Due modi di approcciare il tempo con la pittura, attingendo dal ricordo e dalla memoria: più oggettivo e impersonale Francesco Cervelli (Roma, 1965), intimo e familiare Mauro Di Silvestre (Roma, 1968). Nello spazio della neonata galleria, la doppia prospettiva è contrapposta frontalmente per trovare poi un equilibrio nella quadreria allestita al piano superiore dai due artisti.
Più grandi e cromaticamente pacate le tele di Cervelli che costruisce possibili spazi onirici, predominati da quiete e riferimenti alla storia dell’arte. Cardinale la tela L’impossibile padiglione universale n°2 (2013-14), dove la materia pittorica diviene anche tattile e materica.
Spinto dal tomento dello scorrere del tempo, Di Silvestre registra sulla tela con allegria e spontaneità i ricordi personali legati alla sua infanzia e alla famiglia. Colori brillanti, sovrapposizioni d’immagini, inserti di carte da parati Anni Settanta; lavori autobiografici che immortalano oggetti e persone care.
– Martina Adami