Un piccolo ma intenso affondo monografico porta negli spazi della Galleria G7 di Bologna il lavoro pittorico di Ulrich Erben (Düsseldorf, 1940), maestro riconosciuto internazionalmente ma forse non così noto al pubblico italiano, che porta avanti, rinnovandola, la grande tradizione dell’astrazione geometrica e della rarefazione formale. Con soltanto sei opere, cinque dipinti e una grafica, l’autore (che all’opening si aggira tra le sue creazioni scambiando parole e impressioni) allestisce altrettante trappole ottiche e corporee che intrigano per la loro ambiguità visiva e per l’impossibilità di risolverle in una facile lettura geometrica.
Le campiture, regolarmente ordinate, e le nuance tonali sfuggono a una chiara percezione, invitando ogni osservatore a un lavoro di decodifica attivo, come dichiarato anche nel testo di accompagnamento di Peter Friese. Fuori da ogni retorica minimalista o analitica, Erben continua, così, a rilanciare la pittura con semplicità, nei suoi inesauribili sviluppi.
‒ Gabriele Salvaterra