The Torlonia Marbles: nel 2020 a Roma super mostra sui marmi della Collezione Torlonia

Novantasei famigerati marmi della collezione Torlonia saranno finalmente visibili grazie ad una grande mostra che verrà inaugurata il 14 ottobre 2020 presso la nuova sede espositiva dei Musei Capitolini a Palazzo Caffarelli

È stata presentata The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces, mostra curata da Salvatore Settis e Carlo Gasparri, che avrà luogo dal 14 ottobre 2020 al 29 giugno 2021 a Villa Caffarelli. Un’impresa importante che ha mosso i suoi primi passi nel lontano marzo del 2016, trovando una forte collaborazione tra soggetti pubblici e privati, tra cui Bvlgari, che ha sostenuto i lavori di restauro. La mostra, il cui progetto di allestimento è di David Chipperfield Architects Milano, si pone come narrazione storica che attraversa le fasi del collezionismo privato di antichità e il suo passaggio alla costituzione del museo, come lo conosciamo oggi: “a partire dal Quattrocento, quando a Roma inizia il collezionismo dove le opere emigrano nelle case delle famiglie romane”, ha dichiarato Settis, spiegando che questo fu “il seme da cui nasceranno più tardi i musei. Il più antico esempio sono proprio i Musei Capitolini”.

 Collezione Torlonia, Vecchio da Otricoli, ©FondazioneTorlonia PH Lorenzo de Masi

Collezione Torlonia, Vecchio da Otricoli, ©FondazioneTorlonia PH Lorenzo de Masi

UNA MOSTRA CHE RACCONTA COME NACQUERO I MUSEI

Un processo storico-culturale importante, infatti, dove Roma è protagonista grazie alla donazione dei bronzi del Laterano al Comune da parte di Sisto IV nel 1471 che ha costituito il nucleo iniziale dei Musei Capitolini, considerati per questo la galleria d’arte più antica del mondo. Il progetto ha avuto una eco non indifferente, attraendo l’attenzione di istituzioni museali estere con le quali si sono aperte relazioni. Con un obiettivo importante nel medio periodo: realizzare a Roma un nuovo Museo Torlonia. “Ringrazio il Comune, Bvlgari e Salvatore Settis. Sembrava un’operazione impossibile ma è grazie a quest’ultimo – sia dal punto di vista scientifico che relazionale – che tale impresa si è conclusa”, ha dichiarato il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. “Il percorso prevede una grande mostra che girerà per il mondo. Alla fine di questo percorso, si prevede a Roma il ritorno del Museo Torlonia in una sede permanente, cercando un luogo adatto insieme al Comune e alla Famiglia”. La mostra infatti è tutta composta da opere di proprietà della famiglia Torlonia, una collezione che ha ne ha passate molte ma che oggi ancora si presenta integra, seppure non pubblica.

Collezione Torlonia, Statua di caprone in riposo, ©FondazioneTorlonia PH Lorenzo de Masi

Collezione Torlonia, Statua di caprone in riposo, ©FondazioneTorlonia PH Lorenzo de Masi

MOSTRA E ALLESTIMENTO

Alla domanda su quali basi siano state scelte le opere che andranno in mostra (le operre della collezione sono oltre seicento, meno di cento quelle selezionate), Settis risponde: “la scelta delle opere è stata guidata da due principi, la qualità stilistica e il restauro delle opere. Ci sono dei restauri secenteschi, uno dei quali forse di Bernini, che ovviamente hanno avuto il loro peso. Poi la capacità delle opere di raccontare insieme alla storia della Collezione Torlonia anche la storia del collezionismo”. Il percorso della mostra si dispiegherà lungo cinque sale di Palazzo Caffarelli, che riaprirà al pubblico dopo una serie di interventi. Il percorso si presenterà come un viaggio temporale “a ritroso”, risultato di un dialogo aperto e condiviso tra i curatori e l’archistar David Chipperfield, ripercorrendo i diversi periodi storici. Si attraverserà l’intero arco del collezionismo dell’Ottocento nella seconda sala; nella terza tutto il Settecento con opere della collezione Albani e un secondo nucleo di opere di Cavaceppi. Poi farà seguito la sezione del Seicento con la collezione Giustiniani fino a giungere al Cinquecento, con testimonianze di alcune delle più importanti collezioni romane come quelle di Pio da Carpi e Caetani. “La collezione in sé per sé è nata da una grandissima acquisizione all’inizio dell’Ottocento ed è poi cresciuta con aggiunte minori”, ha dichiarato il vicesindaco del Comune di Roma Luca Bergamo. “Io ho avuto la fortuna di vederla e ora che è in fase di restauro ci sono dei pezzi di una bellezza straordinaria che finalmente saranno visibili. Qui l’aspetto importante è che il collezionismo diventa godibile e fruibile per chiunque con 96 pezzi che, per una mostra, sono molti”.

