Affrontare la crisi con l’attività onirica: Sous la plage, la community web di sognatori

Un intervento artistico, un’analisi e una mappatura delle trame dei sogni. Un esperimento di social dreaming, un nuovo laboratorio per onironauti, un diario collettivo, un catalizzatore di idee e di stimoli: Sous la plage è questo e altro. Ce lo ha raccontato la sua fondatrice Martina Magno. 

Nella concezione comune il sogno è associato a un momento di evasione, a una dimensione intima e individuale avulsa dal quotidiano. Ma se, invece, fosse trattato come un elemento rivelatore, uno strumento per integrare la comprensione della realtà e darne una lettura più ampia, soprattutto in un momento di crisi globale come quello che stiamo vivendo ora? È la sfida da cui parte Sous la plage, un progetto online nato durante il primo lockdown per trasferire nella dimensione onirica tutti gli aspetti della vita negati durante quei “giorni sospesi”. Il punto forte del progetto, fin dagli inizi, è stato quello di volgere il carattere individuale del sogno verso una prospettiva di confronto, dando origine a una “community di sognatori”. Partire dall’inconscio per comprendere il presente e il futuro quindi, ma in un’ottica collettiva. Sous la Plage non è solo una raccolta di sogni, ma anche un incubatore di attività legate alla sfera onirica, come mappe concettuali e podcast (avevate mai pensato di dare vita a una colonna sonora del vostro sogno?). È un progetto online destinato a prendere strade diverse: la fondatrice Martina Magno ce ne ha parlato in questa intervista, lanciando anche una chiamata alle armi rivolta a tutti i musei e a tutte le istituzioni culturali che vorranno contribuire all’espansione di questo progetto. 

Sous la Plage, mapping cut

Sous la Plage, mapping cut

Quando e perché nasce Sous la Plage?
Sous la plage nasce in un pomeriggio meditativo del 28 marzo 2020. Aprire uno spazio per amplificare e ripensare i sogni, mettendoli in relazione con quelli di più persone, mi sembrava innanzitutto un modo per sentirsi vicini e sondare in modo discreto come stessero i miei amici. Ma la proposta si è rivelata poi adatta a farci vivere con più consapevolezza il periodo di inedita complessità che stavamo e stiamo tutt’ora vivendo.

Il progetto è molto più che una “raccolta di sogni”. Perché?
Il sottotitolo del progetto è effettivamente Una comunità di sognatori. Si è capito con il passare dei giorni e delle condivisioni che Sous la plage avrebbe potuto svilupparsi e ruotare attorno al sogno ma diventando più cose al contempo: un intervento artistico, un’analisi e una mappatura semiotica delle trame, un esperimento di social dreaming, un nuovo laboratorio per onironauti, un diario collettivo, un catalizzatore di idee e di stimoli. 

Sous la plage, Laura Aguzzi, Sogno

Sous la plage, Laura Aguzzi, Sogno

Raccontaci di più.
In questi mesi abbiamo dato forma al podcast Lo scrigno della notte con l’artista Matteo Nasini; ho poi ideato il concept Dream Conscious Soundtrack che si basa sul creare la colonna sonora del proprio sogno (si può seguire la playlist collaborativa su Spotify). Alcuni sogni sono stati rappresentati tramite amplificazioni visuali dall’artista e fotografa Giulia Nomis, mentre l’illustratrice Laura Aguzzi ne ha selezionati alcuni che sono diventati il nostro contributo spontaneo al Festival della Mente di Sarzana. Lo stesso sperimentalismo di Sous la Plage ci ha portato a Centouno Risvegli – tutt’ora in corso – audio installazione ideata con Lea Walter, co-fondatrice del collettivo Radio noMade. Sono i sognatori stessi che alimentano le possibilità di rinnovare continuamente il progetto.  

Che ruolo gioca la collettività in questo progetto?
Nel pieno della crisi pandemica avviare un progetto sull’importanza del sogno ha richiamato echi comunitari, di lotta, di impegno, però applicati alla dimensione interiore. Ci si è sentiti parte di un gruppo, io tenevo aggiornati i sognatori con alcune mail periodiche sull’andamento del progetto, proponendo di volta in volta nuovi spunti per attività legate ai contenuti che ognuno stava producendo. Il nome del progetto consiste nella formula contratta di Sous le pavé la plage, il motto del ‘68 parigino: ciò che mi premeva trasmettere, con questa chiamata alla rivoluzione nottetempo, era il senso di poter vedere oltre l’ordinario. Cosa che focalizzarsi sul sogno ci permette di fare. 

Sous la plage, Il gioco del sogno

Sous la plage, Il gioco del sogno

Quali sono i sogni ricorrenti della pandemia?
Grazie a un lavoro di mappatura svolto sulle immagini dei sogni, è risultata chiara la presenza di due filoni principali: il mare e i piccoli paesi antichi. E molto altro. Ho creato anche una mappa delle azioni centrali nei sogni, ma qui posso dire che c’è meno sensazione di ricorrenza, ciascuna è come l’isola di un arcipelago: si fanno viaggi e collegamenti tra l’una e l’altra, ma ognuna è al suo posto. Con questa mappa l’intenzione è quella di realizzare un’installazione basata su un wall painting.

E il sogno più strano o che ti ha colpito maggiormente?
Nonostante la consuetudine a confrontarmi con materiale onirico e la mia vicinanza al concetto di sincronicità di impronta junghiana, una delle situazioni tra le più affascinanti è stata ricevere un mattino da due persone diverse che non si conoscono tra di loro, due sogni descritti esattamente con le medesime parole. È stato fenomenale.

Sous la plage: Pepite d'oro nel mare

Sous la plage: Pepite d’oro nel mare

Pensi che il sogno possa giocare un ruolo nella pianificazione del futuro, nel momento di uscita dall’emergenza?
Dal mio punto di vista ricordare i sogni ci rende capaci di orientarci meglio in ciò che possiamo fare, in quanto ci stimola all’immaginazione attiva e ci offre un piano aggiuntivo di realtà, di direzioni innovative e consapevoli che si riflettono nella veglia, soprattutto in una fase in cui cade gran parte dei nostri abiti e delle nostre abitudini.

Quali sono i prossimi passi in programma per questo audace progetto onirico?Pubblicare il corpus della raccolta dei sogni di marzo, aprile e maggio 2020, perché la raccolta in sé testimonia una parte importante della storia sociale del sogno, (come è stato per il lavoro di Charlotte Beradt con i cittadini tedeschi all’avvento del Terzo Reich nel volume I sogni del Terzo Reich, Meltemi Editore, 2020).

Sous la plage, Laura Aguzzi, Sogno

Sous la plage, Laura Aguzzi, Sogno

Cosa vorresti che diventasse Sous la Plage? Quale dovrebbe essere il suo punto d’arrivo?
Una proposta che sento di voler fare anche e soprattutto mediante Artribune è quella di coinvolgere – come di recente promosso anche dall’hub canadese Museum of Dreams per il Museum of London – uno dei nostri musei italiani, per studiare uno spazio espositivo sperimentale da dedicare al sogno, indispensabile dispositivo di rappresentazione e traduzione del reale. Esattamente come l’arte, anzi, come se il sogno fosse la controparte automatica dell’arte stessa. Ricordiamoci infatti che di questi tempi il sogno – sia a livello individuale che di inconscio collettivo – può essere come saltare all’improvviso su una zattera durante un guado difficile. In questo l’attività artistica e quella onirica sembrano quasi guardarsi allo specchio.

– Giulia Ronchi

https://www.souslaplage.net/ 

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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