Da Venezia ad Anversa e ritorno, sulle orme dei fiamminghi

Cinque secoli di scambi, economici e culturali, hanno legato a stretto filo la Laguna e le Fiandre attraverso le loro due città portuali. Una storia che inizia nel 1400 e che ora trova spazio anche in una mostra allestita al Palazzo Ducale di Venezia.

Poco più di 1.200 chilometri separano Venezia e Anversa, via terra. Eppure, volendo ricostruire la fitta rete delle relazioni che ha unito per secoli le due città, è soprattutto ai porti di entrambe che andrebbe riservata piena attenzione. È infatti lungo le rotte marittime che questi strategici poli commerciali dell’Europa si legarono, contrastarono e influenzarono vicendevolmente.

LE MERCI SCAMBIATE

Provenienti dalle esotiche terre d’Oriente, spezie e tessuti pregiati transitavano nelle acque lagunari prima di raggiungere le Fiandre, loro destinazione finale o, talvolta, semplice scalo verso ulteriori peregrinazioni. Raggiunta la perfezione, i calici in vetro in Murano catturavano gli sguardi nelle tavole delle corti europee, grazie alle loro affascinanti trasparenze, non senza aver prima conquistato un posto d’onore nelle nature morte dei pittori fiamminghi. E, ancora, fu Anversa a rivestire un ruolo di primissimo piano nella gestione delle merci provenienti dal Nuovo Mondo, finendo così per smistare e convogliare verso altre destinazioni carichi in arrivo da ogni angolo conosciuto – e aperto ai commerci – del pianeta: dall’Atlantico al Mediterraneo, senza dimenticare i mari nordeuropei.

Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe. Exhibition view at Palazzo Ducale, Venezia 2019

Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe. Exhibition view at Palazzo Ducale, Venezia 2019

DUE CITTÀ CHIAVE PER L’ECONOMIA E LA CULTURA

Una a nord, l’altra a sud delle Alpi, per quasi cinque secoli – a partire dal 1400 circa – Venezia e Anversa hanno condiviso una funzione chiave nello sviluppo dell’economia europea, riuscendo a incidere anche sull’identità culturale, e politica, del continente. Tanto profondo da risultare inestricabile appare anche l’intreccio artistico tra le due città, come documentato negli anni da vari progetti espositivi che, in Italia o in Belgio, hanno cercato di ricostruire la fecondità dei contatti in ambito pittorico nelle due aree in esame. Oltre alle mercanzie, di produzione propria o di importazione, Venezia e Anversa – e, di riflesso, le Fiandre – finirono per scambiarsi tecniche, sapere, expertise. Non a caso, molte voci storiche e critiche riconoscono che le scuole veneziane e fiamminghe non avrebbero potuto esistere l’una in assenza dell’altra. Una posizione che attesta le fertili influenze riscontrabili tanto nei generi artistici, quanto nelle modalità di esecuzione, pur nella piena riconoscibilità di entrambe.

LA MOSTRA A PALAZZO DUCALE

Premesse analoghe si possono individuare anche alla base di Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe. L’Appartamento del Doge, all’interno di Palazzo Ducale, fino al 1° marzo acquisisce l’aspetto di una tipica constkamer fiamminga.
Questa tipologia di “sala per esposizione d’arte”, manifesto tangibile dell’agiatezza, dell’erudizione e dello stile delle élite nordeuropee, grazie alla sua peculiare densità di dipinti, sculture, strumenti scientifici, reperti di interesse naturalistico e altre rarità, è ricreata nella storica cornice della sede lagunare. Come? A partire da capolavori concessi in esclusiva dalle principali istituzioni museali fiamminghe. Avvalendosi della curatela di Ben van Beneden – direttore della Rubenshuis di Anversa – e della direzione scientifica di Gabriella Belli – direttore della Fondazione Musei Civici –, la mostra riconduce nel capoluogo veneto anche tre opere chiave della pittura veneziana. Si tratta di Jacopo Pesaro presentato a San Pietro da Papa Alessandro VI, eseguita da Tiziano; della pala d’altare proveniente dall’ex Chiesa di San Geminiano, dipinta da Tintoretto e appartenuta a David Bowie; del Ritratto di una Dama e sua figlia, ancora di Tiziano. Un’occasione che rinnova, all’insegna dell’arte e della storia, la secolare tradizione di incontro-scambio fra le due città.

Valentina Silvestrini

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #51 – Speciale Fiandre

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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