Vitalità del notturno. Matteo Fato a Pesaro

Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro – fino al 3 novembre 2019. La mostra personale di Matteo Fato è un’immersione nella storia e nei generi della pittura. Con uno sguardo alle collezioni dei Musei Civici di Pesaro.

È un esercizio intenso e sofisticato quello messo in atto da Matteo Fato (Pescara, 1979) per la personale alla Pescheria di Pesaro, a cura di Marcello Smarrelli, che, dopo le mostre dedicate a Nicola Samorì (2017) e Thomas Braida (2018-19), sceglie un altro protagonista della pittura italiana contemporanea. Scena notturna sul mare, questo il titolo dell’esposizione, prende spunto dal dipinto di un anonimo autore pesarese del XVII secolo: si tratta di un quadro, individuato dallo stesso Matteo Fato tra le collezioni dei Musei Civici di Pesaro, che rappresenta una marina al chiaro di luna; una tela dallo sviluppo marcatamente orizzontale, con un evidente squarcio al centro, quasi fosse procurato da un fulmine interno alla stessa scena dipinta. Fato decide di esporre l’opera seicentesca al termine del Loggiato della Pescheria, in posizione centrale, costruendo attorno a essa una mostra fatta di ripetizioni e variazioni sul tema. L’artista ha infatti realizzato una serie di dipinti che riproducono in maniera tutt’altro che fedele la Scena notturna sul mare: il dialogo, lungo idealmente cinquecento anni, parte dalla lunga parete del Loggiato, dove sono esposti tre oli su lino che ripropongono, nelle stesse dimensioni, il medesimo paesaggio seicentesco. Ma già un rapido colpo d’occhio permette di cogliere piccole differenze che, a uno sguardo più fermo, si fanno macroscopiche. Messi a confronto in successione, i lavori iniziano a vibrare, arricchendosi di dettagli, colori, soggetti che di volta in volta emergono o vengono risucchiati dallo sfondo notturno. Anche la parete su cui le opere sono allestite partecipa a questa immersione atmosferica: completamente dipinta di un blu di Prussia denso e profondo, la superficie evoca una notte dalle molteplici sfumature, cupa e luminosa insieme.

MATTEO FATO E LA PITTURA

Anche nell’ambiente della Chiesa del Suffragio Fato propone tre notturni. Questa volta la differenza più lampante è nella dimensione dei dipinti, triplicate rispetto al paesaggio dell’autore anonimo seicentesco. L’artista reagisce diversamente anche alla conformazione dello spazio (in questo caso dodecagonale e non più longitudinale come nel Loggiato), enfatizzandone lo sviluppo quasi circolare e disponendo i lavori in modo tale da abbracciare l’osservatore, invitandolo inoltre a un punto di vista diverso sulle opere. Al centro della stanza Fato ha installato infatti una struttura in legno multistrato, una specie di balaustra sopraelevata (vi si accede attraverso una scala) che diventa il luogo di osservazione privilegiato sul trittico di paesaggi. Così come la parete colorata di blu di Prussia, l’“affaccio” realizzato da Fato (un possibile richiamo alla vetta da cui si sporge il viandante di Caspar David Friedrich?) diventa un espediente che dimostra la sensibilità dell’artista per l’ambientazione delle proprie opere e la volontà di segnare gli spazi nei quali interviene, nonché la sua costante ossessione per le diverse fasi del processo pittorico. Quasi tutte le opere di Fato sono infatti formate non soltanto dal dipinto con il soggetto principale, ma anche da tele astratte che ripropongono la paletta cromatica utilizzata dell’artista, catturata sotto forma di “pulizia del pennello”; e pure le casse di legno in multistrato che contengono i lavori sono impiegate non solo per trasportare le opere, diventando un inaspettato supporto delle stesse (la scala/balaustra è realizzata proprio assemblando le casse dei notturni di grande formato). La mostra comprende infine un ipotetico ritratto dell’anonimo pittore seicentesco, colto di spalle e assorto nella contemplazione del paesaggio: un atteggiamento e una postura con i quali Fato sembra rendere omaggio non soltanto all’autore della Scena notturna pesarese, ma a una più ampia, sfuggente e romantica idea di pittore.

Matteo Fato. Scena notturna sul mare. Exhibition view at Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro 2019. Photo Michele Alberto Sereni

Matteo Fato. Scena notturna sul mare. Exhibition view at Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro 2019. Photo Michele Alberto Sereni

INFINITA POSSIBILITÀ

La personale alla Pescheria rappresenta una summa della poetica e della produzione di Matteo Fato: l’interesse per la pittura di genere – paesaggio e ritratto – come terreno in cui osservazioni empiriche e rielaborazioni “sentimentali” entrano in collisione; il desiderio di rinnovare un topos e una sfida che accompagnano da sempre la pittura (la realizzazione en plein air); la volontà di tenere assieme i passaggi che scandiscono la creazione pittorica, dalla realizzazione in studio fino all’esposizione dell’opera. Una pittura, quella di Fato, che riesce a essere contemporaneamente poderosa e sottile, basata su variazioni millimetriche che – come nota Gianni Garrera in un testo composto per l’occasione, parafrasando Giacomo Leopardi – aprono a una “infinita possibilità”.

Saverio Verini

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Saverio Verini

Saverio Verini

Saverio Verini (1985) è curatore di progetti espositivi, festival, cicli di incontri legati all’arte e alla cultura contemporanea. Ha all’attivo collaborazioni con istituzioni quali Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, MACRO, Accademia di Francia…

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