La storia del Santuario buddista donato al Minneapolis Institute of Art

Per vent’anni è rimasto nascosto in una casa privata nell’Upper East Side di New York, oggi i tesori che custodisce arrivano a Minneapolis, grazie alla donazione di un’appassionata collezionista di arte buddista

La protagonista di questa storia è la collezionista Alice S. Kandell, filantropa e psicologa infantile di New York oggi in pensione, che per tutta la sua vita ha raccolto uno dei più vasti corpus di manufatti d’arte buddista in America. Nel 2010 Kandell aveva donato 220 opere alla Smithsonian Institution, che fa parte del National Museum of Asian Art di Washington, in occasione della mostra In the Realm of the Buddha: The Tibetan Shrine from the Alice S. Kandell Collection. Nel 2017 il corpus di lavori è stato nuovamente esposto al museo, e proprio durante questa presentazione il vicedirettore del Minneapolis Institute of Art Matthew Welch ha avuto modo di incontrare Kandell. 
“Ho incontrato Alice all’inaugurazione e lei mi ha detto che aveva un altro Santuario a New York. L’ho visto mesi dopo e volevo davvero riuscire a portarlo a Minneapolis, cosa che all’epoca sembrava impossibile”, racconta Welch. 

Alice S. Kandell
Alice S. Kandell

Il Santuario buddista al Minneapolis Institute of Art 

Dopo anni di corteggiamento, Kandell ha scelto il Minneapolis Institute of Art come degno contenitore per la sua collezione, ed è già in corso il trasferimento dei manufatti del Santuario – che sono più di 200 – al Mia, nella città che, dopo New York, vanta il più grande monastero tibetano dedicato alla preghiera per la popolazione americana. Si tratta di un corpus di opere d’arte buddista che vanno dal XIV al XX secolo, e comprendono vasi intagliati, statue dorate, thangka perfettamente conservati e strumenti rari come i Kangling, le tradizionali trombe tibetane realizzate con femori umani. Ma la donazione sarà presentata al pubblico del museo solo nell’estate 2024. 
“Ho sempre saputo che questi oggetti non mi appartengono. L’arte appartiene ai secoli” spiega ora Kandell, con un approccio degno dei grandi collezionisti “Sono stata solo il loro tutore per un breve periodo di tempo. Mi è capitato di trovarmi nella posizione in cui potevo portare questi oggetti in America e tenerli in uno spazio sacro e dedicato. Visito il Santuario tutte le sere, ma è tempo per questi manufatti di stare con il mondo”.

Gloria Vergani 

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