Il femminile e la cecità. Una mostra collettiva a Pereto

Nella sede di Pereto della Galleria Monitor – le altre sono a Roma e Lisbona – otto artisti si confrontano con una serie di frammenti letterari femminili e con il tema della cecità.

The Blind leading the Blind è il titolo della mostra, aperta fino al 27 giugno, che cita l’opera dell’artista Louise Bourgeois, intervistata nel volume Distruzione del padre. Ricostruzione del padre. Gli otto artisti invitati hanno affrontato una riflessione su questo ed altri scritti: La persona e il sacro di Simone Weil, La magica forza del negativo del collettivo filosofico Diotima, Quando il reale si crepa della filosofa Chiara Zamboni. Sono emersi lavori molto diversi fra loro, perfettamente inseriti negli spazi di Palazzo Maccafani. La curatrice Lucia Cantò spiega i motivi della mostra: “Il femminile viene interpretato da otto artisti uomini, insieme alle varie condizioni di cecità, in cui l’uno si affida all’altro per procedere, accettando il rischio di precipitare”. La mostra è accompagnata da un originale volume/progetto editoriale, che contiene i contenuti visivi e verbali connessi alla mostra e riportati nelle pagine dagli stessi artisti sotto forma di appunti.

– Letizia Riccio

FRANCESCO ALBERICO

Francesco Alberico, Sul quotidiano, 2021, due stampe fotografiche fine art incorniciate, 44x31,5 cm

Francesco Alberico, Sul quotidiano, 2021, due stampe fotografiche fine art incorniciate, 44×31,5 cm

In Sul quotidiano, Francesco Alberico ha scelto l’angolo di una piazza della città in cui vive, e con la quale ha un rapporto controverso, per fermare in una fotografia quella che definisce “un’immagine interiore concretizzata. Nel tentativo di entrare in dialogo con i luoghi in cui vivo”. Nel giornale steso a terra, sul quale si adagia a occhi chiusi insieme a un amico, ci sono le notizie, poco prima lette sulla panchina e subito dopo create attraverso la performance.

GIANLUCA RAGNI

Gianluca Ragni, Qui di recente la contentezza, 2021, bronzo, 26x14x16 cm

Gianluca Ragni, Qui di recente la contentezza, 2021, bronzo, 26x14x16 cm

Gianluca Ragni, con Qui di recente la contentezza, ha costruito uno scrigno di bronzo semiaperto, “scardinato”, spiega, “nella speranza che torni a uscirne la luce, ovvero la felicità che c’era prima”. Sulla scatola di metallo sono incisi caratteri cuneiformi, a comporre una scritta che significa “senza finestra”.

LORENZO KAMERLENGO

Lorenzo Kamerlengo, Disegno Infinito COD.30B#1, 2021, calcestruzzo aerato autoclavato, 312x150x10 cm

Lorenzo Kamerlengo, Disegno Infinito COD.30B#1, 2021, calcestruzzo aerato autoclavato, 312x150x10 cm

Lorenzo Kamerlengo espone Disegno Infinito (COD.30B#1) in una sala dal soffitto con travi in legno, completamente affrescata da grottesche della fine del Settecento. Il suo lavoro, un bassorilievo realizzato con blocchi di calcestruzzo uniti successivamente, si staglia, bianco, sul pavimento. “Sono forme che scarabocchi mentre sei al telefono, frammenti fuggevoli che fanno riferimento a stili diversi: dal romanico, ai fumetti, alle immagini viste sul Pc. I suoni arrivano casualmente all’orecchio creando immagini, così come accade a un cieco che ascolta”, racconta Kamerlengo.

SIMONE CAMERLENGO

Simone Camerlengo, Il suono della strada, 2021, mattoni in cemento, cordoli di marmo, 80x247,5x6 cm

Simone Camerlengo, Il suono della strada, 2021, mattoni in cemento, cordoli di marmo, 80×247,5×6 cm

Simone Camerlengo, fratello di Lorenzo Kamerlengo, ha tre opere distinte (Draft, The main thing is keep trying e Il suono della strada) nel sotterraneo dalle pareti ancora grezze della Galleria Monitor. “La mia è una pittura gestuale, informale, istintuale come il modo di muoversi di un cieco”, dice riferendosi alle opere appese alle pareti. La scultura sul pavimento “è un elemento di confine. Ma per il cieco diventa un ostacolo”, spiega.

