Il video in cui Giuliano Gori racconta il progetto artistico di Fattoria di Celle

Il collezionista Giuliano Gori - morto poche ore fa - racconta in una preziosa intervista il progetto artistico di Fattoria di Celle, che doveva necessariamente essere "di ampio respiro". Il video

“Perché ho aperto al pubblico la Fattoria di Celle? Semplice, non aveva senso alzarmi la mattina e bearmi per la mia bravura passeggiando da solo tra le opere. O era un progetto di ampio respiro o conveniva smettere”, afferma Giuliano Gori, il grande collezionista scomparso il 26 gennaio all’età di 94 anni.

Il Parco di sculture di Celle

In questo video di Roberto Dassoni realizzato nel 2020 in occasione della mostra La Rivoluzione siamo noi. Collezionismo italiano contemporaneo curata da Alberto Fiz negli spazi piacentini di XNL e della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, Gori racconta a Eugenio Gazzola la nascita del suo progetto più importante, il parco di scultura nella Fattoria di Celle diventato in tutto il mondo un punto di riferimento per l’arte ambientale.

Dal 1976 al 2018 sono state collocate 80 installazioni (26 in spazi interni) di artisti che spaziano da Marino Marini a Richard Serra; da Robert Morris a Sol Lewitt; da Dennis Oppenheim a Mauro Staccioli, da Fausto Melotti a Daniel Buren: “Celle era diventata una grande famiglia in cui si viveva quotidianamente con gli artisti e bisognava essere anche bravi psicologi per comprendere le esigenze di tutti”, racconta Gori che tra i tanti aneddoti ricorda quella volta che Dennis Oppenheim e Alice Aycock sparirono per qualche giorno e al loro ritorno annunciarono di essersi sposati.

Le testimonianze su Giuliano Gori

“Giuliano Gori è stato l’ultimo imperatore”, afferma Fiz. “Non solo straordinario collezionista, ma soprattutto un visionario che ha realizzato le sue scelte in totale libertà e indipendenza. Lungimirante e generoso, incuteva timore e rispetto ai suoi interlocutori. Ma dietro al suo aspetto severo, si nascondeva l’ironia sarcastica tipicamente toscana. Giuliano non sopportava le banalità né tanto meno le piaggerie. Amico fraterno di Osvaldo Licini, Alberto Burri e Fausto Melotti, non derogava mai dai suoi obiettivi e gli artisti veri sapevano che su di lui potevano sempre contare”.

L’artista cileno Roberto Sebastian Matta affermava: “Ammiro Giuliano perché non mette la vita in banca”. Di pochi altri collezionisti si può dire lo stesso.

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Redazione

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