Tra il verbale e il visuale. La mostra alla Temple University di Roma

La Temple University di Roma inaugura la nuova stagione con una mostra collettiva dal titolo “A word that troubles”, a cura di Gaia Bobò. La parola si interfaccia con l’immagine attraverso le sguardo di diversi artisti contemporanei, tra possibilità e potenziali contraddizioni.

“’A word that troubles’ è l’estensione di una ricerca curatoriale che nel tempo ha toccato trasversalmente la tematica del rapporto tra parola e immagine, transitando dall’ambito della tradizione orale all’indagine sul fenomeno storico della Poesia Visiva”, spiega la curatrice Gaia Bobò ad Artribune, introducendo il lavoro dei diversi artisti: Alessia Armeni, Edoardo Aruta, Emanuele Becheri, Francesco Carone, Alessandra Draghi, Filipe Lippe, Agnieszka Mastalerz e Benyamin Zolfaghari.
In questo magico rendez-vous la parola non si pone come protagonista, non vuole essere guida dello sguardo, ma si emancipa, liberandosi dal concetto di cui è portavoce per diventare essa stessa immagine. Il pubblico spazia dalla fotografia al video alla ‘poesia’, dalla pittura al puro segno, in un caos di dettagli ben equilibrato, dove verbale e visuale coesistono in una perpetua condizione di possibile unione e potenziale contraddizione, in cui l’una diviene la deriva dell’altra.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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