Art Week Torino: il nuovo DAMA diffuso raccontato dal fondatore Giorgio Galotti

La (non) fiera torinese diventa diffusa nelle corti di due palazzi barocchi e di tre librerie storiche. Abbiamo intervistato il suo ideatore per fotografare il sentiment di questa edizione dalla forte dimensione curatoriale.

Il progetto fieristico indipendente DAMA, già l’anno scorso aveva in programma di realizzare un’edizione della fiera differente, un Live Programme a Palazzo Chiablese, incentrato su video, performance e talk. Un appuntamento annullato come tutti causa pandemia. Quest’anno ci riprova con una versione aggiornata, incentrata più sulla dimensione curatoriale e diffusa su più sedi, tra palazzi istituzionali come Carignano e Chiablese e librerie storiche della città come la Luxemburg di Angelo Pezzana, libraio, giornalista, scrittore, politico, noto per aver fondato, nel 1970, Fuori!, il primo movimento di liberazione omosessuale italiano raccontato nell’omonimo libro, Gilibert e l’ex galleria La Bussola, più il bar-ristorante (con tanto di negozio di tatoo) Isola. Tutti questi luoghi ospitano opere e interventi site specific di artisti italiani di differenti generazioni, da Francesco Arena che nel cortile di Palazzo Carignano, sede del primo Parlamento italiano, fa una scultura abitabile omaggio a Kurt Cobain e al suo anno di morte (1994) facendolo coincidere con performer nati in quell’anno, a Paolo Pellion di Persano con le sue storiche fotografie sull’Afghanistan alla libreria Luxemburg. Alle opere si affianca un ciclo di conversazioni e di video a cura di Gianluigi Ricuperati, con un’appendice in un attico del centro città, verso il fiume Po. A latere dei programmi di DAMA, abbiamo voluto porre alcune domande al suo fondatore Giorgio Galotti per fotografare il sentiment di questa sesta edizione… 

PAOLO CANEVARI (Libreria Gilibert) Monumenti della memoria Black pages and Paesaggi, 2019 exhausted motor oil on papers with ancient frames cour

PAOLO CANEVARI (Libreria Gilibert) Monumenti della memoria Black pages and Paesaggi, 2019 exhausted motor oil on papers with ancient frames cour

Il format: quali le novità?
L’edizione 2021 parte da un aggiornamento del progetto espositivo con l’intento di proseguire il percorso iniziato nel 2020, in cui puntavamo ad integrare le opere presentate dalle gallerie alle performance e alle opere video del Live Programme, in un percorso unico. In quest’ottica, nonostante l’incertezza dell’anno passato sembri essersi diradata, considerando l’impostazione curatoriale di DAMA, abbiamo preferito non invitare le gallerie a partecipare ad una edizione sperimentale, per concentrare il nostro programma su un ridimensionamento della proposta a fronte di un’estensione geografica, che possa dar vita a un nuovo format diffuso per la città di Torino, in cui le gallerie e le realtà coinvolte compaiono come madrine delle opere presentate o a supporto delle produzioni. 

E i punti di forza?
I punti di forza di questa edizione sono quindi una dimensione curatoriale ancora più spiccata, la rinuncia della presenza fisica dei galleristi – che rende il progetto più orientato verso l’impostazione di una mostra – la circolazione autonoma del pubblico, e il coinvolgimento delle maggiori istituzioni nazionali sul territorio, a partire dal Ministero della cultura per arrivare alla Direzione Regionale dei Musei del Piemonte e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Torino. A questo abbiamo sentito la necessità di dare spazio a partner privati come tre librerie storiche di Torino (Luxemburg, Gilibert, La Bussola) e il multiplayer store Isola, dove si concentrerà un programma video notturno dal titolo Videonova.  

Ripartenza “post” pandemia: quali le tematiche di questa edizione?
Questa edizione è il risultato del periodo appena vissuto, che nel nostro caso ci ha visto coinvolti in un annullamento dell’edizione 2020 a pochi giorni dall’inaugurazione. Da questa doccia fredda abbiamo deciso di ragionare su un nuovo format che potesse proiettare DAMA nel futuro, attraverso un messaggio di cambiamento e adeguamento a nuovi standard, tornando un po’ agli esordi di questo progetto e continuando a puntare su nuove sfide che possano suggerire vie alternative al modello di fiera tradizionale. In questa edizione saranno quindi presentate opere che affrontano o suggeriscono tematiche sociali, culturali e politiche, integrate dal programma di conversazioni curato da Gianluigi Ricuperati, che vedrà il coinvolgimento di massimi esponenti che affronteranno riflessioni sui territori in guerra come l’Afghanistan, sul cambiamento dello stile dell’arte e sui fantasmi del contemporaneo, grazie all’intervento di Carolyn Cristov-Bakargiev, Michele Masneri e Leonardo Caffo, in grado di portare alcune esperienze personali che speriamo intercettino un pubblico trasversale.   

 Palazzo Chiablese, A.Noviello Casa, 2021 courtesy DAMA, l'artista e Giorgio Galotti

Palazzo Chiablese, A.Noviello Casa, 2021 courtesy DAMA, l’artista e Giorgio Galotti

Contemporary Art Week Torino: quali le collaborazioni?
Le nostre collaborazioni di quest’anno puntano a partner istituzionali oltre alle librerie e i luoghi di cultura della città in una dimensione che intende offrire un coinvolgimento ‘aperto’ ad un pubblico eterogeneo, da cui prende il titolo questa edizione. Inoltre, il programma è realizzato grazie al supporto continuo di istituzioni come Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Arte Moderna e Contemporanea CRT, senza le quali questo territorio non potrebbe continuare a generare progetti ambiziosi e sperimentali che lo rendono unico a livello nazionale. 

 -Claudia Giraud 

 

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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