Morta Irma Blank. L’artista che ha restituito l’autonomia al segno e alla scrittura

L’artista che ha trasformato la scrittura in puro segno è scomparsa a 89 anni. Nella sua ricerca, pittura, disegno e forma si fondono in opere intime ma dal linguaggio universale

È morta a 89 anni Irma Blank, artista tedesca trapiantata in Italia nei primi anni Cinquanta. Arrivata nel ’55 a Siracusa, Blank ha poi deciso di trasferirsi a Milano negli anni Settanta, dove ha vissuto e operato fino alla fine dei suoi giorni. Di lei rimarrà impresso il segno, cifra che ha distinto la sua ricerca artistica realizzando grandi cicli di opere dalla forte tensione introspettiva. Nei suoi lavori il significato verbale si è espresso per mezzo di linee, volumi, forme, facendo respirare la scrittura e trasformandola “nella casa dell’essere”, come sottolineava l’artista stessa. Nel corso della sua lunga carriera ha ottenuto diversi riconoscimenti e partecipato a numerose mostre (collettive e non) sia in Italia sia all’estero: Documenta 6 a Kassel, la 38th Biennale di Venezia nel 1978, il MoMa di New York e la Biblioteca Nazionale di Francia, per citarne solo alcuni. Nel 2013 è stata la volta della mostra alla Galleria d’arte contemporanea di Bologna P420, dal titolo Senza Parole, ripercorrendo l’intera carriera di Blank.

57. Biennale di Venezia, Giardini ,Irma Blank, ph. Irene Fanizza

57. Biennale di Venezia, Giardini ,Irma Blank, ph. Irene Fanizza

IRMA BLANK: IL SEGNO DELLA SCRITTURA

“Libero la scrittura dal senso e metto in evidenza la struttura, l’ossatura, il segno nudo, il segno come tale che non rimanda ad altro che a sé stesso”, ha dichiarato l’artista. “Rimanda al serbatoio energetico, alla spinta iniziale, la spinta sorgiva, al desiderio di rivelarsi, di uscire dal luogo della notte, segreto, chiuso. Traccia di pura energia. È la parte portante, la parte perenne, universale, non più legata a nessuna lingua in particolare”. Le catene di significati reconditi si slegano dalle lettere, dalle parole, lasciando che l’inchiostro blu riempia il vuoto bianco della superficie, come nell’opera Avant – testo II del 1999. Nei primi anni Duemila, l’approccio nei confronti della scrittura cambia, come ne La lingua ritrovata, poesia minima; per poi passare alla “seconda vita”, alla traccia che segna il “vuoto bianco” nella serie più recente Gehen (“andare” in tedesco). Un’espressione ricorrente, tanto da diventare tema di discussione all’interno di un’intervista condotta da Luca Arnaudo su Artribune, alla quale Blank risponde “Io penso che siamo dentro il nostro fare, attraverso il nostro corpo, nel tempo. Il tempo ci accompagna, ma anche noi facciamo lo stesso con lui e, mentre procediamo, ogni accadimento, compresi gli errori, si equilibra, fino a che la vita coincide con un percorso di segni, una via che va dall’inizio alla fine. Questo movimento è leggibile in ogni mio lavoro, ma di recente c’è stato un evento personale che mi ha segnato, una malattia che non mi consente più di camminare. Come sempre succede c’è prima una mancanza, una sofferenza, e da lì nasce il gesto creativo. Ora io vivo un rapporto molto diverso con quello che faccio: prima di questo blocco io sono sempre andata dall’interno verso l’esterno, pensavo sempre allo strumento mano per andare verso gli altri. Ora io penso al piede, alla terra, allo spazio da percorrere. Da un anno e mezzo chiamo tutti i miei nuovi lavori Gehen. Second Life: e vede, in questi lavori io mi muovo di nuovo, vivo l’andare”.

Irma Blank, Bleu Carnac (1992). Installazione dell’opera per la 17a Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 30 ottobre 2020-18 luglio 2021. Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma, foto DSL Studio

Irma Blank, Bleu Carnac (1992). Installazione dell’opera per la 17a Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 30 ottobre 2020-18 luglio 2021. Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma, foto DSL Studio

MORTA IRMA BLANK. IL RICORDO DELLA QUADRIENNALE DI ROMA

Nel corso della sua carriera, Irma Blank ha partecipato a tre edizioni della Quadriennale d’arte di Roma. Nella più recente, dal titolo “FUORI” ospitata negli spazi di Palazzo delle Esposizioni, l’artista era stata scelta dai curatori Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol tra le figure emblematiche di una rilettura dell’arte italiana dagli anni Sessanta ad oggi, annoverandola tra le visioni indipendenti e i modelli artistici alternativi alle narrazioni dominanti. “La scomparsa di Irma Blank è una grande perdita, la sua forza espressiva ha rappresentato un unicum nel panorama contemporaneo” così Umberto Croppi ricorda la grande artista tedesca. “Nell’ultima edizione della Quadriennale d’Arte la sua imponente opera Bleu Carnac fu scelta dai curatori come istallazione centrale della mostra al Palazzo delle Esposizioni“. Infatti, le 38 tele formavano un corridoio pulsante e ipnotico che rievocava gli allineamenti megalitici di Carnac in Bretagna, un percorso sacro scandito dal ritmo creato dal colore e dalle pause. “L’artista lascia l’eredità di ricerca e sperimentazione di una poetica destinata ad occupare un capitolo di rilievo nella storia dell’arte“, conclude Croppi.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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