I ritratti in vetro frantumato di Simon Berger in mostra a Venezia

Al Museo del Vetro di Murano la mostra dell’artista che sceglie il materiale veneziano per eccellenza come base di partenza per i suoi ritratti frantumati

Sfidare l’aporìa della materia e rendere resiliente un elemento che per sua natura non lo è.
Consiste in questo il gesto estremo e trasgressivo che Simon Berger (Herzogenbuchsee, 1976) compie nella creazione delle opere esposte nella mostra Shattering Beauty, allestita al Museo del Vetro di Murano.
Si tratta di un allestimento site specific del quale fanno parte una ventina di opere totalmente inedite e realizzate in occasione dell’evento muranese. Sono ritratti in vetro frantumato dall’inafferrabile caratteristica tecnica, al limite fra la scultura, l’incisione, il disegno e la fotografia, il tutto realizzato con uno strumento insolito e dirompente, ovvero il martello.
Simon Berger, formatosi come falegname, da alcuni anni ha deciso di trasferire la sua competenza sul vetro, il safety glass (quello dotato al suo interno di pellicola protettiva).
La pressione che Berger imprime nell’atto di “martellare” il vetro produce incrinature, incisioni e crepe in grado di modellare la materia e creare sfumature e ombreggiature differenti, le quali danno corpo alle sue opere d’arte: ritratti di volti. L’alto grado di fragilità del vetro non assicura un risultato scontato, e questo enigma rende ancora più accattivante la realizzazione delle sue opere.

Shattering Beauty, Simon Berger, photo credit Savino Cancellara

Shattering Beauty, Simon Berger, photo credit Savino Cancellara

LA MOSTRA DI SIMON BERGER A MURANO

Trasportato in un gioco di specchi e vetri in grado di moltiplicare gli sguardi, di modificare le prospettive e creare dimensioni plurime, il visitatore si ritrova in un allestimento “immersivo” con il quale ‒ precisa Sandrine Welte, co-curatrice della mostra insieme alla responsabile del museo, Chiara Squarcina – si intende sottolineare il legame che da sempre esiste tra il vetro e la città di Venezia.
La bellezza dei ritratti di Berger, così come la trasparenza e la fragilità del supporto, rimandano ancora una volta alla città che per prima in Europa ha carpito al Medio Oriente i segreti della fabbricazione del vetro e ne ha sviluppato la tecnica. Il rapporto tra le opere in mostra e la storia del vetro è profondo e sottolinea ‒ come afferma Squarcina ‒quanto il dialogo contemporaneo con la tradizione artistica sia un’ulteriore testimonianza della vitalità del vetro e delle sue infinite potenzialità di rinnovamento.

Adriana Scalise

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Adriana Scalise

Adriana Scalise

Adriana Scalise lavora presso l'Archivio della Biennale di Venezia, laureata in Lingue Orientali (Arabo) e in Conservazione dei Beni Culturali (Storia dell'Arte) da oltre dieci anni nutre interesse nei confronti della Fotografia nelle sue varie declinazioni (storia, estetica e pratica…

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