Mancaspazio a Nuoro. Un nuovo spazio espositivo in Sardegna

Con una mostra che coinvolge otto artisti sardi ha aperto a Nuoro un nuovo spazio espositivo. Ne abbiamo parlato con la titolare Chiara Manca.

Da cosa nasce l’idea di questo nuovo spazio espositivo?
Cinque anni fa ho avuto la fortuna di incontrare Sandra Piras, la responsabile della Galleria Chironi 88 a Nuoro che mi ha trasmesso l’entusiasmo e la passione per il suo lavoro, già dal primo incontro, quando mi ha portato negli spazi della galleria e ha iniziato a raccontarmi delle decine di mostre realizzate. Aveva una cultura fuori dal comune e parlando con lei ho scoperto che quello che volevo fare era imparare e aprire uno spazio espositivo.

Con quali risultati?
Quell’incontro è stato fondamentale, aprendomi un mondo sull’arte e su come potesse essere fruita da tutti, se raccontata con intelligenza e semplicità. Anna Maria Montaldo e Maria Luisa Frongia sono state, e sono, importanti punti di riferimento per il mio percorso formativo e professionale, entrambe mi hanno dato fiducia e la possibilità di mettere alla prova le mie capacità. Da loro ho imparato a muovere i primi passi.

Mancaspazio, la mostra inaugurale

Mancaspazio, la mostra inaugurale

Come sei arrivata alla scelta del nome?
In più di un’occasione ho avuto molte difficoltà a trovare sedi adatte a ospitare mostre temporanee a Nuoro. Il nome MANCASPAZIO rappresenta anche questa carenza e il tentativo di colmarla almeno in parte.

Qual è la mission?
L’idea è quella di creare uno spazio dove artisti emergenti, anche di altissimo livello o dimenticati, e artisti storicizzati possano incontrarsi e raccontare l’arte attraverso le loro ricerche.

Com’è organizzato lo staff?
Per ogni mostra è prevista la pubblicazione di un catalogo a cui collaborano Nelly Dietzel per le fotografie, Sara Manca per la grafica e Shahrazad Hassan per le traduzioni. Il sito internet invece è seguito da Fabio Piras.

Qual è il target di riferimento?
L’obiettivo è di avvicinare al mondo dell’arte i miei coetanei e non soltanto, i collezionisti, e gli addetti ai lavori. Durante le esposizioni saranno organizzati anche laboratori didattici per i bambini delle scuole elementari, curati da Giuditta Sireus, con lo scopo di incuriosirli e la speranza di renderli futuri fruitori dell’ambito culturale e, nello specifico, della cultura visiva.

E il rapporto col territorio?
Potrei rispondere con una frase di Virginia Woolf “sono radicata ma scorro”. Gli artisti sardi sono il mio campo di ricerca, ma saranno accompagnati anche da artisti di ambito peninsulare e internazionale, creando un dialogo fra loro.

Com’è strutturato lo spazio?
Una stanza in via della Pietà a Nuoro, in centro storico, vicino a Casa Deledda, inserita fra i percorsi culturali e museali che la città offre.

Mi parli della programmazione?
La prima mostra Di sospetto e di fede, inaugurata il 14 dicembre, è dedicata alle donne con opere di Giuseppe Biasi, Melkiorre Melis, Gavino Tilocca, Maria Lai, Emilia Palomba, Salvatore Fois, Antonello Cuccu e Terrapintada. Ogni 3 settimane – il progetto è ambizioso – ci sarà una nuova mostra, visitabile il martedì e dal venerdì alla domenica. Saranno principalmente esposte opere di pittura, scultura, fotografia e installazioni con un occhio di riguardo verso l’artigianato artistico. Ambito col quale si sono confrontati la maggior parte degli artisti sardi, e ancora oggi vivo in Sardegna e non solo.

– Roberta Vanali

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Roberta Vanali

Roberta Vanali

Roberta Vanali è critica e curatrice d’arte contemporanea. Ha studiato Lettere Moderne con indirizzo Artistico all’Università di Cagliari. Per undici anni è stata Redattrice Capo per la rivista Exibart e dalla sua fondazione collabora con Artribune, per la quale cura…

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