Biennale d’Arte di Venezia 2019 sempre più al femminile. Ecco le artiste di Georgia e Taiwan

Continua a configurarsi il quadro delle partecipazioni nazionali alla prossima edizione della biennale lagunare, caratterizzata dalla predominante presenza di artiste di donne. Questa volta è il turno di Georgia e Taiwan

Nonostante l’inverno sia la stagione dedicata alle fiere, non si può non iniziare a sbirciare tra gli eventi d’arte che contraddistingueranno il 2019 alle porte: tra tutti, manco a dirlo, primeggia la 58. Mostra Internazionale d’Arte di Venezia, che si terrà dall’11 maggio al 24 novembre con la curatela di Ralph Rugoff. Negli ultimi mesi abbiamo dedicato molti articoli alla prossima Biennale, in cui svelavamo i nomi – e in qualche caso anche i progetti – degli artisti che andranno a rappresentare i Paesi partecipanti. Nonostante il quadro della kermesse lagunare non sia ancora completo, emerge già una tendenza: la predominante presenza di artiste, molte delle quali impegnate a indagare il ruolo della donna nella società contemporanea. Qualche esempio? Renate Bertlmann per l’Austria, Eva Rothschild per l’Irlanda, Cathy Wilkes per la Gran Bretagna, Laure Prouvost per la Francia, Charlotte Prodger, vincitrice del Turner Prize 2018, per la Scozia, Shirley Tze per Hong Kong, e poi due dei tre artisti scelti dal curatore Milovan Farronato per il Padiglione Italiano, ovvero Chiara Fumai e Liliana Moro. E l’elenco al femminile non termina qui: Georgia e Taiwan di recente hanno svelato i nomi delle artiste che li rappresenteranno a Venezia, rispettivamente Anna K.E. e Shu Lea Cheang.

TRA FEMMINISMO E TECNOLOGIA

Nata a Tbilisi, Anna K.E. lavora tra New York e Düsseldorf, e la sua ricerca artistica spazia tra video, installazioni e sculture che trattano il rapporto tra il proprio corpo e lo spazio che lo circonda. La storia del modernismo, del femminismo e delle tecnologie è spesso al centro del suo lavoro, che negli ultimi due anni è stato oggetto di esposizioni a New York, al Queens Museum e alla Simone Subal Gallery. Il Padiglione Georgiano, dal titolo REARMIRRORVIEW, Simulation is Simulation, is Simulation, is Simulation… sarà curato da Margot Norton, curatrice del New Museum di New York.

PRIGIONI E CONTROLLO

3x3x6 è invece il progetto presentato al Padiglione del Taiwan dall’artista Shu Lea Cheang: il titolo fa riferimento al nuovo modello architettonico delle prigioni industriali, ovvero una cella di nove metri monitorata da sei telecamere. 3x3x6 è un progetto di ricerca multimediale che includerà immagini, installazioni e programmi per computer, e si svilupperà a Palazzo delle Prigioni, che ospiterà il Padiglione del Taiwan, sotto forma di un’installazione site specific che riflette sulle tecnologie utilizzate per imporre il controllo, incluse quelli utilizzate all’interno delle carceri e i sistemi di sorveglianza nella società contemporanea. “Con questa mostra esploriamo le possibili strategie di resistenza contro le società altamente controllate, la dignità autoaffermante contro la repressione e le versioni variabili delle ricerche autoproclamate per la (non) felicità”, ha dichiarato Shu Lea Cheang, che negli ultimi trent’anni con il suo lavoro ha trattato il tema del disfacimento delle rappresentazioni di genere, sessualità e razza.

– Desirée Maida

www.labiennale.org

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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