Il nuovo Museo Diffuso di Arte Contemporanea di Catanzaro raccontato dai fondatori
L’Italia è il paese dei festival culturali. A Catanzaro questa tendenza (forse eccessiva) ha avuto esiti virtuosi: un festival è finito e la sua produzione culturale si è trasformata in un museo. La storia del MUDIAC
Che cosa è il MUDIAC – Museo Diffuso di Arte Contemporanea che ha appena inaugurato il Calabria? Una trentina di opere d’arte sparse in città. Alcune in centro, alcune in periferia, alcune isolate, alcune vicine ad altre, alcune in quartieri difficili o difficilissimi. Molte realizzate in maniera partecipativa, con i cittadini e i residenti. Alcune piccole, altre maestose e monumentali. Insomma, una sorpresa per qualsiasi visitatore che transiti nella “città del vento” capoluogo di Calabria. Succede a Catanzaro dove un celebre festival di street art e muralismo, Altrove, ha interrotto le sue edizioni nel 2019 dopo 6 anni di intensissima attività e dove però l’effimera proposta culturale estiva e festivaliera si è trasformata nella forma più istituzionale di autentico museo. Nessuna sede, nessun palazzo, nessuna sala da visitare però. Semplicemente la musealizzazione delle opere lascito dalle varie edizioni del festival negli anni, alcune firmate da super nomi del settore.
IL NUOVO MUDIAC DI CATANZARO RACCONTATO DAI FONDATORI
Vincenzo Costantino, Edoardo Suraci e Paola Galuffo – il team del nuovo museo – hanno intercettato i necessari finanziamenti e hanno realizzato un sito-guida funzionalissimo, hanno dotato tutti i muri di codici qr, didascalie evolute e informazioni tecniche e hanno inaugurato il MUDIAC. Ora si tratta di implementare le attività museali proprie di qualsiasi istituzione culturale: le visite guidate, le audioguide direttamente su smartphone, l’accoglienza dei turisti, il coinvolgimento degli studenti e delle scuole. Anche perché attorno alle dinamiche dell’arte nello spazio pubblico Catanzaro potrebbe individuare la sua specifica identità culturale vista anche l’importante presenza del Parco della Biodiversità, altro esempio di polo di arte pubblica. Ecco perché è un peccato che all’inaugurazione il sindaco non si sia presentato limitandosi a inviare un messaggio formale… Paola, Edoardo e Vincenzo riflettono con noi circa questo progetto in questa lunga videointervista.
– Massimiliano Tonelli
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