Lo Schiaccianoci e la nuova strada dell’Opera di Roma

Al Teatro dell’Opera di Roma il rilancio non riguarda solamente l’opera e le due stagioni concertistiche – di cui una dedicata al Giubileo e l’altra in cui ciascun concerto percorre un tema su tre secoli, dal XVIII al XX – o ancora il festival di teatro in musica contemporanea. Ma anche la danza.

All’Opera di Roma è stata chiamata da Parigi, dove risiede e opera da anni, una giovane ma grande étoile, Eleonora Abbagnato, che ha debuttato con nuova produzione di un balletto tradizionale per le feste natalizie, Lo Schiaccianoci di Čajkovskij, che si replica, con grande successo di pubblico, quasi ogni sera fino all’8 gennaio. Come mostra la locandina, si alternano vari cast, segnatamente nei ruoli principali.
Di norma Lo Schiaccianoci viene presentato adattando la versione di Ivanov e Petipa, con cui debuttò il 18 dicembre del 1892 al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo. Un balletto tratto da l’Histoire d’un casse-noisette di Alexandre Dumas (1845), versione edulcorata di Casse-Noisette et le Roi des rats di E.T.A. Hoffmann (1816). Quindi, un divertissement natalizio per l’aristocrazia e l’alta borghesia russa.

Lo Schiaccianoci - Opera di Roma, 2015 - photo Yasuko Kageyama

Lo Schiaccianoci – Opera di Roma, 2015 – photo Yasuko Kageyama

Nella versione di Giuliano Peparini con cui si inaugura la Stagione di Balletto 2015-2016 del Teatro dell’Opera, non solo l’ambientazione è nel mondo dell’alta finanza di questi giorni ma, mantenendo la partitura immutata, il libretto viene cambiato e il balletto diventa un Bildungsroman in cui la protagonista prende coscienza delle diseguaglianze sociali. Forse una lettura più in linea con i sentimenti di Čajkovskij, a cui era stato commissionato un divertissement natalizio ma che stava componendo la Sesta sinfonia ed era nel pieno della crisi esistenziale che, di lì a poco, lo porterà al suicidio.
Peparini è uno dei registi più prolifici e più eclettici della scena internazionale. Già a sedici anni danzava all’American Ballet School di New York. La sua esperienza è stata, successivamente, in Francia, a Marsiglia e a Parigi, e in Russia, a San Pietroburgo. Non ha riguardato unicamente il balletto classico, ma anche la danza moderna e il più grande spettacolo acquatico del mondo, The House of Dancing Water, ormai diventato un’attrazione turistica permanente a Macao. E ancora regista di Romeo e Giuletta – Ama e Cambia il Mondo , opera moderna di David Zard che ha debuttato nel 2013 all’Arena di Verona. Con un curriculum così, non ci poteva aspettare uno Schiaccianoci elegante e manierato, privo di messaggi e pensato solo per allietare le feste di Natale e Capodanno.

Lo Schiaccianoci - Opera di Roma, 2015 - photo Yasuko Kageyama

Lo Schiaccianoci – Opera di Roma, 2015 – photo Yasuko Kageyama

Essendo cresciuto tra codici e schemi”, afferma Peparini, “torno oggi al balletto classico con una nuova consapevolezza e visione. Il mio Schiaccianoci è un albero di Natale con tanti colori, dove l’essenziale è ben organizzare questa diversità, una fusion stilistica di danze molto diverse tra di loro. Quando creo, agisco per necessità e sulla base di questa, uso un linguaggio classico o contemporaneo, street o musical, un melting pot di movimento che mi rappresenta in quel momento. In schiaccianoci c’è una storia, ma è la storia che nasce dalla mia visione della società, dalla mia sensibilità: per esempio non ci sarà la canonica trasformazione dello schiaccianoci pupazzo in principe, ma una trasformazione più sottile, contemporanea, quella che ci investe tutti i giorni, camminando per strada. Marie incontra da subito il suo principe, ma non lo capisce. Lo scopre lentamente, attraverso l’innamoramento. Ancora, il Re dei topi e il suo esercito sono i ragazzi bulli, compagni di François, i bad boys che incarnano quell’elemento oscuro che attanaglia l’adolescenza di molti dei nostri ragazzi”.

Lo Schiaccianoci - Opera di Roma, 2015 - photo Yasuko Kageyama

Lo Schiaccianoci – Opera di Roma, 2015 – photo Yasuko Kageyama

Quindi Lo schiaccianoci di Giuliano Peparini è una rilettura in chiave contemporanea dal forte taglio teatrale. L’interpretazione della partitura musicale è affidata al direttore David Coleman, le scene a Lucia D’Angelo e Cristina Querzola, i costumi a Frédéric Olivier, la videografica a Gilles Papain e le luci a Jean-Michel Désiré. Un vero trionfo alla prima il 20 dicembre: la protagonista, la giovanissima Roberta Bianchi, è stata promossa “prima ballerina” sul campo durante le ovazioni al termine dello spettacolo. 

Giuseppe Pennisi

www.operaroma.it

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Giuseppe Pennisi

Giuseppe Pennisi

Ho cumulato 18 anni di età pensionabile con la Banca Mondiale e 45 con la pubblica amministrazione italiana (dove è stato direttore generale in due ministeri). Quindi, lo hanno sbattuto a riposo forzato. Ha insegnato dieci anni alla Johns Hopkins…

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