Prado italiano: Rubens e il nostro Cinquecento in mostra a Madrid. Aspettando Lorenzo Lotto

I bozzetti di Rubens e la pittura su pietra nel Cinquecento italiano. Due squisite mostre al Prado, con un alto profilo storico e scientifico. Per un Prado sempre più “italiano”

In attesa della grande retrospettiva su Lorenzo Lotto (prevista a Madrid per metà giugno), il museo del Prado ospita due mostre dedicate a chi ama esplorare gli aspetti meno noti della pittura antica, per conoscere meglio alcuni giganti della storia dell’arte. L’autorevolezza degli studiosi del museo madrileno garantisce la qualità e il livello scientifico delle proposte, offrendo un’occasione unica per apprendere qualcosa di nuovo sull’arte dell’Occidente, e non solo agli addetti ai lavori. Il tema trattato è inoltre di stretta attualità: l’analisi del processo creativo e   gli studi degli artisti che, in passato come oggi, sperimentano nuove tecniche su materiali di supporto di diversa natura.

Rubens pittore di bozzetti

Rubens pittore di bozzetti

RUBENS INVENTORE DELLA PITTURA DI BOZZETTI

Sono autentici capolavori i bozzetti dipinti da Rubens: nascono come studi preparatori ma si trasformano subito, con pochi tratti di pittura a olio, in veri e propri quadri d’autore, frutto della costante ricerca creativa del maestro delle Tre Grazie. L’idea di bozzetto è quella di uno schizzo preparatorio, di un modello schematico,  e spesso incompiuto, per un’opera di dimensioni maggiori. Rubens ne realizzò circa 500 durante la sua carriera, dei quali 73 sono ora in mostra a Madrid (per approdare poi in settembre al Boijmans di Rotterdam). Oltre che dai due musei, che ne possiedono una nutrita collezione, le opere provengono da importanti istituzioni come il Louvre, l’Hermitage, la National Gallery e il Met di New York, e sono affiancate da una decina di disegni, stampe e pitture dello stesso maestro olandese, che aiutano a contestualizzarne il significato.

Rubens, La cattura di Sansone

Rubens, La cattura di Sansone

RUBENS E L’ITALIA

“Rubens fu l’inventore della pittura di bozzetto ad olio su tavola”, spiega Alejandro Vergara, commissario della mostra insieme con l’olandese Friso Lammertse. “In epoche precedenti i bozzetti erano solo disegni preparatori; alla fine del Cinquecento, però, alcuni artisti, come Federico Barocci, cominciano a colorare ad olio i disegni (in mostra una sua delicatissima Testa). Per Rubens si tratta invece di un nuovo strumento creativo, di un quadro del quadro, un modello da mostrare al committente per valorizzare le sue doti. Dipinti su resti di tavole di legno, ma anche su semplice carta o cartoncino, talvolta risultano più compiuti, talora invece solo abbozzati; a volte hanno dimensioni ridotte, altre maggiori; in generale, però, per Rubens i bozzetti rappresentano un banco di prova per sperimentare nuove soluzioni compositive, effetti di luce ed ombra, o prove tecniche ad olio, dove emerge già tutta la ricchezza del suo vocabolario estetico, con un’incredibile freschezza inventiva”. In mostra a Madrid cinque piccoli bozzetti per le pitture del soffitto della chiesa dei Gesuiti di Anversa, la bellissima serie dedicata alla vicenda classica di Achille e la serie dell’Eucarestia, creata per venti arazzi su incarico dell’Infanta Isabel Clara Eugenia per il Monastero de las Descalzas Reales (sei le opere recentemente restaurate dal Prado). Tra le tante curiosità, anche una copia manoscritta di un quaderno di Rubens, che comprende testi e disegni, con bozzetti del colossale Ercole Farnesio.

IN LAPIDE DEPICTUM, PIETRE DIPINTE MADE IN ITALY

Più piccola ma squisita e dal carattere scientifico eccezionale anche la mostra allestita nella Sala D dell’edificio de los Jerónimos, con una selezione di piccoli e delicatissimi dipinti di autori italiani, realizzati tra il 1530 e il 1555. In tutto sono solo nove le opere su pietra monocroma (perlopiù lavagna e marmo bianco) che offrono l’opportunità per una riflessione sui cambi delle tecniche artistiche nella prima decade del XVI secolo, a carico diautori comeSebastiano del Piombo, Tiziano, Daniele da Volterra e Leandro Bassano.Il tema è poco noto, così come poche sono le opere pervenute finora con tale tecnica, soprattutto per la fragilità del supporto; eppure la maestria per raggiungere effetti cromatici, su materiali ad alta capacità di assorbire la pittura e di riflettere la luce, ha origine nel concetto filosofico di mimesi della natura e nel paragone con l’eternità della scultura classica. Il fenomeno fu soprattutto veneziano e secondo il Vasari fu Sebastiano del Piombo lo scopritore e il diffusore principale di tale tecnica, il cui procedimento restava segreto: la sua Pietà(nei depositi del Prado, rottasi durante la Guerra Civile spagnola) è un delicato capolavoro d’arte religiosa. Tiziano dipinse invece su pietra un Ecce Homo e una Dolorosa che donò all’imperatore Carlo V, il primo su di un frammento di marmo d’età imperiale. Daniele da Volterra con i suoi due Ritratti di giovane fu l’erede romano di Del Piombo e Leandro Bassano realizzò piccole opere di devozione, seguendo i dettami dell’estetica controriformista. A cura di Ana González Mozo, della prestigiosa area di restaurazione del Museo del Prado, la mostra presenta anche opere del mondo classico romano e materiali di pietra grezza che spiegano la relazione di tali artisti rinascimentali con l’archeologia e la geologia. Dal Museo di Capodimonte, infine, provengono un ritratto di Daniele da Volterra e il fregio di Teseo e il centauro.

– Federica Lonati

Madrid// fino al 5 agosto 2018
Rubens pittore di bozzetti
In Lapide Depictum.
Madrid, Museo del Prado
www.museodelprado.es

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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