Root’la: l’azione di Fabio Viale avvenuta nelle cave di marmo di Carrara diventa una mostra

Souvenir e manufatti vengono fatti rotolare lungo il pendio delle cave di Carrara. È l’ultima performance di Fabio Viale, che poi recupererà i frammenti delle opere per creare una installazione (di dimensioni museali) alla galleria Poggiali di Firenze.

Il nome è un’associazione fonetica e semantica tra la parola Root (“radice” in inglese) e rut’la (“rotola” in dialetto carrarino). Root’la è il titolo della performance dello scultore Fabio Viale (Cuneo, 1975), svoltasi nel ravaneto, ovvero la parte in pendenza delle Cave gestite dalla Cooperativa Cavatori Gioia nella località di Colonnata. Un luogo scelto, non a caso, per essere lo stesso dove Michelangelo – l’insegnamento del Maestro rinascimentale rimane per Viale l’ispirazione che guida tutta l’opera – prendeva le materie prime per dar vita ai suoi capolavori. Durante la performance, lo scultore ha lasciato precipitare alcune statue di grandi dimensioni, comprate precedentemente nei negozi di souvenir della zona. Dopo essersi sfracellate al suolo, o aver subito rotture e lesioni, sono state recuperate dall’artista, che le allestirà in una grande mostra alla Galleria Poggiali di Firenze, ricreando l’intero ambiente della cava nello spazio espositivo. Ecco il video della performance.

LA MOSTRA DI FABIO VIALE ALLA GALLERIA POGGIALI

La mostra si chiamerà Acqua alta High tide e sarà allestita su una doppia sede: i manufatti impiegati durante Root’la saranno inseriti in una sala di 15×6 metri nella sede di via Benedetta, in cui sarà ricreata anche la pendenza del ravaneto carrarino, come una cascata di marmo. La genesi del progetto nasce dalla passione dell’artista sia per le cave, che per l’imperfezione della materia. “Proprio Michelangelo, in un suo scritto, sostiene che far rotolare una scultura a valle ha lo scopo di purgarla dai difetti, come se ogni colpo, anziché distruggerla o rovinarla, la rendesse più perfetta e potente. Per questo ho voluto utilizzare il ravaneto come un utensile da scultura”, spiega Viale. “Al di là del gesto, di spingere giù una statua, mi ha emozionato soprattutto camminare sui sassi che si trovano in questo luogo: sono il frutto del lavoro di tanti uomini, sono pieni di storia e di poesia, e mia hanno fatto percepire una forte energia”. Negli spazi della sede di via della Scala, invece, verrà creata una narrazione del Padiglione Venezia della 58. Biennale Arte, in cui le opere di Viale sono state tra le protagoniste: sono esposte alla Galleria Poggiali una dozzina di monoliti in pietra che replicano a misura reale le “bricole”, i pali in legno di rovere o di castagno alti oltre tre metri che affiorano nella laguna di Venezia e servono da segnali per la navigazione. Elemento aggiuntivo è quello dell’acqua alta (da cui prende il titolo la mostra), penetrata nei mesi scorsi nel Padiglione a causa della storica alluvione che ha colpito Venezia; all’interno si trovavano anche le sculture di Fabio Viale, portate in salvo tempestivamente e trasferite all’interno del Museo Novecento di Firenze. L’acqua alta, la cui traccia è simboleggiata da segni alle pareti e sabbia umida per terra, diventa per l’artista la denuncia urgente del cambiamento climatico che stiamo attraversando, le cui conseguenze non risparmiano niente e nessuno.

-Giulia Ronchi

Fabio Viale, Acqua alta High tide
Dal 22 febbraio al 16 maggio 2020
Galleria Poggiali Firenze
Via della Scala, 35/Ar | Via Benedetta, 3r
50123 Firenze
[email protected]
www.galleriapoggiali.com

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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