Desta un sentimento di ammirazione l’attività mecenatistica di Alda Fendi, che ancora una volta offre a Roma e all’Italia un capolavoro proveniente dall’Ermitage di San Pietroburgo: il dipinto Giovane donna di Pablo Picasso, un nudo muliebre del 1909, appartenente, quindi, alla fase del Cubismo analitico, esposto oggi in Italia per la prima volta. Ricordiamo che l’Ermitage custodisce una preziosa raccolta di opere dell’artista spagnolo (circa una quarantina) ‒ una delle più importanti al mondo ‒ provenienti dalla collezione del lungimirante mercante d’arte Sergej Ščukin, espropriata da Lenin dopo la Rivoluzione d’Ottobre.
In seguito all’inasprirsi delle sanzioni nei confronti della Russia inseguito all’invasione dell’Ucraina, la stessa Russia ha tuttavia intrapreso un programma di rientro delle proprie opere in patria. Non fa eccezione il capolavoro di Picasso, come ci ha comunicato la Fondazione Alda Fendi: “Abbiamo ricevuto la richiesta dalla Russia di restituire l’opera, consentendo nel frattempo al pubblico di visitare ‘La Giovane Donna’ di Picasso ancora per venti giorni”.

IL PICASSO IN MOSTRA A ROMA
Due figure geniali cooptano la prodiga mecenate: l’architetto e designer Jean Nouvel, visionario artefice del Palazzo Rhinoceros sede della galleria, e il regista Raffaele Curi, direttore artistico della Fondazione, che, anche in questa occasione, ha dato il meglio di sé avvolgendo il capolavoro cubista e tutte le sale coinvolte dall’evento nel duttile tessuto musicale di un flamenco andaluso dal notevole effetto sinestesico. E ampliando armonicamente il percorso espositivo – illustratoci con dovizia dalla gentile gallery assistant Elisabetta Melchiorri – con richiami e rimandi fotografici alla vita dell’artista: un ritratto di Gertrude Stein sua amica e mecenate; una costellazione di foto che lo ritraggono nel mondo attrattivo dei vip; ecco in un video il Café de Flore, storico locale degli intellettuali parigini; e, al primo piano, un altro video ripropone Parade, il balletto russo per il quale Picasso ideò le scene e i costumi.
PICASSO E IL CUBISMO
Ma torniamo sui nostri passi, al cuore della mostra. Sostiamo ancora davanti alla Giovane donna, epitome magistrale di quella poetica cubista che uno dei suoi più acuti esegeti, il dimenticato Ardengo Soffici, fissò in tre punti: esaltazione ed educazione di quell’istinto pittorico “che porta a vedere il mondo come un tessuto di toni, di masse e di valori ritmicamente distribuiti”; percezione della realtà nella sua densa, corposa, tangibile plasticità; capacità visionaria sintetica, policentrica, simultanea.
‒ Luigi Capano
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