Ducato Prize 2020: vincitori e finalisti del premio di arte contemporanea di Parma e Piacenza

Tutti i vincitori e i finalisti della seconda edizione del Premio nato tra le province di Parma e Piacenza, in quel che fu il Ducato dei Farnese, per sensibilizzare il territorio all’arte contemporanea. Ecco le loro opere in dettaglio

Annunciati i vincitori assoluti e i finalisti delle due sezioni di Ducato Prize che, giunto alla sua seconda edizione, conferma la propria identità di premio di arte contemporanea radicato nel territorio e, al tempo stesso, orientato al panorama artistico internazionale. Promosso dall’associazione culturale Coil Art Motive, con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano ed il patrocinio del Comune Di Castell’Arquato, della Provincia di Piacenza e della Regione Emilia-Romagna, il premio ha visto vincere per la sezione Arte contemporanea, Guendalina Cerruti (Milano, 1992), con menzione speciale a Pietro Agostoni(Lecco, 1990) e a Monia Ben Hamouda (Milano, 1991); mentre per la sezione Arte accademia ha vinto Byron Gago (Santiago de Guayaquil, Ecuador, 1994), seguito da una menzione speciale a Clarissa Baldassarri (Civitanova Marche, 1994) e a Giulia Crivellaro (Bolzano, 1995). Selezionati da una giuria d’eccezione composta da: Yuri Ancarani, Marina Dacci, Zoe De Luca,Attilia Fattori Franchinie Denis Isaia, ai vincitori verrà corrisposto un premio acquisto in denaro così diviso: Sezione Arte Contemporanea – Vincitore assoluto 6mila euro e Finalisti 2500 euro; Sezione Arte Accademia – Vincitore assoluto mille euro e Finalisti 500 euro. Le opere degli artisti vincitori e finalisti saranno esposte nella mostra della prossima edizione del Premio, nel 2021. In attesa di vederle dal vivo, eccone una presentazione nel dettaglio…

-Claudia Giraud

www.ducatoprize.com 

SEZIONE ARTE CONTEMPORANEA – VINCITORE: GUENDALINA CERRUTI

Guendalina Cerruti,Lapide in granito grigio scuro legno di cedro con bordo vivo pirografo-messaggi di auguri

Guendalina Cerruti,Lapide in granito grigio scuro legno di cedro con bordo vivo pirografo-messaggi di auguri

Thanks a million, esplora il concetto di monoculturalismo attraverso l’utilizzo di biglietti di auguri. Il lavoro di Guendalina Cerruti (Milano, 1992) consiste in un totem di legno sulla cui superficie sono incisi a fuoco messaggi presi da biglietti di auguri, organizzati seguendo il ciclo vitale umano, dalla nascita alla morte. Il totem di legno con i suoi font giocosi e l’amara ironia applicata all’esperienza umana del concetto di tempo, è inserito alla base di un monumento funebre, coprendone e sostituendone la lapide.

SEZIONE ARTE CONTEMPORANEA – MENZIONE SPECIALE: PIETRO AGOSTONI

Pietro Agostoni, Pluffy, 2019, carta stampata, coccoina, 74 x 88 cm

Pietro Agostoni, Pluffy, 2019, carta stampata, coccoina, 74 x 88 cm

Pluffy è il manifesto di una pop-art decaduta, abbandonata e già dimenticata. L’opera di Pietro Agostoni (Lecco, 1990) evidenzia la nostra assuefazione alla sovrapproduzione e sovra-riproduzione di immagini e linguaggi, mettendo in risalto l’inconsistenza con la quale assimiliamo l’ultra-saturazione di contenuti e autoreferenzialità tipici dell’#arte che deve essere scrollata. Pluffyincarna la spazzatura che consumiamo e smaltiamo al solo scopo di poterne produrre altra, è un prodotto proiettato direttamente nel suo inevitabile destino, un fossile di quest’epoca.

