Pier Paolo Pasolini. Non mi lascio commuovere dalle fotografie. Gli scatti della mostra a Genova

A un secolo dalla nascita del critico, romanziere, poeta, pensatore e cineasta, per festeggiare arriva la mostra “Pier Paolo Pasolini. Non mi lascio commuovere dalle fotografie” al Palazzo Ducale di Genova

La mostra Pier Paolo Pasolini. Non mi lascio commuovere dalle fotografie, attraverso una selezione di 260 scatti fotografici e documenti storici punta ad avvicinare le nuove generazioni alla figura di uno dei pensatori più geniali e completi del Novecento. Proprio a ridosso del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (nel 1922), la mostra a Palazzo Ducale di Genova, che sarà visitabile fino al 13 marzo 2022, riunisce una selezione molto nutrita di fotografie, in particolar modo ritratti. Perché? L’obiettivo è usare il tessuto cucito dai volti del critico, romanziere, cineasta, attento indagatore della realtà politica, sociale, culturale italiana e non solo, per parlare dei suoi studi ed interessi.  

Carlo Bavagnoli Pier Paolo Pasolini durante una pausa delle riprese del film Accattone, 1960 ca. © Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma – Donazione Carlo Bavagnoli

Carlo Bavagnoli
Pier Paolo Pasolini durante
una pausa delle riprese del film
Accattone, 1960 ca.
© Collezioni d’Arte Fondazione Cariparma – Donazione Carlo Bavagnoli

LA MOSTRA SU PIER PAOLO PASOLINI A GENOVA 

Avvalendosi dell’elemento empatico e del suo sguardo magnetico, si vuole infatti stimolare la curiosità e il confronto con il lascito intellettuale eterogeneo. Metaforicamente la sua pelle diventa spazio privilegiato per comprendere, con vicinanza, il percorso professionale di quell’inafferrabile uomo chiamato Pier Paolo Pasolini”, spiega il curatore Marco Minuz. Alla radice dell’operazione espositiva vi è la constatazione che si tratta di uno dei personaggi pubblici più fotografati del suo tempo, nonostante il rapporto ambivalente col mezzo fotografico: alle fotografie è sufficiente dare una occhiata. Non le osservo mai più di un istante. In un istante vedo tutto”, sosteneva Pasolini. Il feeling con l’immagine in movimento era invece del tutto diversa: niente come fare un film costringe a guardare le cose” e le sue pellicole Accattone, Mamma Roma, Il Vangelo Secondo Matteo, Edipo re, Teorema, Porcile, Medea, Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle mille e una notte, Salò o le 120 giornate di Sodoma sono dei colossi difficili da dimenticare, a volte da digerire. Solo Pasolini era in grado di scostare il velo pesante di una visione stereotipata per mostrare la verità nuda, la più sincera e cruda, anche attraverso finzione cinematografica, letteratura e mitologia. 

Domenico Notarangelo Pier Paolo Pasolini e Enrique Irazoqui, in un momento di pausa delle riprese de Il Vangelo secondo Matteo, Matera, 1964.

Domenico Notarangelo
Pier Paolo Pasolini e Enrique Irazoqui, in un momento di pausa delle riprese de Il Vangelo secondo Matteo, Matera, 1964.

LA MOSTRA SU PASOLINI A GENOVA: ARCHIVI COINVOLTI E PERCORSO ESPOSITIVO

La mostra è prodotta da Suazes e Palazzo Ducale, con la collaborazione del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delezia. Il percorso si presenta senza una scansione cronologica definita, in modo tale da incitare il visitatore a seguire le proprie inclinazioni, favorendo libere associazioni e suggerendo la sua “vastità di pensiero”. Le sezioni tematiche sono: la città di Roma, i ragazzi delle borgate, il concetto di corpo, la passione per il calcio, le frequentazioni, l’impegno politico pubblico, la figura della madre, le abitazioni romane in cui ha vissuto, i ritratti fotografici, un oggetto ricorrente, l’iconografia di Cristo, l’esperienza del cinema, gli anni giovanili, le celebrazioni funebri a Roma e Casarsa della Delizia. Sono oltre cinquanta i fotografi e gli archivi coinvolti in questo progetto, tra questi: Letizia Battaglia, Carlo Bavagnoli, Elisabetta Catalano, Mimmo Cattarinich, Diovio Cavicchioli, Elio Ciol, Mario Dondero, Gabriella Drudi Scialoja, Aldo Durazzi, Claudio Ernè, Toti Scialoja, Federico Garolla, Giovanni Giovannetti, Vittorio La Verde, Massimo Listri, Cecilia Mangini, Nino Migliori, Domenico Notarangelo, Angelo Novi, Salvatore Tomarchio, Mario Tursi, Roberto Villa e Italo Zannier. Se è vero che la fotografia non può restituirci un individuo, consegnandoci solo la sua immagine, è tuttavia capace – tramite ciò che Roland Barthes definiva punctum “la fatalità che punge l’osservatore, fino a ferirlo” – di suscitare in noi un trasalimento emotivo e intellettivo. Così Pier Paolo Pasolini, grazie alle sue parole, ai suoi film, ma anche alle stesse fotografie, riesce a far breccia nell’immaginario comune, infondendo nelle persone il desiderio inarrestabile di conoscere la realtà e applicare su di essa il pensiero critico individuale.

Giorgia Basili 

Pier Paolo Pasolini. Non mi lascio commuovere dalle fotografie
Palazzo Ducale di Genova
Loggia degli Abati
30 novembre 2021 – 13 marzo 2022
A cura di Roberto Carnero e Marco Minuz
www.palazzoducale.genova.it  

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Giorgia Basili

Giorgia Basili

Giorgia Basili (Roma, 1992) è laureata in Scienze dei Beni Culturali con una tesi sulla Satira della Pittura di Salvator Rosa, che si snoda su un triplice interesse: letterario, artistico e iconologico. Si è spe-cializzata in Storia dell'Arte alla Sapienza…

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