Profughi come manichini gonfiabili. È questo il nuovo pugno allo stomaco che Ai Weiwei, la superstar dell’arte globale, intende sferrare alle coscienze occidentali sul delicato a spesso tragico tema delle sofferenze dei popoli migranti, ormai da qualche anno divenuto suo pressoché esclusivo tema di analisi e denuncia. Era successo a Vienna, al Parco del Belvedere, con un’installazione creata con un migliaio di giubbotti salvagente di differenti colori, e ancora prima alla Konzerthaus di Berlino, dove aveva rivestito le colonne ancora con qualche migliaio giubbotti di salvataggio, e poi – ne abbiamo parlato diffusamente – a Firenze, con i gommoni piazzati alle finestre di Palazzo Strozzi. Simboli di un dramma ora serializzati e quindi relativizzati, alle stregua di barattoli di Campbell’s Soup warholiana.
FINO A LUGLIO DEL 2018
Ora lo scenario diventa quello della Národní Galerie di Praga, con la mostra Law of the Journey che si inaugura venerdì 17 marzo: ma l’approccio dell’artista e attivista cinese non muta, non cambia il format che punta sull’effetto dirompente a livello comunicativo e di denuncia (?) del rendere pop il dramma. Qui la plastica gonfiabile serve a creare 258 figure, migranti senza volto giustapposti in un’installazione di una settantina di metri di lunghezza. Casus belli? La recente proposta austriaca di tagliare i sussidi dell’Unione Europea agli stati membri che rifiutino di partecipare al programma di trasferimento dei rifugiati: come proprio la Repubblica Ceca, riluttante ad accettare profughi provenienti da Italia e Grecia. La mostra resterà visibile fino a luglio del 2018: qui immagini e video…
Dal 17 marzo al 1 luglio 2018.
Ai Weiwei: Law of the Journey
National Gallery of Prague
Veletržní palác, Dukelských hrdinů 47, Prague
http://www.ngprague.cz