Da Warhol alla Transavanguardia. La Collezione Grassi a Prato

Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato – fino al 2 dicembre 2018. Per decenni conosciuta come la città-fabbrica italiana per eccellenza, Prato conserva anche una sua identità culturale, fatta di tesori del passato e interessanti momenti di contemporaneo, questi ultimi nati quasi sempre per iniziativa di privati con la passione per l’arte. Il Centro Pecci è una di queste realtà, che adesso ospita la Collezione Grassi, interessante spaccato fra Transavanguardia e Pop Art, concessa in comodato al museo dagli eredi.

Il colore è stato sempre molto presente nella mia vita, tanto è vero che nella scelta delle opere è proprio questo […] l’elemento determinante”. Con queste parole Alessandro Grassi (Prato, 1942-2009), imprenditore nel settore dell’inchiostro tipografico, riassumeva cosa lo avesse spinto ad amare l’arte. La sua collezione è un tripudio di colori, dalla Transavanguardia di Nicola De Maria e Mimmo Paladino al graffitismo di Keith Haring alla fotografia di William Egglestone; uno spaccato di storia dell’arte, ma anche sociale, che va dagli Anni Ottanta al Duemila. Offrendo alla città questa prestigiosa raccolta, la famiglia Grassi ha dimostrato una volta di più che anche i collezionisti possono produrre cultura in prima persona,

LA STAGIONE DELLA TRANSAVANGUARDIA

Dopo l’esplosione del concettuale che aveva caratterizzato l’arte degli Anni Settanta, sul finire del decennio tornò in primo piano la figurazione. Fra i propugnatori di questo “ritorno alle origini”, i pittori e gli scultori della Transavanguardia Italiana, movimento che si ripropose il recupero della tradizione con particolare riferimento a quella europea. Il manierismo michelangiolesco venato di ironia di Sandro Chia, le sperimentazioni con i materiali di Enzo Cucchi, l’Espressionismo condito di Pop Art di Francesco Clemente, l’Astrattismo di Nicola De Maria e Mimmo Paladino costituiscono momenti importanti dell’arte italiana ed europea, che Grassi seppe apprezzare, attratto anche dagli studi critici di Bonito Oliva che per primo “lanciò” la Transavanguardia.

Nan Goldin, Night vision from my apartment of World Trade Center, NYC, 2001. Courtesy Eredi di Alessandro Grassi

Nan Goldin, Night vision from my apartment of World Trade Center, NYC, 2001. Courtesy Eredi di Alessandro Grassi

I DUE VOLTI DEGLI USA

Nella collezione Grassi, anche uno spaccato degli Stati Uniti di Reagan (e non solo), caratterizzati da due volti diametralmente opposti. Uno patinato, connesso alla società dell’immagine, dei “ricchi&famosi”, immortalato dalle fotografie di Andy Warhol, dove compaiono fra gli altri Truman Capote, Salvador Dalí, Elizabeth Taylor, Bianca Jagger, in uno smagliante bianco e nero da cui sembra uscire il ritmo dello Studio 54. All’altro capo, la New York dei bassifondi di Nan Goldin e l’America dei motel lungo le highways, dei distributori di benzina quasi oppressi dalla vastità del deserto meridionale o delle montagne rocciose sullo sfondo, di Egglestone e Tillmans; l’America del ceto medio e dei vagabondi, quella profonda di Carver o Steinbeck. Il graffitismo di Haring, invece, porta un tocco di poesia venata di riflessione sociale, in particolare su usi e costumi sessuali, nell’era del flagello dell’AIDS.

Niccolò Lucarelli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

Scopri di più