Da anni si parla della riqualificazione della Bolognina, l’area che si estende al di là della stazione centrale di Bologna, nata come quartiere manifatturiero e operaio, oggi conosciuta per essere la zona multietnica per eccellenza della città e ospitare il nuovo palazzo comunale disegnato da Mario Cucinella. Qui trovano sede anche importanti luoghi della cultura come il Museo della Memoria di Ustica e il Teatro Testoni, per citarne solo alcuni. Nonostante l’emergenza sanitaria che ha colpito duramente i nostri centri abitati, lo sviluppo, con il dibattito consueto che oppone le parole riconversione e gentrificazione, di questa zona dalla storia densa e complessa non si ferma e sono molti i progetti in corso. Come quello realizzato dalla galleria Scaramouche di Milano/New York proprio qui, che mette insieme arte e impresa.
IL PROGETTO DI PETER SCHUYFF
Daniele Ugolini, titolare della galleria, raggiunto da Artribune, racconta: “ho una passione per Peter Schuyff da trent’anni”. L’artista, nato nel 1957 in Olanda, dove vive e lavora, è stato invitato a realizzare un dipinto (“probabilmente uno dei più grandi dipinti contemporanei in Italia”), su una nuovissima struttura alta 33 metri in Via Passarotti 26. Il prospetto sarà interessato da una composizione a Tema Ecologico sottolineando la caratterizzazione NZEB.L’operazione è un work in progress che sta per concludersi sul lato sinistro di un building a uso abitativo, realizzato da Vittorio srl costruzioni, anche finanziatore dell’intera iniziativa. Il progetto, portato avanti con lo studio bolognese LOBO Ingegneria e Architettura, insieme agli assistenti Tristan Vancini e Giorgio Bartocci, è un omaggio alla città di Bologna e ad una delle sue “stelle” più brillanti.
UN OMAGGIO A GIORGIO MORANDI
“L’opera è ispirata a Giorgio Morandi”, spiega Ugolini. “È uno studio dei suoi colori, degli still life, dei paesaggio intorno a Bologna, fino alle incisioni con i neri”. E in effetti la bicromia tra bianchi e neri, i passaggi ai grigi, sono ben visibili nelle geometrie che accompagnano e a volte disarcionano le geometrie del palazzo su cui si snodano, ricordando le campiture e le atmosfere del maestro bolognese. Questo progetto vuole essere il primo di una serie di interventi analoghi. L’inaugurazione (pandemia permettendo) e la presentazione al pubblico è prevista per maggio. Ma i lavori non si fermano qui: è in cantiere una nuova “facciata”, sempre in collaborazione con Vittorio srl, in programma per il 2023. Il nome dell’artista è ancora top secret. Ciò che è certo è che non si tratta mai di “wall painters puri”, quanto visual artist in grado di creare con questi grandi murales dei progetti speciali.
– Santa Nastro