La prima personale di Mario Milizia (Milano, 1965) presso la galleria milanese si compone di lavori realizzati in momenti diversi mixando tecniche insolite. L’impresa dell’artista parte dalla riscoperta della sue radici attraverso l’analisi del Dna. La mostra Controcuore rinsalda la sua identità con stratificazioni fisiche a colpi di tinte, parole rimescolate e oggetti incisi. Milizia cambia anche le regole della produzione e, per lasciare un segno di sé, interviene con smalti e bianchetti su pagine ritagliate dal catalogo della collezione permanente del Museo Thyssen di Málaga. Gli arazzi, invece, mostrano le sue poesie ritradotte nelle lingue degli antenati, lo spagnolo, il portoghese, il latino e il greco. Nel passaggio da una lingua all’altra, però, mutano i significanti e il significato, grazie anche al cut-up, il tagliare fisico di uno o più testi per ricombinarli casualmente.
– Lucia Antista