GIOELE POMANTE

Gioele Pomante, Con affetto, Gioele, 2021, video. Installation view at Monitor, Pereto 2021

Gioele Pomante, Con affetto, Gioele, 2021, video. Installation view at Monitor, Pereto 2021

Gioele Pomante occupa il punto più basso dell’edificio, la grande cisterna, illuminata solo da una finestra che si affaccia sulla vallata. In questo spazio, la videoinstallazione Con affetto, Gioele mostra la performance nel cimitero del paese di Picciano, in provincia di Pescara, dove riposano i nonni dell’artista. Nel silenzio, fra le lapidi, Pomante ha acceso i fuochi d’artificio. Spiega: “La riflessione è sul conflitto tra l’azione giocosa, quasi da bullo, e il gesto di accendere un cero per qualcuno. Il contrasto tra il silenzio e il disturbo creato dal suono dei fuochi è una metafora della vita”.

GIOVANNI PAOLO FEDELE

Giovanni Paolo Fedele, Carne della sua carne. Installation view at Monitor, Pereto 2021

Giovanni Paolo Fedele, Carne della sua carne. Installation view at Monitor, Pereto 2021

Giovanni Paolo Fedele è un seminarista che vive in Gabon. Ha inviato le fotografie della sua installazione, Carne della sua carne, che non ha potuto spedire perché composta da elementi naturali che non possono essere esportati. Si tratta di gusci di una pianta che rilascia semi usati in Gabon per lenire i dolori nelle partorienti o sistemati sotto il cuscino delle donne per favorirne la fertilità.

ELIANO SERAFINI

Eliano Serafini, Quel nostro sentirci improvvisamente estranei, 2021, foglie in gesso, cemento, rete metallica, vassoio in acciaio inox metallizzato, lisca di pesce, dimensioni variabili

Eliano Serafini, Quel nostro sentirci improvvisamente estranei, 2021, foglie in gesso, cemento, rete metallica, vassoio in acciaio inox metallizzato, lisca di pesce, dimensioni variabili

In Quel nostro sentirci improvvisamente estranei, Eliano Serafini ha creato una serie di lastre in gesso e cemento, piegandole fino quasi alla rottura. “Presentano un effetto di fragilità e tensione, il colore è il bianco, associato alla cecità”, dice Serafini. Dietro le lastre lisce si intravede la lavorazione grezza, lasciata volutamente per mostrare anche l’aspetto manuale. A terra, quello che l’artista definisce “un elemento più criptico”: un piatto di metallo dorato, nel quale è poggiata, e si riflette, una grande lisca di pesce, a simboleggiare il rispecchiamento di un’immagine.

MATTEO FATO

Matteo & Giambattista Fato, Serenata, azione, Piazza Maccafani, Pereto 2021

Matteo & Giambattista Fato, Serenata, azione, Piazza Maccafani, Pereto 2021

In occasione dell’apertura della mostra, sabato 15 maggio, Matteo Fato ha dato vita a un’azione musicale insieme al padre Giambattista, una serenata dal titolo Il paesaggio non chiude mai gli occhi (Poema degli occhi), scritta dal filologo musicale Gianni Garrera e interpretata in piazza Maccafani, di fronte all’ingresso della galleria. In mostra anche un quadro di Fato che ha lo stesso titolo del brano.

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Letizia Riccio

Letizia Riccio

Giornalista dal 1997, laureata in Lingue e letterature straniere moderne a La Sapienza di Roma, inizia a scrivere a La Repubblica nel settore della televisione e prosegue, nello stesso campo, con Il Mattino di Napoli, L'Unione Sarda e Il Giornale…

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