Desiderio e attesa. Il marmo secondo Ilaria Gasparroni

Cubo Gallery, Parma ‒fino al 14 aprile 2018. Lavora con un metodo tradizionale, fatto di fatica, esattezza, materiali preziosi come il marmo di Carrara. E studia, riflette sulle opere che spesso nascondono citazioni letterarie o questioni filosofiche e scientifiche: Ilaria Gasparroni sorprende con una mostra raffinatissima.

L’amore e il desiderio, la tensione verso l’altro e l’incontro, dilatano il tempo all’infinito e danno senso a tutte le memorie, a tutte le presenze, a tutte le speranze”, scrive Giulia Maria Letizia Romanini a proposito delle opere di Ilaria Gasparroni (Sant’Omero, 1989), giovane artista che ha scelto la scultura in marmo come mezzo privilegiato di espressione. Dai volti, dalle parti del corpo – che nascono sempre da calchi di persone reali, poi trasposti nella pietra – scaturiscono un’espressione forte e un messaggio chiaro, comprensibile ma non banale, che scuote lo spettatore costringendolo a una riflessione sulla propria vita e sulla relazione con “l’altro”.
Da un Bacio che è esplicita citazione di Rodin ‒ dove però uniche protagoniste sono le bocche dei due amanti ‒ alle scarpette da ballo rivestite internamente di spine, alla Vanitas che richiama secoli di storia dell’arte, si giunge al fulcro visivo dell’allestimento: una Dolcezza quasi rinascimentale da cui promanano forza, serenità e consapevolezza di sé.

Marta Santacatterina

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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