Gli spettacoli di teatro e danza da non perdere a marzo. Dal Nobel Jon Fosse a Martin Crimp

Fra debutti molto attesi ed eclettiche rassegne di arti performative che entrano nel vivo, ecco gli appuntamenti da non perdere nei teatri della penisola nel mese di marzo

Il regista Valerio Binasco dirige un dramma del Nobel per la letteratura, La ragazza sul divano, mentre Jacopo Gassman affronta l’irriverente drammaturgo inglese Martin Crimp. E poi il debutto come regista dello scrittore Antonio Moresco, che porta in scena il suo Il buio, e una fiaba di Basile riletta da Emma Dante; mentre due innovative rassegne come Danza in rete e Materia Prima Festival propongono spettacoli di indiscusso rilievo.

Laura Bevione  

La ragazza sul divano di Fosse/Binasco a Torino

Risale al 2007 l’affinità elettiva fra il regista e interprete Valerio Binasco e il drammaturgo e scrittore norvegese Jon Fosse, Premio Nobel per la Letteratura 2023. Dopo averne messo in scena ben cinque drammi, debutta il 5 marzo al Teatro Carignano di Torino (poi in tournée) con La ragazza sul divano, opera incentrata sulla figura di una donna di mezza età – incarnata qui da Pamela Villoresi – impegnata a dipingere il ritratto di una giovane seduta appunto su un divano… Spiega il regista: “Il tema principale de La ragazza sul divano è l’abbandono. In molte opere di Fosse torna, come un sogno ricorrente, una donna che aspetta il ritorno di un uomo che è partito per mare e non è più tornato. In questa pièce i quadri che la Donna dipinge sono il punto di vista di chi guarda una nave partire e svanire verso un orizzonte ostile, simbolo di una minaccia che non riguarda solo il mare, ovviamente. Ma si può anche cercare in quel dipinto la simbologia di una nave che si lascia alle spalle la tempesta. Il dipinto simboleggia il Padre che se ne va verso la sua idea di vita (il mare); la figlia, rimasta sola, reclusa nella vita d’appartamento, è percossa dal mare di un’acerba femminilità, così come da quella tempestosa della madre e da quella autodistruttiva della sorella. Il dipinto è incompiuto, come è giusto restare – incompiuti – se si vuole parlare dell’attesa: chi aspetta resta sospeso, come sospesa è la sofferenza purgatoriale dell’eterna attesa di un padre che non ritorna mai”.
Accanto a Villoresi e allo stesso Binasco recitano in questo spettacolo ipnotico e minimale, armoniosamente musicale e profondamente umano, Michele Di Mauro, Giordana Faggiano, Fabrizio Contri, Giulia Chiaramonte Isabella Ferrari

La Compagnia di La ragazza sul divano. Photo Virginia Mingolla
La Compagnia di La ragazza sul divano. Photo Virginia Mingolla

The City di Crimp/Gassman in tournèe da Lugano

Dopo il debutto al Lac di Lugano, è in tournée fino ad aprile  il nuovo lavoro diretto da Jacopo Gassman che, come sempre attento alla drammaturgia contemporanea in lingua inglese, ha scelto il play di uno dei più apprezzati autori della scena britannica, l’arguto e irriverente Martin CrimpThe City è un testo scritto nel 2008, ideato a partire dalla lettura del saggio L’uomo flessibile del sociologo Richard Sennet, che rifletteva sulle difficoltà della classe media, colpita dalla disoccupazione. Crimp ambienta il suo play proprio in quello che sembra un ordinario interno borghese, dove vivono la traduttrice Clar (Lucrezia Guidone) e suo marito Chris (Christian La Rosa), impiegato la cui azienda sta procedendo a una “riorganizzazione” del personale. Il rapporto fra i due, all’apparenza sereno, s’incrina lentamente con il procedere di un dramma che, dietro la patina di realismo, nasconde surreale inquietudine, come ben chiarisce lo stesso Jacopo Gassman: “influenzato da Beckett, Pinter e Mamet, il teatro di Crimp è caratterizzato da un’inquietudine e una crudeltà di fondo, spesso stemperate da una vena grottesca e surreale. […] The City ci parla di un mondo dove si può essere licenziati di punto in bianco e in cui le guerre, apparentemente lontane, possono irrompere improvvisamente tra noi, dentro di noi, come degli incubi in pieno giorno”.

Jacopo Gassmann, The City © LAC Lugano Arte e Cultura. Photo Del Pia
Jacopo Gassmann, The City © LAC Lugano Arte e Cultura. Photo Del Pia

