L’anno degli Etruschi. Da Bologna a Milano

Sono sempre di più le mostre e le iniziative dedicate alla civiltà etrusca. Basti pensare alla mostra in corso al Museo Civico Archeologico di Bologna e all’imminente apertura del Museo Etrusco di Milano.

Questo è senza dubbio un periodo di particolare fermento per gli Etruschi in Italia. Al Civico Museo Archeologico di Milano ha da poco chiuso Il viaggio della Chimera. Gli Etruschi a Milano tra archeologia e collezionismo, preview del museo etrusco promosso dalla Fondazione Luigi Rovati: una nuova collezione, un nuovo museo e varie opportunità per studiosi e ricercatori.
A Bologna, invece, hanno riaperto le sale della storica e prestigiosa collezione etrusca del Museo Civico Archeologico, in concomitanza con il vernissage della mostra Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna. Come spiega il professor Giuseppe Sassatelli, tra i responsabili del progetto scientifico, la mostra “è concepita in stretto collegamento con le sale etrusche del Museo Civico, e l’ultimo segmento del viaggio che il visitatore compie in mostra riguarda gli Etruschi della pianura padana la cui capitale era Felsina (Bologna) e termina con un esplicito invito a salire al primo piano per continuare la visita al Museo”, dove si esplorano i medesimi temi approfonditi in mostra.

LA MOSTRA

L’esposizione si articola in un’introduzione ai vari aspetti della civiltà etrusca e in approfondimenti monografici sulle singole realtà storiche e geografiche dell’Etruria propria, padana e campana. “La mostra è concepita come un viaggio, un doppio viaggio. Non solo negli spazi geografici delle città e dei territori etruschi, ma anche un viaggio nei temi e nei grandi snodi storici della lunga vita di questo popolo”. Un progetto ambizioso, non solo per la qualità e il numero dei reperti proposti, ma anche per la sua aspirazione retrospettiva e totale, in un ricco percorso costellato di approfondimenti su scavi recenti e indagini in corso che ha il suo punto di forza nella novità dei risultati presentati. L’esposizione del Museo Civico offre “una visione aggiornata della storia di questo popolo che non solo non è il ‘popolo delle necropoli’, alle quali spesso il grande pubblico tende a ridurre la civiltà etrusca, “ma è al contrario il ‘popolo delle città’. Gli Etruschi, infatti, “chiamavano se stessi con il nome di ‘Rasna’, che in etrusco significa ‘città’: sono loro che hanno inventato la città superando il modo di abitare per villaggi di tradizione protostorica, segnando un formidabile passo avanti nella storia dell’Italia antica”.

Testa maschile di divinità, Orvieto, tempio di Via San Leonardo, 430 420 a.C. Orvieto, Museo Archeologico Nazionale, Polo Museale dell’Umbria

Testa maschile di divinità, Orvieto, tempio di Via San Leonardo, 430 420 a.C. Orvieto, Museo Archeologico Nazionale, Polo Museale dell’Umbria

I CRITERI

Gli Etruschi sono forse un po’ defilati nel panorama culturale italiano, meno familiari per il grande pubblico rispetto ad altre culture del passato più frequentate nei programmi scolastici e divulgativi. Una storia difficile da raccontare, quella etrusca, come ancora più arduo può risultare il sempre difficile dosaggio tra il potere psicagogico del bel pezzo e dell’allestimento in grande stile e le più proficue modalità di avvincere il pubblico ai nodi critici ai quali risponde l’esposizione. La mostra bolognese si basa su un allestimento evocativo, ma fortemente integrato con una solida prospettiva storica e culturale. “La mostra ha materiali splendidi e suggestivi, anche sul piano di un’attrattività emotiva ed evocativa. Ma l’obiettivo che ci siamo ripromessi è quello di ricostruire attraverso tali materiali la storia, lunga e complessa, di questo popolo. Nella convinzione che non è assolutamente vero che per guadagnare l’interesse del pubblico servano pezzi magniloquenti o peggio ancora soluzioni di bassa spettacolarità”. Infatti, assicura Sassatelli, “il pubblico lo si cattura, e in modo assai più duraturo, con solide ricostruzioni storiche che puntino sui grandi temi e sui grandi snodi. Il messaggio deve essere chiaro, solido e assolutamente impeccabile sul piano scientifico e su quello del rigore espositivo. Perché, contrariamente a quanto spesso si pensa, il pubblico vuole questo”.

LE ULTIME DAL MUSEO ETRUSCO DI MILANO RACCONTATE DA GIOVANNA FORLANELLI, VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE LUIGI ROVATI

L’invito del Museo Civico Archeologico di Bologna a esporre alcuni reperti delle collezioni della Fondazione Luigi Rovati durante la mostra Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna rappresenta una delle più preziose collaborazioni della Fondazione realizzate parallelamente ai lavori che preparano l’apertura del futuro Museo Etrusco di Milano. Dopo due anni di attività, il restauro del palazzo di Corso Venezia 52 si avvicina alla conclusione: completati i lavori di scavo che porteranno alla creazione di due piani ipogei, inizierà a breve la costruzione di tre cupole in pietra, segno distintivo del progetto dell’architetto Mario Cucinella, che si è ispirato ai tumuli di Cerveteri e al Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo a Genova di Franco Albini.
In avvio anche il restauro del primo piano nobile, mirato a restituire splendore al progetto decorativo ideato negli Anni Cinquanta dall’architetto Filippo Perego per gli ambienti che furono abitati dalla famiglia Rizzoli. Il ripristino del giardino e l’apertura della caffetteria e del ristorante rappresenteranno gli ultimi passi che condurranno, fra poco più di un anno, a dar nuova vita al palazzo e ad arricchire l’offerta culturale della città di Milano.

Chiara Ballestrazzi

Articolo pubblicato su Grandi Mostre #19

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Chiara Ballestrazzi

Chiara Ballestrazzi

Chiara Ballestrazzi ha conseguito una laurea in filologia classica (2011) e una in archeologia classica (2012) presso l’Università di Pisa. Normalista, è stata redattrice per l’arte antica dell’Osservatorio Mostre e Musei (2011-13) e cofondatrice della compagnia teatrale della Scuola Normale.…

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