Archivi vivi a Matera 2019. Intervista a Joseph Grima e Chiara Siravo

Mentre si appresta a concludersi l’anno europeo della cultura di Matera, Joseph Grima e Chiara Siravo tracciano un bilancio dell’esperienza di I-DEA, la mostrona in cinque mostre che ha trattato il tema degli archivi della Basilicata.

Curato da Joseph Grima e Chiara Siravo, I-DEA è stato uno dei progetti-pilastro di Matera 2019. Puntando sul coinvolgimento di artisti e designer provenienti da ambiti eterogenei, ha esplorato gli archivi e le collezioni della Basilicata definendo una pluralità di traiettorie, invitando curatori come Mario Cresci, Virgilio Sieni, Studio Formafantasma, James Bridle & Navine Khan Dossos, a esplorare il tema con il loro sguardo particolare e multidisciplinare. All’opening dell’ultima mostra di questo ciclo, i due curatori tracciano un bilancio dell’esperienza, mentre il 9 dicembre alle 18 si apre, evento collaterale della manifestazione, sempre presso Cava Paradiso, l’installazione dell’artista Giulia Bruno, dedicata al tema degli archivi.

I-DEA si avvia alla conclusione. Cosa potete raccontarci della mostra curata da Liam Gillick & Pelin Tan che conclude il progetto?
“De-Archiving Dwelling” guarda allo spazio abitativo come strumento adoperato, dall’alto e dal basso, per cambiare la società. Questo stesso strumento viene adottato da Tan e Gillick per navigare l’archivio e la storia recente della regione Basilicata. È una mostra che cerca di cambiare alcune delle narrative sulla modernizzazione di Matera e della Basilicata, proponendo collegamenti tra vicende e fenomeni che normalmente non vengono analizzati insieme. Per esempio i curatori hanno deciso di esplorare le sub-culture nei Sassi di Matera dopo lo sfollamento e propongono la teoria di un fenomeno non scollegato dalla storia “ufficiale” della città.

Dalla scelta di dedicare uno dei due progetti-pilastro di Matera 2019 al tema degli archivi emergono coraggio e propensione alla sperimentazione nei confronti di questioni come il tempo e la memoria. Che cosa hanno rivelato del potenziale degli archivi le diverse interpretazioni/letture offerte dei curatori-artisti coinvolti?
I-DEA è un progetto che ha cercato di unire tra loro gli archivi e le collezioni della regione Basilicata e al contempo riflettere sul concetto di archivio: da quelli istituzionali a quelli piccoli, che spesso sono il frutto di tentativi “dal basso” di raccontare delle micro-storie spesso non conosciute. La scelta di chiedere ad artisti, architetti e pensatori contemporanei di interagire con l’archivio fa parte di un tentativo di ampliare lo scopo dell’archivio e i suoi utilizzi, ma anche di invitare sia l’artista che il pubblico a considerare il futuro dei nostri archivi e il futuro dell’archiviazione. Cosa e come vogliamo archiviare oggi? E perché?

Anche attraverso queste domande aperte, il progetto ha dimostrato la natura multiforme della memoria, che può poggiare su oggetti dotati di una propria fisicità, ma anche su gesti e azioni parimenti in grado di chiarire l’identità di un luogo o di una comunità. Che tipo di reazioni avete registrato da parte dei materani e dei visitatori?
Chiedere agli artisti di portare uno sguardo soggettivo nell’approccio verso l’archivio ha permesso anche ai materani, ai visitatori e anche agli archivi stessi di rivolgersi in modo soggettivo ai materiali in mostra.

Nel complesso, quale il bilancio che emerge da questa esperienza? Come evitare di disperdere e dissolvere, a sua volta, il patrimonio di idee e visioni prodotto da I-DEA?
Insieme allo studio grafico Omnigroup, stiamo lavorando a una piattaforma digitale del progetto I-DEA. Questa comprenderà delle sezioni dedicate a ciascuna mostra e avrà un database di tutti gli oggetti, documenti e fotografie esposte nel corso delle cinque mostre del progetto. Il database è stato pensato come strumento d’archiviazione e anche come strumento curatoriale che permetterà al navigatore di collegare all’infinito i materiali scelti dai vari curatori.

State lavorando anche su ulteriori fronti?
Sì. Oltre alla piattaforma digitale, stiamo preparando una collana di libri in collaborazione con Nationhood, l’agenzia editoriale che cura Archivio Magazine e pubblicata da Humboldt. Insieme a Nationhood abbiamo selezionato cinque archivi e ciascun libro sarà dedicato a uno di questi, attraverso saggi scritti da scrittori, antropologi, storici e giornalisti.

Valentina Silvestrini

www.ideamatera.eu

www.matera-basilicata2019.it

I-DEA: Abitare gli archivi: Vita, movimento, raccolto
Cava Paradiso – Contrada La Palomba
SS7 Matera, 75100
Fino al 20 gennaio 2019

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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