Agli Uffizi la grande mostra sul Settecento. Per riscoprire il Secolo dei Lumi e le origini del primo museo moderno d’Europa
Proprio nel Settecento, con la fine della dinastia dei Medici, le ricche collezioni d’arte della famiglia vanno a costituire il primo nucleo degli Uffizi. La mostra curata da Simone Verde e Alessandra Griffo riscopre il gusto estetico dell’epoca attraverso 150 opere. Sul percorso anche un cantiere di restauro aperto

Non solo Leonardo, Michelangelo, il Rinascimento a Firenze e il ritrovato Corridoio Vasariano. Se gli Uffizi sono uno dei musei più visitati al mondo, il merito è di una collezione d’arte ricchissima che spazia tra i secoli, cui fa da cassa di risonanza la peculiare articolazione del polo museale, distribuito tra la Galleria raggiungibile da Piazza della Signoria, Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli Oltrarno.
Sotto la direzione di Simone Verde, che all’inizio del 2024 ha preso il testimone di Eike Schmidt, l’impegno si sta concentrando proprio sulla rilettura e valorizzazione delle collezioni per rivendicare un nuovo protagonismo internazionale, a livello scientifico e pubblico. Si procede, dunque, tra riallestimenti e riaperture di spazi recuperati (come le sale dei pittori fiamminghi o il Gabinetto dei Marmi fedelmente ricostruito sul modello ottocentesco), nuovi percorsi – all’inizio del 2025 risale la riapertura degli Appartamenti Reali di Palazzo Pitti, al termine di un lungo restauro, di poco preceduta dall’attesa inaugurazione del “nuovo” Corridoio Vasariano – e importanti acquisizioni, come La Strega di Salvator Rosa acquistata di recente.











La mostra sul Settecento agli Uffizi
In questa direzione va letto anche l’allestimento della grande mostra sul Settecento appena inaugurata nelle sale al pian terreno della Galleria degli Uffizi, con 150 opere già presenti in collezione – molte mai viste, altri invisibili da oltre un decennio a causa dei lavori di ampliamento del percorso espositivo – che raccontano il Secolo dei Lumi nell’interpretazione di maestri del calibro di Goya, Tiepolo, Canaletto, Vigée Le Brun, Liotard, Mengs. L’idea dietro all’organizzazione diFirenze e l’Europa. Arti del Settecento agli Uffiziè quella di ricostruire“un secolo complesso attraverso la sua cultura estetica e allo stesso tempo la trasformazione degli Uffizi nel primo museo moderno d’Europa”, spiega Verde, che della mostra, visitabile fino al prossimo 28 novembre, è curatore insieme ad Alessandra Griffo, responsabile della Pittura del Settecento nell’organigramma del polo fiorentino.

Le opere in mostra per “Firenze e l’Europa. Arti del Settecento agli Uffizi”
Il percorso si snoda tra dipinti e sculture, mobilia, porcellane, stampe e un grande arazzo, portando anche il pubblico a confronto con il restauro “in diretta” di un’opera: la grande tela con Lo Sposalizio Mistico di Santa Caterina (1746) del pittore francese Pierre Subleyras, arrivata agli Uffizi la scorsa estate proprio come risultato della politica di mirate acquisizioni varata dalla nuova direzione (il dipinto è stato acquistato alla fiera TEFAF a febbraio 2024). In occasione della mostra è stato inoltre ricostruito, secondo la moda del Settecento (e l’immaginario del marchese De Sade descritto nel romanzo Juliette), un Gabinetto delle Antichità Erotiche, con sculture di nudo e a tema erotico. Tra le opere esposte, a partire dalla produzione dei primi decenni del secolo, al tempo degli ultimi Medici, si segnalano soggetti religiosi, ritratti celebrativi e pure una nuova ritrattistica di stampo meno ufficiale, figlia della cultura illuministica; una sezione è dedicata alla riscoperta dei Primitivi, un altro focus si concentra sul dilagante gusto per l’esotico. C’è poi un saggio approfondito di ciò che si produceva in tutte le scuole pittoriche d’Italia. Mentre una sala esplora l’emergere dell’estetica del Sublime. La conclusione dell’itinerario è affidata a una serie di opere legate al Grand Tour, tra cui due vedute di Venezia del Canaletto, una visione del Vesuvio in eruzione di Thomas Patch e souvenir a tema.

Il Settecento, Firenze e gli Uffizi. La nascita del primo museo moderno d’Europa
Si racconta così un’epoca di cambiamenti cruciali per il pensiero, l’estetica, il gusto occidentale, e anche per gli stessi Uffizi, che nel Settecento si trasformarono da scrigno di collezioni reali nel primo museo moderno d’Europa, grazie al patto stabilito dall’ultima discendente dei Medici, Anna Maria Luisa, che certificando nel 1737 la fine della dinastia ne vincolò il ricco patrimonio di opere d’arte a Firenze, “per ornamento dello Stato”. Il 24 giugno del 1769, nel giorno della festa del patrono della città San Giovanni, il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo avrebbe consentito ai cittadini l’accesso libero al museo, avvalorando la direzione indicata qualche decennio prima.
Nell’illustrare gli obiettivi della mostra, Verde sottolinea la volontà di intrecciare il racconto dello spirito del tempo con la storia all’origine degli Uffizi, per celebrarne la modernità, allora come oggi: “Il Settecento fu un secolo estremamente sfaccettato. Ne abbiamo fatto un racconto complesso e ricco di sottotesti e sfumature, che abbiamo costruito con pazienza e dedizione, mettendo a disposizione del pubblico opere della collezione non viste da molti anni o addirittura mai esposte”. “Oggi a Firenze arrivano ogni anno milioni di persone attratte dal mito del primo Rinascimento. Ecco, la riscoperta di questo periodo avvenne proprio nel corso del Settecento”, evidenzia Griffo a sottolineare l’importanza dello snodo culturale rappresentato del Secolo dei Lumi.
Livia Montagnoli
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