La pittura di Kiril Hadzhiev al Castello di Rivara

Uno scultore che fa pittura. Le figure perdono i propri contorni nei dipinti dell’artista bulgaro, che porta negli spazi di Davide Paludetto una riflessione sull’essere umano

Lo spettatore è solo, scrive Fabio Vito Lacertosa nel testo critico che accompagna la mostra di Kiril Hadzhiev (Sofia, 1990) al Castello di Rivara, negli spazi del gallerista Davide Paludetto. E forse, in parte, lo è anche l’artista. Escluso, nell’atto del creare, da ogni rapporto di presenza o vicinanza di altri, se non di se stesso. Eppure un momento d’incontro è inevitabile. In uno spazio, quello dell’arte appunto, dove si gioca al gioco del significante e del significato. Di cosa voglio dire io. Di cosa vuoi (o puoi?) leggere tu. Ammesso poi che una volontà di significato ci sia. Ecco che nella mostra di Hadzhiev uomo chiama uomo e l’unica risposta possibile sta nel silenzio, dove “io” e “tu” si confondono. Dove non c’è facoltà di dialogo, ma solo di ascolto reciproco.

Kiril Hadzhiev, Untitled 25, 2023, dettaglio

Kiril Hadzhiev, Untitled 25, 2023, dettaglio

LA MOSTRA DI KIRIL HADZHIEV A RIVARA

Soggetto è il corpo che, nelle tele dell’artista bulgaro, diviene presenza di pura figurazione, ma senza disegno preparatorio. Non c’è linea, solo colore. Non c’è contesto spaziale, solo volume.
Hadzhiev è scultore e porta la capienza della scultura nella pittura, che diviene materia quasi a seguire leggi congenite, interne, insondabili.
Tra forma ed esperienza visiva, la figura umana di Hadzhiev cerca una sua collocazione che non può però essere definitiva. È un’umanità muta e silente, espropriata di una finalità che rimane nascosta. Un’umanità di soglia, punto sospeso tra l’animale e il divino, più vicina al suolo che agli astri però. L’uomo di Hadzhiev è orfano del suo tempo. Un tempo che manca di senso e di direzione. Un uomo a cui sembra mancare la storia. Un uomo che sta nella pittura, unico luogo possibile per l’intuizione di un qualche significato, unico spazio di una possibile esistenza, unico contesto di realtà.

Sara Panetti

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Sara Panetti

Sara Panetti

Sara Panetti (Ivrea, 1983), laureata in Metodologia e storia del museo, del restauro e delle tecniche artistiche all’Università degli Studi di Torino, è Dottore di Ricerca nello stesso ateneo. Curatrice indipendente, scrive per Titolo – Rivista scientifico-culturale d’arte contemporanea (Rubbettino…

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