Luce, acqua e vetro nella mostra di José Angelino e Tristano di Robilant a Roma

Parola d’ordine: lucentezza. È questo il tratto che accomuna i lavori di José Angelino e Tristano di Robilant in mostra presso la galleria Alessandra Bonomo a Roma

La galleria Alessandra Bonomo a Roma si irradia di luce. È quella emanata dalle opere di José Angelino (Ragusa, 1977) e quella riflessa sulle sculture traslucide di Tristano di Robilant (Londra, 1964). Non una doppia personale, bensì “un dialogo intimo e organico”, come lo definisce Lorenzo Madaro, autore del testo critico in catalogo. Un progetto espositivo che si pone in continuità con la mostra Oblique magie del tempo (conclusasi a Bari lo scorso 15 febbraio) e che offre al pubblico romano una selezione di lavori accomunati dall’impiego del vetro, seppur con esiti distinti, e dalla luce quale efficace mezzo espressivo.

Josè Angelino, Sintonie 2022, vetro soffiato, gas Argon, gas Neon, marmo di carrara, Foto © Simon d'Exéa, Courtesy Galleria Alessandra Bonomo

Josè Angelino, Sintonie 2022, vetro soffiato, gas Argon, gas Neon, marmo di carrara, Foto © Simon d’Exéa, Courtesy Galleria Alessandra Bonomo

LE OPERE DI JOSÉ ANGELINO IN MOSTRA A ROMA

Affascinato dall’accadimento e spinto dall’esigenza di indagare i fenomeni naturali, José Angelino trasforma il proprio studio in un piccolo laboratorio di fisica. L’artista siciliano ‒fisico di formazione ‒ concepisce suggestivi oggetti che rinunciano alla staticità dei medium tradizionali, realizzando sculture in vetro soffiato animate da energia e dai gas Neon o Argon che, attraversandole, le colorano. L’occhio dello spettatore segue la traccia luminosa che percorre i lavori di Angelino (Confini, 2021), una scia colorata a tratti ostacolata da intenzionali interferenze: trucioli di ottone, cumuli di marmo di Carrara e nodi che soffocano l’involucro vitreo. Infine, il respiro della Terra ‒ come viene definita la frequenza di Schumann ‒ attiva l’opera Sintonie (2022) attraverso un campo elettromagnetico artificiale.

Installation view Galleria Alessandra Bonomo, Josè Angelino e Tristano di Robilant, Foto © Simon d'Exéa, Courtesy Galleria Alessandra Bonomo

Installation view Galleria Alessandra Bonomo, Josè Angelino e Tristano di Robilant, Foto © Simon d’Exéa, Courtesy Galleria Alessandra Bonomo

ACQUA E VETRO SECONDO TRISTANO DI ROBILANT

Complementari alle opere di Angelino sono le sinuose forme che ritmano la materia nei lavori di Tristano di Robilant: bolle vitree si fagocitano vicendevolmente in una matrioska diafana (Milleseicento, 2021), e tersi agglomerati di vetro veneziano danzano in equilibrio transitorio (Cippo Rosa, 2021). La selezione di Tristano di Robilant si concentra prevalentemente sulla produzione di esemplari in vetro, opere realizzate in collaborazione con il maestro vetraio Andrea Zilio della fornace Anfora di Murano. Il rimando all’acqua lagunare del vetro fuso si arricchisce di citazioni bibliche e suggestioni poetiche legate ai versi di Vincenzo Cardarelli, come testimoniano le citazioni in rilievo sui tre orci in ceramica.

Gemma Gulisano

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