Cere Anatomiche. La mostra in Fondazione Prada con la regia di David Cronenberg

È un omaggio all’Età dei Lumi la mostra incentrata sui modelli anatomici in ceroplastica, arrivati in prestito a Milano dallo storico museo della Specola di Firenze. Guest star è David Cronenberg, che valorizza la dimensione artistica di uno straordinario strumento di ricerca scientifica del passato

Sono tredici ceroplasti del XVIII secolo, provenienti del museo della Specola di Firenze, i protagonisti della mostra di prossima apertura alla Fondazione Prada, frutto di un inedito sodalizio tra il polo milanese e il regista canadese David Cronenberg.

LA CEROPLASTICA E IL MUSEO DELLA SPECOLA DI FIRENZE

L’officina di ceroplastica fu attiva per quasi un secolo a Firenze, dal 1771 fino alla seconda metà dell’Ottocento: i maestri ceroplasti lavoravano la cera riproducendo figure intere, parti anatomiche e altri modelli, a partire da un calco in gesso e talvolta a cera piena. Una volta fusa, alla cera venivano aggiunti i coloranti e polvere d’oro per ottenere le giuste sfumature. L’obiettivo, all’epoca, era quello di ottenere un trattato didattico-scientifico che, senza il bisogno di ricorrere all’osservazione diretta di un cadavere, illustrasse l’anatomia del corpo umano. E oggi il Museo di Storia Naturale e del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Firenze custodisce una ricca collezione di questi modelli anatomici (1400 pezzi), tra cui spicca la “Venere”, famosa per la sua bellezza e perché concepita in parti scomponibili.

I modelli anatomici al Museo della Specola di Firenze. Photo Saulo Bambi

Visione d’insieme sala XXIX, Museo “La Specola”, Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze SMA, Sistema Museale dell’Università degli Studi di Firenze. Photo Saulo Bambi

IL CORTO DI CRONENBERG SULLE CERE ANATOMICHE

Cere anatomiche, come si intitola la mostra che debutterà a Milano il prossimo 24 marzo (fino al 17 luglio), è dunque innanzitutto un omaggio di Cronenberg a una collezione unica al mondo: per l’occasione, il regista ha girato un cortometraggio ambientato nel museo fiorentino, che utilizza il montaggio digitale per inventare una narrazione alternativa sui corpi femminili in cera utilizzati in passato per la ricerca accademica. Una produzione d’autore in cui gli amanti del cineasta canadese – Leone d’Oro alla carriera nel 2018 – riconosceranno la sua fascinazione per la mutazione e la contaminazione dei corpi, che ne ha fatto un maestro del genere body horror, nel più vasto ambito dell’horror fantascientifico. Ma la mostra, resa possibile dalla collaborazione con il museo universitario fiorentino, è anche l’ennesimo tassello di una programmazione avviata dalla Fondazione Prada per presentare e valorizzare in un contesto contemporaneo il patrimonio di raccolte museali storiche.

LA MOSTRA ALLA FONDAZIONE PRADA

Concentrandosi sui modelli anatomici femminili, il progetto espositivo vuole divulgare l’importanza scientifica delle cere per l’evoluzione della medicina e della chirurgia, ma al contempo individua e mette in risalto la valenza artistica di lavori stupefacenti nel loto iperrealismo. La mostra si articolerà tra il piano terra e il primo piano del Podium, offrendo due prospettive diverse ma complementari sulla ceroplastica: al primo piano, l’allestimento dei tredici modelli anatomici selezionati, utilizzati nell’Età dei Lumi per illustrare l’apparato linfatico e la gestazione (c’è anche la già citata Venere), oltre a una serie di disegni anatomici; all’ingresso, invece, il mondo immaginato da Cronenberg, con la proiezione del corto del regista. Per quel che riguarda la genesi del film, l’autore ha così articolato la sua ispirazione: “Nel loro tentativo di creare delle figure intere parzialmente dissezionate, il cui linguaggio corporeo ed espressione facciale non mostrassero sofferenza o agonia e non suggerissero l’idea di torture, punizioni o interventi chirurgici, gli scultori finirono col produrre personaggi viventi apparentemente travolti dall’estasi. È stata questa sorprendente scelta stilistica che ha catturato la mia immaginazione: e se fosse stata la dissezione stessa a indurre quella tensione, quel rapimento quasi religioso?”. Il prestito dei modelli si concretizza in concomitanza con un periodo di chiusura per ristrutturazione della Specola, tra i musei scientifici più antichi d’Europa, fondato nel 1775.

Livia Montagnoli

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