Il buio di Antonio Moresco a Bologna

Raggiunto il successo a 45 anni, dopo una lunga teoria di rifiuti editoriali, lo scrittore mantovano Antonio Moresco si è poi affermato quale una delle voci più originali e irriducibili a modelli e stilemi preesistenti del panorama letterario italiano, ottenendo riscontri significativi anche all’estero. Dal 2001 Moresco ha affiancato alla narrativa la scrittura per il teatro, debuttando al Teatro Argentina di Roma con il dramma La santa, interpretato da Federica Fracassi e diretto da Renzo Martinelli. L’autore non ha più abbandonato l’attività di drammaturgo cui, ora, affianca anche quella di regista, scegliendo di essere lui a portare in scena – al Teatro delle Moline di Bologna, prodotto da ERT – il suo Il buio, dramma incentrato sulla figura di Santa Rita da Cascia. La religiosa, impersonata dall’attrice torinese Alessandra Dell’Atti, è tornata nel nostro tempo e, interrogata dalla Voce dell’Autore – Moresco stesso –, racconta la propria versione della sua storia: la morte del marito, l’assassinio dei figli, il convento… Vicende evocate sul palcoscenico con le parole ma anche con le ombre, create dall’artista Rita Deiola. E dunque evidente il perché del titolo: il “buio” necessario per creare le ombre ma pure quell’assenza di stimoli esteriori che sola assicura il silenzio e la concentrazione per guardare nel fondo della propria anima. Moresco arriva, così, a invitare gli spettatori a vestirsi con abiti scuri, poiché “è proprio lo stare dentro al silenzio e al buio che permette di sentire le voci e di vedere la luce”.  

Il Buio. Photo Margherita Caprilli
Il Buio. Photo Margherita Caprilli

Re Chicchinella di Giambattista Basile/Emma Dante a Milano

Dopo aver portato sul palcoscenico La Scortecata e Pupo di zuccheroEmma Dante chiude il proprio progetto dedicato allo scrittore campano Giambattista Basile e alla sua fantasmagorica raccolta di racconti Lo cunto de li cunti, adattando la fiaba Re Chicchinella, che debutta l’8 marzo al Piccolo Teatro Studio di Milano. Un racconto grottesco e immaginifico, che riesce con inventiva e ficcante ironia a descrivere i moti più nascosti dell’animo umano. Il protagonista è, come suggerisce il titolo, un re che, in seguito a un “curioso accidente”, ospita dentro di sé una gallina che, ogni mattina, gli fa espellere uova d’oro. Così l’autrice dell’adattamento e regista Emma Dante riassume il contenuto della fiaba barocca: “Re Chicchinella racconta la storia di un sovrano malato, solo e senza più speranze, circondato da una famiglia anaffettiva e glaciale che ha un solo interesse: ricevere da lui un uovo d’oro al giorno. L’animale vive e si nutre dentro di lui, divorando lentamente le sue viscere. L’uomo, ridotto come un vegetale, si sforza di partecipare ai rituali della vita di corte, finché non scopre che, per il mondo, lui e la gallina sono la stessa cosa”. Cosa deciderà in seguito il triste re, lo scoprirete andando a teatro: lo spettacolo è in cartellone fino al 28 marzo…

Re Chicchinella. Photo © Masiar Pasquali
Re Chicchinella. Photo © Masiar Pasquali

Danza in Rete/Vicenza-Schio

Entra nel vivo la 7a edizione del Danza in Rete Festival, promosso dalla Fondazione Teatro Comunale di Vicenza e dalla Fondazione Teatro Civico di Schio e vocato all’indagine delle molteplici declinazioni della danza contemporanea. Your Arms are Wings, Your Legs are Roots è il suggestivo titolo del cartellone di quest’anno che, nel mese di marzo (la rassegna si snoda, però, fino al 4 maggio), ospita il Lucia Lacarra Ballet con Lost Letters (il 16 marzo) e la Hofesh Shechter Company con From England with Love (19 marzo) ma anche, il 9 marzo, il debutto sia del nuovo spettacolo di Spellbound Contemporary BalletSolo andata, sia della creazione originale del coreografo e danzatore Fabrizio FavaleDanze americane.  Grandi interpreti della scena internazionale, dunque, come la spagnola Lacarra, ma anche un’attenzione precipua agli artisti italiani, quale appunto Favale.

Lucia Lacarra, Lost Letters
Lucia Lacarra, Lost Letters

Materia Prima Festival/Firenze

La compagnia Murmuris organizza al Teatro Cantiere Florida di Firenze – ma anche in altri spazi del capoluogo toscano – l’11a edizione del Materia Prima Festival, rassegnata dedicata alla scena contemporanea e alla sperimentazione nel campo delle arti performative. Iniziato il 28 febbraio ed esteso fino al 5 aprile, il festival ospita nel mese di marzo alcuni degli appuntamenti più interessanti. Ne segnaliamo almeno due: dopo il debutto l’autunno scorso al Romaeuropa Festival, ritorna in scena (16 marzo) il nuovo spettacolo di Fabiana Iacozzilli, regista che è stata capace di creare un nuovo linguaggio fondato sull’uso originale e “contemporaneo” del teatro di figura. Il suo Il grande vuoto è un polittico in quattro parti sul lento dissolversi di una famiglia, la cui integrità viene lentamente crepata dall’Alzheimer che colpisce la madre… Il 21 marzo, invece, debutta Forse una città (Mirages) del collettivo multidisciplinare Ada: un’installazione audio-video incentrata sull’analisi dei rapporti che intercorrono tra identità, stasi, movimento e le variabili dell’abitare. Un’opera multimediale con i live visual di Loredana Antonelli, la musica di Lady Maru e l’interpretazione di Anna Basti, Chiara Caimmi, Mariella Celia, Pasquale Passaretti, Eduardo Ricciardelli ed Elisabetta Ventura.

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Laura Bevione

Laura Bevione

Laura Bevione è dottore di ricerca in Storia dello Spettacolo. Insegnante di Lettere e giornalista pubblicista, è da molti anni critico teatrale. Ha progettato e condotto incontri di formazione teatrale rivolti al pubblico. Ha curato il volume “Una storia. Dal…

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