SEZIONE ARTE CONTEMPORANEA – MENZIONE SPECIALE: MONIA BEN HAMOUDA

Monia Ben Hamouda, Exhaust, 2018, acciaio, silicone, pigmento, cera, resina, gesso, acqua, 110 x 110 x 20 cm

Monia Ben Hamouda, Exhaust, 2018, acciaio, silicone, pigmento, cera, resina, gesso, acqua, 110 x 110 x 20 cm

Exhaust è un oggetto in grado di contenere, potenzialmente, molto potere o paura, costruito nella speranza che il materiale usato e il modo in cui è assemblato trasformino la scultura in un oggetto magico, capace di grandi cose. La speranza è che la scultura di Monia Ben Hamouda(Milano, 1991) funga da amuleto per se stessa, si possa difendere in qualche modo. Nonostante il tentativo fosse quello di creare un oggetto potente, le sculture spesso appaiono stanche, esauste. Sembrano i contenitori di un potere che ora è perso, e qui è dove risiede la loro fallibilità, la loro natura umana e figurativa.

SEZIONE ARTE ACCADEMIA – VINCITORE:  BYRON GAGO

Byron Gago, Placenta, fruttosio fuso, resina epossidica F400, tubo fluorescente lineare, 2 elettrodi, alimentatore 67 x 109 x 15 cm

Byron Gago, Placenta, fruttosio fuso, resina epossidica F400, tubo fluorescente lineare, 2 elettrodi, alimentatore 67 x 109 x 15 cm

L’opera di Byron Gago (Santiago de Guayaquil, Ecuador, 1994) è concepita come un dispositivo luminoso che combina materiali organici e plastici con componenti elettrici. La lastra è stata realizzata su una cornice rettangolare costruita secondo la sezione aurea, in cui il fruttosio fuso assume un profilo irregolare. Durante il processo di solidificazione sono stati incorporati i componenti del circuito elettrico al neon. A causa della reazione chimica tra il fruttosio e la resina epossidica, il contorno è instabile.

SEZIONE ARTE ACCADEMIA – MENZIONE SPECIALE: CLARISSA BALDASSARRI

Clarissa Baldassarri, Sound data logger, 2020, proiezione, fonometro, dimensioni ambientali

Clarissa Baldassarri, Sound data logger, 2020, proiezione, fonometro, dimensioni ambientali

Sapere con consapevolezza lo spazio che occupiamo, come lo occupiamo, e che conseguenza ha il nostro comportamento nel tempo è il concetto alla base di questo lavoro di Clarissa Baldassarri (Civitanova Marche, 1994). L’importanza del passare, dell’attraversare, dell’essere traccia: linea indelebile che si scrive con il tempo. Il fonometro diviene testimone della intensità del pubblico e del suo passaggio restituendo visivamente una traccia tanto incisiva quanto silenziosa. 

SEZIONE ARTE ACCADEMIA – MENZIONE SPECIALE: GIULIA CRIVELLARO

Giulia Crivellaro, Smooth Threshold 2018 Proiezione video con audio Durata 3'30'' Dimensioni variabili

Giulia Crivellaro, Smooth Threshold 2018 Proiezione video con audio Durata 3’30” Dimensioni variabili

Il video di Giulia Crivellaro (Bolzano, 1995) è composto dalla presenza simultanea di due differenti elementi: la descrizione di un sarcofago egizio tardoantico del 900 a.C. e un vlog di un uomo americano di mezza età intento a descrivere, inquadrandoli con una GoPro, i tatuaggi disseminati sul suo corpo. La giustapposizione di questi due elementi mira a investigare il ruolo della spiritualità alla luce della società contemporanea in cui siamo immersi. Forse la società̀ di oggi non è affatto priva di quella forte spiritualità̀ che caratterizzava le società̀ antiche, semplicemente invece che proiettarla verso il dopo, la vita dopo la morte terrena, la incorpora nell’oggi, nel momento presente, in un qui e ora che non si proietta più̀ nel futuro, ma che vive nella e della sua dimensione materica effimera e personale.

 

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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