Tra simboli, riti e ornamenti. Una mostra sulla storia del tatuaggio a Milano
Da gesto pratico a segno di identità, il tatuaggio si racconta in una storia lunga cinquemila anni, unendo il corpo al disegno. Ad approfondire il tema da un punto di vista storico, culturale e antropologico è il Mudec di Milano
![Tra simboli, riti e ornamenti. Una mostra sulla storia del tatuaggio a Milano](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/02/3.Ritratto-di-Venitucci-Giovanni-stampa-al-carbone-post-1914-1024x802.jpg)
Secondo le ultime statistiche, l’Italia è al primo posto per numero di persone tatuate, con il 48% della popolazione adulta, seguita dalla Svezia (47%) e dagli Usa (46%). Un dato che, pur restituendo un ritratto di un fenomeno sociale e culturale recente, si caratterizza anche in virtù di un’antica tradizione che affonda le sue radici nel bacino del Mediterraneo. Sulla base di queste considerazioni, e con l’intento di approfondire l’arte del tatuaggio da un punto di vista storico – culturale e antropologico, nasce Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo, la mostra che sarà ospitata al Mudec di Milano a partire dal 28 marzo (e fruibile fino al 28 luglio), a cura di Luisa Gnecchi Ruscone (massima esperta italiana di storia del tatuaggio) e Guido Guerzoni, con la collaborazione di Jurate Francesca Piacenti.
Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo: la mostra al Mudec di Milano
La mostra Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo si compone di una ricca raccolta di oggetti, reperti storici, strumenti, materiali sonori, video-installazioni, incisioni, testi e riproduzioni provenienti da istituzioni e raccolte museali, tra cui il Museo archeologico dell’Alto Adige, il Museo di antropologia criminale Cesare Lombroso dell’Università di Torino e il Museo Nazionale delle arti e delle tradizioni popolari di Roma. Attraverso un approccio storico – culturale il Mudec ripercorre le tappe fondamentali della storia del tatuaggio con un percorso cronologico allestito dallo studio di design meneghino Dotdotdot.
![Gordon Henrici. Donna Dyak in una canoa che porge suo figlio ad una donna sulla sponda del fiume_ e un uomo tatuato con diversi oggetti (1839)](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/02/6.-Gordon-Henrici.-Donna-Dyak-in-una-canoa-che-porge-suo-figlio-ad-una-donna-sulla-sponda-del-fiume_-e-un-uomo-tatuato-con-diversi-oggetti-1839-768x509.jpg)
![Cratere con donne Traci che attaccano Orfeo. 360 BC. Allard Pierson Museum, Amsterdam](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/02/7.-Cratere-con-donne-Traci-che-attaccano-Orfeo.-360-BC.-Allard-Pierson-Museum-Amsterdam-768x514.jpg)
![Te Kuha: a carver and warrior. Watercolour by H.G. Robley](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/02/11.-Robley-Horatio-Gordon.-Te-Kuha_-intagliatore-e-guerriero.-Acquarello.-Wellcome-Collection-768x957.jpg)
![Foglio con stampa positiva marche da tatuaggio loretane, sec XX, stampa e timbro su carta, courtesy Museo delle Civiltà . Collezione Arti e Tradizioni Popolari](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/02/5.-Foglio-con-stampa-positiva-marche-da-tatuaggio-loretane-sec-XX-stampa-e-timbro-su-carta-courtesy-Museo-delle-CiviltA-.-Collezione-Arti-e-Tradizioni-Popolari-768x1223.jpg)
![Ritratto-di-Emiliano-Sanz-Saez-aristotipo-inizio-XX-secolo](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/02/1.Ritratto-di-Emiliano-Sanz-Saez-aristotipo-inizio-XX-secolo-768x903.jpg)
![Donna magrebina anno 1907 foto di Lehnert & Landrock (Rudolf Franz Lehnert ceco) e Ernst Heinrich Landrock (tedesco), società fotografica a Tunisi, Cairo e Lipsia fino al 1940](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/02/1.Donna-magrebina-anno-1907-foto-di-Lehnert-Landrock-Rudolf-Franz-Lehnert-ceco-e-Ernst-Heinrich-Landrock-tedesco-societA-fotografica-a-Tunisi-Cairo-e-Lipsia-fino-al-1940-768x983.jpg)
![jodi-hilton-i-last-tattoed-woman-of-kobanei-surua-anlaurfa-turkey-2014](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2024/02/jodi-hilton-i-last-tattoed-woman-of-kobanei-surua-anlaurfa-turkey-2014-768x1149.jpg)
Parola ai curatori Luisa Gnecchi Ruscone e Guido Guerzoni della mostra sui tatuaggi a Milano
“Non si sa esattamente perché il tatuaggio abbia da sempre suscitato tanto fascino sugli esseri umani, né si conoscono le origini e le radici dell’impulso che li attrae verso di esso”, spiega la co-curatrice Luisa Gnecchi Ruscone. “Eppure è certo che il gesto di incidere sulla propria pelle un segno indelebile è indissolubilmente legato all’atto primario di fare arte, con qualunque strumento, e probabilmente questo mistero è ancora oggi parte integrante del suo fascino”. Anche il co-curatore Guido Guerzoni sottolinea che “per la prima volta sono presentati i sorprendenti materiali italiani, che documentano la persistenza millenaria di una tradizione tricolore che dall’antichità è giunta intatta sino alla metà del Novecento, a dimostrazione del fatto che il tatuaggio non è un’esotica invenzione polinesiana ma una pratica che non è mai scomparsa dal territorio europeo e dal bacino mediterraneo”.
Valentina Muzi
Milano//dal 28 marzo al 28 luglio 2024
Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo
Mudec
Via Tortona 56
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