Le bandiere panate e fritte di Kiyan Williams in mostra a Milano

Per liberarsi dagli stereotipi sociali, l’artista manda in rovina i simboli del potere americano. Per esempio? Beh impanando e friggendo la bandiera USA

Peres Projects presenta, nella sua sede milanese, la prima mostra italiana dedicata a Kiyan Williams (Newark, 1991). Unendosi al coro della decolonizzazione del contemporaneo, l’artista americano esprime il suo sforzo in modo curioso. La sua riflessione si snoda attorno alla fertilità della terra e di ciò che è in rovina. Per giungere, poi, alle incrostazioni ideologiche espresse da bandiere fritte, coperte di spezie e pastella. “Assapora ciò che persiste” (Christina Sharpe, Ordinary notes, Note 188), questo è lo spirito con cui si è invitati a entrare in contatto con le opere. Il significato simbolico degli oggetti si stratifica e si insaporisce solo con il tempo.

Kiyan Williams, Fried and Suspended Flag, 2023. Courtesy Peres Projects

Kiyan Williams, Fried and Suspended Flag, 2023. Courtesy Peres Projects

L’ARTE DI KIYAN WILLIAMS CONTRO IL COLONIALISMO

La terra, scura come il colore della sua pelle, è centrale nella produzione di Williams. Scavare la terra ha un effetto catartico: libera dai pregiudizi e dal peso del passato coloniale, mai del tutto abbandonato. Lo sporco, la decadenza, la rovina: sono tutti scarti della società che diventano occasione di rigenerazione. Come dalla decomposizione del terreno può nascere nuova vita, così le sue sculture, scavate nel passato, vogliono costruire un nuovo futuro. Più giusto. Più aperto alla diversità.

Kiyan Williams, Molten Statue of Freedom, 2023. Courtesy Peres Projects

Kiyan Williams, Molten Statue of Freedom, 2023. Courtesy Peres Projects

LE OPERE DI KIYAN WILLIAMS IN MOSTRA A MILANO

A Past That Is Future Tense si articola tra sculture e icone americane che testimoniano una società in rovina. L’artista si appropria degli emblemi del potere, stravolgendone il significato. Colonne dai capitelli dorici e corinzi (Collapsed Columns, 2023), simbolo degli “imperi “, si combinano a formare una X: la lettera del genere indefinito e non binario. Un inno alla diversità. Analogo messaggio si desume dai busti neoclassici (Molten Statue of Freedom 1-2, 2023), il cui candore marmoreo è sporcato da un misto scuro di terra e cromo. La Statua della Libertà del Campidoglio di Washington perde l’aquila dalla testa, barattata con un elmo da battaglia. A ben vedere, la libertà è ancora da conquistare.
Conclude la mostra una selezione di bandiere americane (Fried and Suspended Flag, 2023), letteralmente impanate e speziate. Poi fritte. Sono il risultato di una performance partecipativa che ha coinvolto il pubblico nella “cottura”. E rappresentano le ideologie, incrostate nella memoria. La chiave di lettura è nelle spezie: prima oggetto dei traffici coloniali, oggi popolare condimento della cucina americana. Passato, presente, e futuro si legano insieme in un continuo stravolgimento di significati.

Emma Sedini

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Emma Sedini

Emma Sedini

Milanese ed etrusca in parti uguali, Emma Sedini è nata a Milano nel febbraio del 2000. Si definisce “artista” per la sua indole creativa e pittorica, ma è laureata in Economia e Management per l’Arte all’Università Bocconi, e tutt’ora frequenta…

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