Edoardo De Candia, l’outsider del Salento

Ex Chiesa di San Francesco della Scarpa, Lecce ‒ fino al 30 settembre 2017. Alla riscoperta di Edoardo De Candia, il pittore leccese “eretico ed erotico”. A lungo snobbato dalla critica, ha vissuto il suo percorso artistico in un’ottica di compenetrazione totale tra arte e natura.

Edoardo l’anticonformista, Edoardo il puro, Edoardo l’eretico, Edoardo il matto da legare. Un’anima libera che vive la dimensione panica della natura in un rapporto assoluto con l’arte. Un pittore che, reo di aver sfidato le convenzioni sociali della sua città e del suo tempo, è stato condannato alla realtà delle questure e degli elettroshock.
A oltre vent’anni dalla morte, l’opera di Edoardo De Candia ‒ controverso artista originario di Lecce ‒ inizia a essere rivalutata dalla critica ufficiale, che lo ha da sempre e inesorabilmente snobbato. Questo grazie a una grande retrospettiva costituita da oltre cento opere, molte delle quali inedite e appartenenti a collezioni private, che documenta le varie fasi artistiche del pittore leccese, in un quadro più generale di ricostruzione storico-critica del suo percorso artistico.

Edoardo De Candia, Senza titolo, 1970. Collezione privata, Campi Salentina

Edoardo De Candia, Senza titolo, 1970. Collezione privata, Campi Salentina

NATURA E ARTE

Il poeta Vittorio Pagano lo definirà “Odoacre l’Anglo”, mentre Antonio Verri lo appellerà come “il Vichingo di Monte Sabotino”. Il suo stile pittorico richiama in molte fasi quello dei Fauves e dei post-impressionisti: forte appare, infatti, l’accostamento alla morbidezza del segno e alle intense policromie di Matisse. La natura sarà l’architrave tematico di tutta la sua opera, anzi, in De Candia la compenetrazione tra natura e artista sarà totale. Sono note alle cronache locali le sue lunghe camminate, nudo, da Lecce alla località marittima di San Cataldo.  Sempre nudo, Edoardo dipinge sulla sua terrazza, intingendo nell’acqua marina i suoi pennelli. Sarà “un’esperienza fisica, prima che intellettuale”, “un’immersione panica nella natura”. Che sfocerà, negli Anni Sessanta, nell’elaborazione degli amati paesaggi e orizzonti marini, costellati dalla macchia mediterranea.

Edoardo De Candia, Senza titolo, anni '70. Collezione Diurisi, San Cesario di Lecce

Edoardo De Candia, Senza titolo, anni ’70. Collezione Diurisi, San Cesario di Lecce

EROS, DOLCEZZA, ERESIA

Conturbanti, tra gli altri, i dipinti a tema erotico in cui Edoardo ‒ che svende per le vie di Lecce le sue opere a poche lire ‒ esprime, in tutta la sua immediatezza, la dimensione voluttuosa dell’eros femminile. Come scrive Lorenzo Madaro: “Edoardo De Candia, insieme a Ezechiele Leandro, è stato certamente l’artista più estremo, totale e outsider della Puglia nella seconda metà del secolo scorso: entrambi hanno vissuto una relazione totalizzante con l’arte, in forme diverse. Ma ‒ parafrasando Vittorio Pagano ‒ è troppo difficile capire un’eresia che non aggredisce, che si consuma in bossoli di dolcezza. Non la si perdona”.

Cecilia Pavone

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Cecilia Pavone

Cecilia Pavone

Cecilia Pavone, storica e critica d’arte, curatrice indipendente, giornalista professionista, è nata a Taranto ed è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Bari. La sua ricerca verte sulla fenomenologia artistica contemporanea e sulla filosofia dell’arte. Scrive su riviste specializzate…

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