede uno spazio pubblico per la ricerca ed una sorta di residenza fotografica con studio e camera oscura.

-Mario Bucolo

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Mario Bucolo

Mario Bucolo

Mario Bucolo è fotografo professionista (awards winners come si dice di chi ha ricevuto premi e riconoscimenti internazionali), pur amando definirsi ‘artigiano dell’immagine’, specializzato in architettura, landscape, viaggi. Catanese, vive e lavora a Londra da alcuni anni. Ma Mario Bucolo…

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