È stato l’artista Patrick Tuttofuoco a disegnare i trofei per il Gran Premio di Monza

Dopo le opere realizzate per Imola nel 2021, Pirelli torna a coinvolgere un artista per il trofeo di un Grand Prix italiano. Il lavoro di quest'anno, in metacrilato fluo, s’ispira alla forma “infinita” del Nastro di Möbius

Celebrare la storia italiana dei Grand Prix e i cent’anni di costruzione del circuito F1 di Monza in un colpo solo, commissionando un trofeo che è anche un’opera d’arte: è ciò che ha fatto Pirelli chiedendo all’artista italiano Patrick Tuttofuoco (Milano, 1974) di realizzare un’opera per il Gran Premio di Monza dell’11 settembre 2022. Per il secondo anno di fila, la multinazionale guidata da Marco Tronchetti Provera – che festeggia quest’anno i suoi 150 anni – porta l’arte contemporanea nella massima categoria di monoposto della Federazione Internazionale dell’Automobile, grazie alla mediazione del Pirelli Hangar Bicocca di Milano. L’anno scorso era stata la volta della scultura a saetta realizzata da Alice Ronchi (Ponte dell’Olio, 1989) per il GP di Imola, e come l’anno scorso anche nel 2022 il gradino più alto del podio e la relativa opera sono andati a Max Verstappen, pilota belga-olandese che corre per la Red Bull.

L’OPERA DI PATRICK TUTTOFUOCO PER ONORARE LA TRADIZIONE DEI GRAND PRIX

I tre trofei disegnati da Tuttofuoco sono realizzati in metacrilato colorato fluo e prendono spunto dal famoso Nastro di Möbius, una figura topologica non orientabile, cioè che non ha due facce distinte, e che ricorda il simbolo dell’infinito. Attraverso questa forma astratta e fluida, le opere vogliono rappresentare sia la forma del tempo e la sua ciclicità, sia la velocità delle auto da corsa. La struttura a nastro caratterizzata da colori fluo resi in trasparenza, dicono da Pirelli, è modellata attraverso un complesso processo tecnologico che prevede una fase di fresatura digitale di un blocco di metacrilato seguita da un passaggio artigianale per la colorazione. “Il trofeo ha la forma del tempo, di un tempo che tende all’assoluto per la sua ciclicità. Esso rivela una dimensione di continuità e fluidità che si materializza nelle piste di Formula 1”, racconta Patrick Tuttofuoco, che ha scelto di nominare l’opera Eon, dal nome della più estesa unità cronologica che traccia l’età della Terra, che va oltre la dimensione dell’uomo e tende all’infinito. “Sono partito da una composizione digitale che trae origine dal Nastro di Möbius dove interno ed esterno coincidono e dove non vi è origine e fine. Partendo da questa immagine, è stato poi realizzato un volume di metacrilato modellato con una fresa numerica. Da questo processo tecnologico scientifico è nata una forma che ha l’eleganza del tempo e la trasparenza di un’energia impalpabile”.

– Giulia Giaume

www.pirelli.com

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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