Lisbona. Il MAAT soffia sulla prima candelina. Le immagini delle celebrazioni

Festeggia il primo anno il MAAT Museum. Centrale nel boom di Lisbona – ormai lo chiamano tutti Lisboom – e con numeri più che rispettabili. Siamo stati nella capitale portoghese per vedere le nuove mostre e la situazione in città.

MAAT by day. Photo Marco Enrico Giacomelli
MAAT by day. Photo Marco Enrico Giacomelli

Ha inaugurato le nuove mostre due giorni fa e ieri notte ha celebrato il suo primo compleanno, il MAAT – Museu Arte Arquitetura Tecnologia di Lisbona. Ospitato in un’ex centrale elettrica e in un secondo edificio progettato da Amanda Levete, affacciato splendidamente sul Tago e su una banchina che si sta sviluppando a rapidi passi (una dinamica molto simile a quanto avvenne con la Tate Modern a Londra), il museo della Fundação EDP per ora non sbaglia un colpo.

I DATI

Con il primo compleanno arrivano anche i dati a confermarlo: oltre 550mila visitatori, 2.451 amici del museo, 23 mostre (7 solo show, 4 group show nazionali, 7 group show internazionali, 4 commissioni site specific, 1 mostra permanente), 432 artisti (305 internazionali e 137 portoghesi), 1.389 opere esposte (415 portoghesi e 974 internazionali), a cui si aggiungono 195 opere provenienti dalla EDP Foundation Art Collection, 22 fra cataloghi e pubblicazioni. E poi ci sono i premi: fra i tanti, la Novelty of the Year – Time Out Lisbon Awards, il Design Prize 2017, la Museum Architecture of the Year – LCD Awards 2017 (e ci mettiamo anche il miglior nuovo museo internazionale secondo il nostro best of del 2016); e ancora, l’ingresso nelle shortlist dello EU Mies van der Rohe Prize 2017, del World Architecture Festival 2017 (categoria Culture) e del Blueprint Awards 2017 (categoria Public Use Private Funding).

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PROGETTI VINCENTI

I meriti sono condivisi e “circolari” fra diversi attori: dalla vivacità della città e della sua amministrazione all’impegno in campo culturale della EDP, dall’iconicità e funzionalità del nuovo edificio alla lucida direzione di Pedro GadanhoDelle mostre vi parleremo più dettagliatamente nei prossimi giorni e in un reportage sulla città che sarà pubblicato sul prossimo numero di Artribune Magazine. Intanto però segnaliamo il grande progetto site specific di Bill Fontana nella sala ovale, un’installazione audio-video che capta in tempo reale suoni e immagini dal vicinissimo ponte 25 aprile; l’ottima rassegna video intitolata Tension & Conflict. Art in video after 2008 (alla quale è stato invitato anche il nostro Federico Solmi); e, nel vecchio edificio, Artist’ Film International, dove spicca The nomadic city of Camela di Luís Lázaro de Matos, artista in forza alla Galeria Madragoa diretta da Matteo Consonni e Gonçalo Jesus (presenza italiana raddoppiata a maggio con l’apertura di Monitor Lisbon).

– Marco Enrico Giacomelli

www.maat.pt

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Marco Enrico Giacomelli
Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et filiations foucaldiennes en Italie: l’operaïsme en perspective" (Paris 2004; trad. sp., Buenos Aires 2006; trad. it., Roma 2010), "Another Italian Anomaly? On Embedded Critics" (Trieste 2005), "La Nuovelle École Romaine" (Paris 2006), "Alex Pinna. Ogni cane è il mio cane” (Cinisello Balsamo 2007, con Andrea Bellini e Marco Senaldi), "Un filosofo tra patafisica e surrealismo. René Daumal dal Grand Jeu all'induismo" (Roma 2011), "Di tutto un pop. Un percorso fra arte e scrittura nell'opera di Mike Kelley" (Milano 2014), "Un regard sur l’art contemporain italien du XXIe siècle" (Paris 2016, con Arianna Testino), "Valerio Berruti. Paradise lost" (Cinisello Balsamo, 2018), "Ma dove sono le opere d'arte?” (Roma 2023). In qualità di traduttore, ha pubblicato testi di Marc Augé, Nicolas Bourriaud, Gilles Deleuze, Boris Groys e Jean-Jacques Revel. Nel 2014 ha curato la mostra (al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano) e il libro (edito da Marsilio) "Achille Compagnoni. Oltre il K2". Nel 2018 ha curato la X edizione della Via del Sale in dieci paesi dell'Alta Langa e della Val Bormida. Ha tenuto seminari e lezioni in numerose istituzioni e università, fra le quali la Cattolica, lo IULM, l'Università Milano-Bicocca e l'Accademia di Brera di Milano, la Libera Università di Bolzano, l’Alma Mater di Bologna, la LUISS di Roma, lo IUAV e Ca' Foscari di Venezia, l'Accademia Albertina di Torino. Dal 2015 al 2022 ha redatto (insieme a Massimiliano Tonelli) la sezione dedicata all'arte contemporanea del rapporto annuale "Io sono cultura" prodotto dalla Fondazione Symbola. Insegna Critical Writing alla NABA di Milano. È cofondatore di Artribune, di cui è stato direttore responsabile dal 2011 al 2022 e vicedirettore editoriale dal 2011 a marzo 2023.