Collezione Torlonia, Fanciulla da Vulci, ©FondazioneTorlonia PH Lorenzo de Masi

Collezione Torlonia, Fanciulla da Vulci, ©FondazioneTorlonia PH Lorenzo de Masi

LA COLLEZIONE E LA FONDAZIONE TORLONIA

La storia della collezione Torlonia – in assoluto tra le più importanti raccolte private d’arte classica al mondo – inizia ai primi dell’Ottocento, e prende una configurazione “museale” per volontà del principe Alessandro Torlonia, che nel 1866 decide di acquistare a Roma, sulla via Salaria, l’antica villa del cardinale Alessandro Albani con le sue collezioni, giardini, quadrerie, affreschi e sculture greche e romane, come il famoso rilievo con Antinoo da Villa Adriana o la statuetta in bronzo dell’Apollo Sauroctono di Prassitele. Alla fine dell’Ottocento la collezione conta un numero straordinario di marmi antichi, e nasce così il progetto, promosso dal principe Alessandro, di fondare un Museo di scultura antica (1875), riutilizzando un vecchio magazzino di granaglie su via della Lungara, nei cui ambienti le opere vengono ordinate e catalogate per essere offerte all’ammirazione di piccoli gruppi di visitatori. Ma il museo non fu mai realizzato. Adesso però sembra proprio che il grande progetto che aveva in mente il principe Alessandro possa trovare realizzazione, grazie all’intesa tra la Fondazione Torlonia – nata nel 2014 per volere dell’omonimo Principe Alessandro Torlonia con l’obiettivo di conservare e promuovere la collezione – e il Ministero dei Beni Culturali. “Devo ringraziare l’insistenza e la testardaggine di Salvatore Settis come la collaborazione delle Istituzioni”, ha dichiarato Alessandro Poma Murialdo, amministratore della Fondazione Torlonia. “Condivido con mio nonno, Alessandro Torlonia, l’obiettivo che per anni ha cercato di portare avanti con strategie diverse: la realizzazione di un museo. Quello che è importante oggi è l’accordo innovativo tra privati e pubblico, questo sembra il futuro della cultura. È poi importante dare circolarità alla mostra. Dare alla collezione un respiro internazionale che merita. Per noi è un principio nodale perché siamo sempre stati dell’idea che far girare opere archeologiche è una cosa estremamente importante”. E a quanto pare già c’è la fila di musei mondiali pronti ad ospitare quella che molti studiosi chiamano “la collezione delle collezioni” tanto che il Ministro Franceschini è stato costretto a dichiarare che si dovranno dire molti “dolorosi” no.

BVLGARI E L’ARTE. I RESTAURI DEI MARMI DELLA COLLEZIONE TORLONIA

E veniamo allo sponsor-mecenate, fondamentale in questo progetto. Quello dei restauri dei marmi della Collezione Torlonia non è il primo episodio che testimonia l’interesse e il sostegno di Bvlgari nei confronti delle arti. “Io non sono un professore ma sono un appassionato di arte e per me questa collezione è una delle più belle che abbia mai visto”, ha dichiarato il CEO di Bvlgari Jean-Christophe Babin riferendosi alla Collezione Torlonia. “Bvlgari come azienda capitolina non poteva non essere protagonista di questa grande impresa, restituendo al mondo romano, e al suo pubblico, opere che ci hanno ispirato. C’è felicità per questa collaborazione tra privati e pubblico perché tutti, in poco tempo, abbiamo fatto un restauro ambizioso”. Appuntamento dunque nelle nuove ale dei Musei Capitolini dalla primavera del prossimo anno fino aglio inizi del 2021. La collezione delle collezioni arriva nel museo più antico del mondo.

– Valentina Muzi

Roma // dal 14 ottobre 2020 al 29 giugno 2021
The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces
Musei Capitolini – Palazzo Caffarelli
www.fondazionetorlonia.org

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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