Pittore, omicida e spia. Indagine su Marcello Fogolino, a Trento

Castello del Buonconsiglio – Trento ‒ fino al 5 novembre 2017. Pressoché sconosciuto, ma sotto gli occhi di tutti coloro che visitano il castello in cui è allestita la mostra, o si aggirano per la splendida città, o ancora esplorano il territorio. Una minuziosa ricerca ha svelato l’opera di Marcello Fogolino, tra dipinti bizzarri e una vita degna di un romanzo noir.

Ancora molti punti rimangono oscuri sulla vita e l’operato di Marcello Fogolino e del fratello Matteo: ad esempio, i due avranno davvero assassinato il barbiere Liberale da Belgrado durante il loro soggiorno in Friuli? Non lo sapremo probabilmente mai, visto che, dopo esserne stati accusati, si rifugiarono prontamente a Trento, sfuggendo al processo e subendo il bando dalla Repubblica di Venezia.
Certa, invece, è la loro attività di intelligence a favore della Serenissima alla quale, in cambio di lunghi salvacondotti che consentivano loro di rientrare in patria, inviavano estesi report contenenti informazioni di carattere militare sui movimenti delle truppe imperiali che, in quel tormentato Cinquecento, non di rado minacciavano i confini dei domini veneziani, oltre a notizie politico-strategiche sui territori in cui risiedevano.

Marcello Fogolino, Adorazione dei Magi, Musei Civici di Vicenza, Palazzo Chiericati

Marcello Fogolino, Adorazione dei Magi, Musei Civici di Vicenza, Palazzo Chiericati

LA RISCOPERTA DI UN PITTORE

Se di Matteo Fogolino si sa molto poco, soprattutto nel suo ruolo di pittore, la mostra del Buonconsiglio mette in luce la figura di Marcello, dalla sua formazione a Vicenza all’attività nella città di Bernardo Cles, dove gli va riconosciuto il merito di aver rinnovato il contesto artistico locale secondo i dettami del Rinascimento. E le sue tracce nelle chiese, nelle residenze, nei castelli del Trentino sono talmente diffuse che consentono di delineare l’ampia portata del suo lavoro, facendolo emergere dall’ombra in cui era stato relegato dagli studi critici che poco hanno apprezzato il suo eclettismo, le sue composizioni spiccatamente narrative, la versatilità “che si traduce in decise e talvolta sconcertanti difformità nel suo stile”.
Marcello Fogolino esordì a Vicenza, dove ancora oggi si conservano pale che risentono della coeva arte di Bartolomeo Montagna; se non è assolutamente certo un viaggio a Roma per scoprire di persona l’Antico e quelle grottesche della Domus Aurea che imprimeranno un carattere peculiare nelle sue decorazioni delle dimore alpine, sicuramente il pittore soggiornò a lungo a Venezia, facendosi coinvolgere in quel fermento incisorio che lo convinse a sperimentare l’arte grafica (di Fogolino si conoscono solo sei incisioni, tre delle quali esposte). Ma fu l’esperienza in Friuli negli Anni Venti che provocò un deciso e brusco cambio di stile, su suggestione degli affreschi del Pordenone e della pittura di paesaggio.

Castelvecchio, Appartamenti Hinderbach, Castello del Buonconsiglio, Trento

Castelvecchio, Appartamenti Hinderbach, Castello del Buonconsiglio, Trento

IL PERIODO TRENTINO

Accolto a Trento nel 1527 dal vescovo Bernardo Cles, che proprio allora stava mettendo a punto il Magno Palazzo – Fogolino ne decorò molte sale, lavorando a fianco di Dosso Dossi e di Girolamo Romanino – e poi dal successore Cristoforo Mandruzzo, il pittore non lasciò più quella città, se non per i viaggi nella Repubblica finalizzati all’attività spionistica.
Oltre alle grandi pale d’altare in esposizione temporanea sotto alle raffigurazioni parietali e alle briose e raffinate grottesche, meritano uno sguardo anche gli affreschi esterni di Casa Cazuffi in piazza Duomo: nel registro superiore – a monocromo su fondo blu – stanno le forze che regolano il mondo, in quello inferiore la sapienza dei proverbi, una sorta di “manifesto di convincimenti etico-morali sulla pubblica piazza voluto da un dotto membro della famiglia Cazuffi” (Laura Dal Prà).

Marta Santacatterina

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

Scopri di più