Artisti volanti: la mostra sull’aeropittura a Parma

“L’aeroplano, che plana, si tuffa, s’impenna” a inizio Novecento accoglieva a bordo anche dei pittori, che talvolta addirittura lo pilotavano. E durante il Futurismo non poteva che nascere la vertiginosa, ardita, sorprendente aeropittura. La mostra a Fontanellato ne indaga tutti gli aspetti

Il paesaggio visto dall’alto oggi non ci stupisce più, il volo è alla portata di tutti e le immagini riprese dai droni scorrono di continuo sui nostri monitor. Ma negli Anni Trenta del Novecento volare era un’esperienza incredibile, e lo si faceva su “trabiccoli” prevalentemente in legno e tela, con l’abitacolo scoperto e indossando solo pesanti giacconi, un caschetto in pelle e occhiali rudimentali. Eppure, nonostante i rischi, troppo forte era la tentazione di sfidare la gravità solcando i cieli e di osservare il mondo dall’alto. Una tentazione che conquistò anche molti pittori, non a caso quasi sempre legati al Futurismo, quell’avanguardia che prediligeva la velocità, il movimento e le macchine. Prese così forma una tendenza che nel 1928 venne definita aeropittura in un testo finora inedito di Mino Somenzi (giornalista, pilota e legionario fiumano) e che nel 1931 trovò ampio riscontro nel più noto manifesto firmato da Balla, Benedetta, Depero, Dottori, Fillia, Marinetti, Prampolini, Somenzi e Tato.

Gerardo Dottori, Incendio città, 1926. Comune di Perugia, Museo Civico di Palazzo della Penna

Gerardo Dottori, Incendio città, 1926. Comune di Perugia, Museo Civico di Palazzo della Penna

GLI ARTISTI IN MOSTRA A FONTANELLATO

Se a questa particolarissima forma moderna di paesaggismo vengono spesso riservate apposite sezioni nei contesti delle rassegne sul Futurismo, al Labirinto della Masone le si dedica un progetto esclusivo, che innanzitutto intende mostrare un catalogo il più possibile completo di tutti gli artisti – circa trenta – che hanno contribuito a definire la “pittura dall’alto”: a partire dai nomi grandissimi, come Tullio Crali e Gerardo Dottori, transitando fra le celebrità che hanno talvolta affrontato l’aeropittura, come Giacomo Balla o Fortunato Depero, e infine rintracciando protagonisti meno noti ma che consentono di comprendere tutte le sfumature di questo linguaggio pittorico. E non mancano le donne! Tra i nomi femminili spiccano quelli di Benedetta Cappa, moglie di Marinetti, con un paio di tele davvero suggestive, di Leandra Angelucci Cominazzini, Barbara e Marisa Mori.

Dall’alto. Aeropittura futurista. Exhibition view at Labirinto della Masone, Fontanellato 2022

Dall’alto. Aeropittura futurista. Exhibition view at Labirinto della Masone, Fontanellato 2022

LA “POETICA MULTIFORME” DELL’AEROPITTURA

Al di là dei circa cento dipinti – in alcune sale esposti in modo da dare l’idea di una quadreria come quelle caratteristiche delle case dei collezionisti degli Anni Trenta –, è significativo il lavoro di ricerca sull’aeropittura condotto da Massimo Duranti: “Le visioni dall’alto furono oggetto di attenzione anche al di fuori del Futurismo aeropittorico e al di fuori dei confini temporali dello sviluppo dell’avanguardia artistica oggetto della mostra”, spiega il curatore, e lo attesta ad esempio la presenza di Guido Strazza con una deliziosa serie di disegni del 1942.
Ma tornando alle prime prove, si rintracciano gli elementi essenziali, dal dinamismo tipicamente futurista a una nuova visione del paesaggio che trova riscontro soprattutto negli ambienti umbri, mentre al torinese Fillia spetta l’elaborazione di una visione cosmico-meccanica della veduta. Si incontrano pure le interpretazioni delle battaglie aeree, soprattutto durante gli anni della guerra d’Africa, nonché alcuni esempi di “aeroscultura”. Altre sezioni mettono invece a fuoco differenti tendenze: verso l’astrattismo oppure il figurativo, mediante fatti realmente accaduti come l’incendio dipinto da Dottori nel 1926 o il Volo su Vienna del 1933, opera di Alfredo Gauro Ambrosi.
Si delineano così i caratteri dominanti dell’aeropittura che, mediante una libertà assoluta di fantasia e un ossessionante desiderio di abbracciare la molteplicità dinamica con la più indispensabile delle sintesi, fisserà l’immenso dramma visionario e sensibile del volo”: con queste parole i futuristi firmatari del manifesto sembrano quasi invitarci a visitare la mostra.

Marta Santacatterina

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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