Pittura senza retoriche. Ulrich Erben a Bologna

Galleria Studio G7, Bologna – fino al 18 gennaio 2020. Una manciata di lavori recenti di Ulrich Erben segnano il punto della sua ricerca pittorica. Tra scacchiere razionalmente organizzate e cromatismi dai tanti appigli naturalistici, si tratta di opere in cui qualcosa sfugge sempre per poter “muovere” lo sguardo del fruitore.

Un piccolo ma intenso affondo monografico porta negli spazi della Galleria G7 di Bologna il lavoro pittorico di Ulrich Erben (Düsseldorf, 1940), maestro riconosciuto internazionalmente ma forse non così noto al pubblico italiano, che porta avanti, rinnovandola, la grande tradizione dell’astrazione geometrica e della rarefazione formale. Con soltanto sei opere, cinque dipinti e una grafica, l’autore (che all’opening si aggira tra le sue creazioni scambiando parole e impressioni) allestisce altrettante trappole ottiche e corporee che intrigano per la loro ambiguità visiva e per l’impossibilità di risolverle in una facile lettura geometrica.
Le campiture, regolarmente ordinate, e le nuance tonali sfuggono a una chiara percezione, invitando ogni osservatore a un lavoro di decodifica attivo, come dichiarato anche nel testo di accompagnamento di Peter Friese. Fuori da ogni retorica minimalista o analitica, Erben continua, così, a rilanciare la pittura con semplicità, nei suoi inesauribili sviluppi.

Gabriele Salvaterra

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Nome eventoUlrich Erben - sein essere
Vernissage29/11/2019 ore 18,30
Duratadal 29/11/2019 al 18/01/2020
AutoreUlrich Erben
CuratorePeter Friese
Generiarte contemporanea, personale
Spazio espositivoGALLERIA STUDIO G7
IndirizzoVia Val D'aposa 4a - Bologna - Emilia-Romagna
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Gabriele Salvaterra
Gabriele Salvaterra (Trento, 1984) è scrittore e mediatore culturale. Si laurea in Gestione e Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università di Trento con la tesi “Internet e nuove tecnologie nel settore museale. Ipotesi e strumenti per un approccio immateriale alla creazione del valore”. Lavora come collaboratore presso istituzioni museali e come redattore freelance per diverse riviste d’arte. Dopo aver collaborato con Exibart, attualmente scrive per Artribune e Espoarte. Ha curato e contribuito alla realizzazione di diverse mostre sia presso musei pubblici sia come curatore indipendente. Appassionato di storia dell’arte e della critica, equilibra le escursioni nel mondo artistico-culturale con una eterogenea militanza chitarristica nell’underground musicale tridentino.