50 anni senza Janis Joplin: pubblicato taccuino inedito nell’anniversario della morte

Nell’anno del cinquantenario della scomparsa, il prossimo 4 ottobre, Genesis Publications stampa il taccuino su cui la celebre rocker appuntò le date dei primi concerti, inserì disegni e fotografie, scrisse brevi pensieri. In edizione limitata

Genesis Publications dà alle stampe Scrapbook 1966-68(ma il titolo è ancora provvisorio), in un’edizione rigorosamente limitata a sole 2.000 copie con timbro di proprietà; veste tipografica raffinata per l’album “delle meraviglie” di Janis Joplin che verrà riprodotto in facsimile, insieme ad altri documenti del suo archivio. Documenti che saranno intervallati da citazioni e storie di persone – amici, compagni di band, altri colleghi musicisti, scrittori e fotografi -, che l’hanno conosciuta da vicino durante quei due anni, fra il 1966 e il 1968, in cui la sua carriera di cantante raggiunse l’apice, poco prima della prematura scomparsa a soli 27 anni. Dai primi concerti blues nei piccoli caffè e locali di Austin e San Francisco, alle sue prime apparizioni con la Big Brother and the Holding Company, fino alla performance rivoluzionaria della band al Monterey Festival nel giugno 1967 – che la consacrò nell’olimpo del rock – la storia di Janis viene ripercorsa nelle pagine di questo taccuino personale, rimasto sinora inedito.

Janis Joplin 1970,ph Grossman Glotzer Management Corporation, fonte Wikimedia

Janis Joplin 1970,ph Grossman Glotzer Management Corporation, fonte Wikimedia

UN’ICONA IMMORTALE

A mezzo secolo dalla scomparsa, Janis Joplin (Port Arthur, 1943-Los Angeles, 1970) non smette di affascinare con la sua musica e il suo talento. Una giovinezza ormai immortale che è stata colorata dall’arte, dalla ribellione e dal rifiuto, ma anche dalla sofferenza e dalla fragilità. Dalla tranquilla Port Arthur al trionfo di Monterey, viveva secondo il mito dei poeti beat che tanto l’avevano colpita da ragazzina, quando s’imbatté per la prima volta negli scritti di GarySnyder e AllenGinsberg. Ribellarsi e fuggire furono i suoi imperativi, dalla provincia come dalla società patriarcale, e trovò nella musica una straordinaria forma di realizzazione. Solo sul palco era veramente se stessa e riusciva a raggiungere emozioni che la vita altrimenti le negava, nonostante la fama e il successo economico. La sua voce potente e delicata insieme è ancora oggi un modello insuperato di blues e rock al femminile, in una miscela esplosiva in cui purtroppo entrarono anche alcol e droga. Li assumeva per vincere timidezza e solitudine, ma non servirono. Una personalità inquieta che emerge qua e là anche dai brevi pensieri vergati sul suo taccuino.

Niccolò Lucarelli

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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