Fiori, plastilina e avidità. La mostra di Nathalie Djurberg & Hans Berg a Milano

Un video in stop motion dai contorni surreali e una serie di sculture floreali da parete e da pavimento rappresentano i lavori più recenti dei due artisti svedesi, premiati alla Biennale di Venezia del 2009 come migliori artisti emergenti e ora in mostra alla Gió Marconi Gallery.

L’impatto estetico e psicologico delle opere di Nathalie Djurberg & Hans Berg (entrambi nati in Svezia nel 1978; lavorano a Berlino) ispira una strana combinazione di repulsione e attrazione: si è ugualmente affascinati e inorriditi da questa palese esposizione delle zone d’ombra dei nostri sé fisici ma, allo stesso tempo, il senso di vulnerabilità che le loro opere esprimono suscita un urgente desiderio di frugare e capire più a fondo la propria soggettività. È come se ci fosse ancora qualcosa che, nonostante il progresso, è difficile da formulare, qualcosa che si preferisce sospendere o non menzionare, lasciare così, come la tradizione ci ha consegnato: lasciarlo tabù pur pensando che non lo sia. La sessualità, la lussuria, la sottomissione, lo sfruttamento e l’avidità sono argomenti scomodi che nascondono ancora vergogna, colpe, manipolazioni e strutture di potere e queste zone d’ombra traspaiono, ma non troppo, dalle opere del duo svedese: fiori incantati e plastilina rendono forse tutto più sopportabile.

Francesca Mattozzi

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Francesca Mattozzi

Francesca Mattozzi ha un background da danzatrice che l’ha vista lavorare sia in TV che a teatro con coreografi di fama internazionale, quali Luca Tommassini e Martino Müller. È laureata in storia dell’arte e dell’arte ama soprattuto gli eventi perché,…

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