Storie dall’Ucraina: la mostra al MAXXI di Roma

140 opere di piccolo formato raccontano l’arte contemporanea in Ucraina oggi, alle prese con la guerra da otto anni a questa parte. Il ricavato della mostra al MAXXI di Roma sarà devoluto in favore della popolazione

Si intitola Ukraine Short Stories la mostra che evidenzia l’impegno del MAXXI a sostegno della popolazione ucraina, costretta a fuggire dalle proprie case e ad assistere alla devastazione della propria terra. Il progetto rappresenta un fuori programma rispetto al calendario già annunciato dalla Fondazione MAXXI per il 2022, e porta a Roma la collezione di opere di artisti ucraini contemporanei che ha preso forma nel 2015 nell’alveo dell’Imago Mundi Collection di Luciano Benetton, nata dieci anni fa con l’idea di mappare le diverse esperienze artistiche contemporanee del mondo (oggi raccoglie le opere di oltre 26mila artisti, di 163 Paesi e comunità native). La data non è casuale, e ci ricorda l’aspetto più subdolo delle guerre moderne, percepite come reali solo quando arrivano i riflettori a illuminarle: Solomia Savchuk, Head of Contemporary Art al Mystetskyi Arsenal di Kiev e curatrice della collezione, ha concepito il progetto a seguito dello scoppio della guerra nella regione – ormai tristemente balzata agli onori della cronaca – del Donbass, nel 2014, prodromo di un conflitto tra Russia e Ucraina che si protrae ininterrottamente da otto anni, e ora esplode nell’ingiustificata invasione dell’intero Paese da parte dell’esercito russo.

Ukraine Short Stories. Victor Sydorenko, dalla serie Levitazione, 2015, olio su tela

Ukraine Short Stories. Victor Sydorenko, dalla serie Levitazione, 2015, olio su tela

L’ARTE ALLE PRESE CON LA GUERRA

I lavori dei 140 artisti selezionati, realizzati tra il 2014 e il 2015, infatti, sono fortemente legati allo stato di guerra con cui l’Ucraina è stata costretta a misurarsi da tempo, come pure ai profondi cambiamenti cui il Paese è andato incontro per autodeterminarsi in uno scacchiere geopolitico molto complesso. “Il progetto che vedete oggi è stato creato dopo Maidan, e dopo l’annessione della Crimea e l’occupazione di Donetsk e Luhansk”, spiega Solomia Savchuk, che prosegue sulla situazione attuale: “La gente comune ha imparato l’alfabeto della guerra: le regole per mascherare la luce, cosa fare se c’è un’esplosione nelle vicinanze, come prestare il primo soccorso ai feriti, come distinguere il rumore di un razzo Grad da quello di un missile cruise. Il pericolo è ovunque per le strade ora. Monumenti, musei, ospedali, asili e scuole vengono distrutti. Le persone nascono e muoiono nei rifugi antiaerei”.

Ukraine Short Stories. Exhibition view at MAXXI, Roma 2022

Ukraine Short Stories. Exhibition view at MAXXI, Roma 2022

L’INIZIATIVA SOLIDALE PER L’UCRAINA

Le opere, caratterizzate del formato 10×12 che vincola tutti i progetti raccolti dall’Imago Mundi Collection, sono ora esposte nella palazzina del Corner MAXXI, dove la mostra sarà visitabile fino al 3 aprile 2022: il ricavato dei biglietti (al prezzo simbolico di 5 euro) sarà devoluto al fondo per l’emergenza umanitaria in Ucraina costituito da UNHCR, UNICEF e Croce Rossa (come pure l’intero incasso raccolto dal museo romano nelle domeniche del 27 febbraio e del 6 marzo, per un totale di oltre 34.600 euro).

LE OPERE IN MOSTRA A ROMA

In mostra ‒ su quattro pannelli che tengono insieme, quasi fossero le pagine di un grande libro aperto, un mosaico di reazioni emotive e riflessioni filtrate attraverso la creatività sulla crudeltà della guerra, il senso di precarietà, i cambiamenti ideologici e sociali che attraversano l’Ucraina contemporanea – opere di artisti affermati sono accostate al lavoro di giovani emergenti. Nello spazio del Corner, l’atmosfera è composta, essenziale, invita ad “ascoltare” le molteplici storie legate tra loro da un sentimento di instabilità e sospensione: cosa riserverà il futuro? A immortalare l’umanità di questo stato sono le parole copiose trascritte da Alevtina Kakhidze: sua madre vive nella città occupata di Ždanivka, nella regione di Donetsk, al telefono le racconta come scorre la vita nel perimetro di una normalità violata. L’artista fissa queste conversazioni sofferte nella sua opera. Con Levitation, Victor Sydorenko si interroga sulla difficoltà dell’individuo di definirsi nella società post-sovietica: il risultato visivo porta a osservare figure umane che fluttuano in uno spazio senza coordinate, impegnate in una complicata ricerca delle proprie radici. E si spazia ancora dalla denuncia degli interessi del potere politico avanzata da Illya Chichkan con il progetto Monkey Business/Dough alla ricerca sull’identità di genere di Taya Galagan, alla più didascalica rappresentazione di bombe molotov agitate da gente comune coinvolta, suo malgrado, nella spirale di violenza di una guerriglia destinata a durare chissà quanto.

Livia Montagnoli

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