Un nuovo video (realizzato non prima del 2015) per Banksy: spiega l’azione da Sotheby’s

Ha fatto il giro del mondo l’immagine dell’opera Girl with a Balloon, distrutta da Banksy durante la ormai mitologica asta Sotheby’s. Un nuovo video racconta come è stata realizzata la performance.

Banksy colpisce ancora. L’artista ha da poco pubblicato sul proprio profilo instagram e sul  canale youtube una versione “director’s cut” del video dell’ormai famosa performance “distruttiva” post asta di Sotheby’s della sua opera “Girl with a Balloon“, ora rinominata da Sotheby’s “Love is in the Bin” e con acquisto confermato dall’acquirente originale. Su Instagram Banksy chiarisce due dei dubbi che hanno attanagliato tutti: cioè di aver veramente tagliato l’opera (si sospettava che l’originale fosse stato avvolto all’interno della cornice per far spazio – in uscita – ad una versione tagliata) e che la casa d’aste non fosse a conoscenza di quanto accaduto.

COME AVVIENE IL TAGLIO

Nel video vengono svelati invece nuovi particolari tecnici e soprattutto si fa vedere come l’artista (o chi per lui) abbia iniziato l’operazione con un telecomando facendo scattare l’allarme acustico inglobato nel retro della cornice ed il meccanismo che ha sezionato l’opera. Banksy ci tiene anche a precisare che nelle prove di simulazione eseguite in precedenza tutta l’opera veniva distrutta completamente mentre da Sotheby’s si è fermata a metà (forse la batteria si è scaricata) suscitando altre congetture in tema di volontarietà e casualità. Nel filmato l’artista prende anche in giro Sotheby’s con immagini girate durante una delle VIP preview. Ma torniamo all’aspetto tecnico: intanto il meccanismo mostrato in questo nuovo filmato appare diverso da quello mostrato nel primo video che l’artista aveva rilasciato. Nel precedente il sistema di taglio sembrava formato da lame di taglierino che avevano creato non pochi dubbi sulla loro efficacia, mentre ora si vede molto bene anche l’altro verso del sistema, con l’uso di un rullo da taglio spinto contro un rullo a tamburo per far pressione sul materiale che compone, anzi componeva l’opera.

ANCORA QUALCHE DUBBIO

Rulli collegati con una cinghia di plastica ad un motore elettrico. Addirittura l’opera è montata su una specie di tapis roulant così da spingerla uniformemente verso i rulli del destino. Ad alimentare i meccanismi una batteria da 12v del tipo che si monta sugli scooter, ma molto più leggera del solito, marca JMT dal costo di circa 50 sterline. Questo modello perde il 5% di carica ogni mese: dubitiamo quindi fortemente che sia stata installata nel 2006, data di acquisto dell’opera. Probabilmente il montaggio è avvenuto in tempi più recenti e forse la batteria stessa non ha retto per il sezionamento del 100% dell’opera scaricandosi con lo sforzo dell’azionamento dei motori e dei rulli. C’è da notare il peso anomalo che deve aver avuto l’opera tra motori rulli e batteria… strano che nessuno si sia insospettito.

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Ci siamo insospettiti noi, invece: abbiamo interpellato l’azienda produttrice della batteria che ci ha comunicato: “ l’esemplare utilizzato da Bansky è stato introdotto sul mercato  nel 2013″. Quindi l’artista ha aggiunto il meccanismo distruttore non prima del 2015.

-Mario Bucolo

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Mario Bucolo

Mario Bucolo

Mario Bucolo è fotografo professionista (awards winners come si dice di chi ha ricevuto premi e riconoscimenti internazionali), pur amando definirsi ‘artigiano dell’immagine’, specializzato in architettura, landscape, viaggi. Catanese, vive e lavora a Londra da alcuni anni. Ma Mario Bucolo…

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